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31/08/2011

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CANCRO: NUOVE FRONTIERE

Clicca per Ingrandire Ricercatori tedeschi hanno sviluppato un sensore microchip che può essere impiantato nelle vicinanze dei tumori (foto del titolo, cancro del colon; ndr) per monitorarne costantemente la crescita. Il dispositivo misura i livelli di ossigeno nel tessuto per rilevare se un tumore è in espansione. I risultati vengono poi trasmessi in modalità wireless al medico del paziente riducendo la necessità di frequenti esami ospedalieri. Ma nella mente degli scienziati ci sono già progetti futuri che riguardano analoghi microdispositivi in grado di fornire farmaci direttamente alla zona interessata.

I ricercatori sperano che questo potrà portare a trattamenti meno aggressivi e più mirati contro il cancro. Gli studiosi dell'Università di Monaco di Baviera hanno sviluppato il congegno al fine di tenere sotto osservazione e trattare tumori difficili da raggiungere e quindi da curare. E’ noto, infatti, che ci sono alcuni tipi di tumori difficili da rimuovere chirurgicamente, a esempio quelli vicino alla spina dorsale per i quali si corrono seri rischi di creare gravi danni al sistema nervoso se si tenta di eliminarli con metodi tradizionali.

Nei casi di pazienti anziani, nei quali la crescita delle cellule tumorali è spesso più lenta diventa preferibile monitorare il tumore e trattarlo solo se c'è una fase di crescita aggressiva. Il sensore è impiantato accanto al tumore e misura la concentrazione di ossigeno disciolto nel fluido di tessuto delle vicinanze. Se questo scende può indicare una maggiore crescita e i medici possono essere avvisati per tempo.

Il chip microelettronico è costituito da una serie di elettrodi che rilevano i livelli di saturazione di ossigeno e trasmettono questi dati dal sensore a una unità ricevente esterna, una specie di piccola scatola che si può portare in tasca. Da lì possono essere scaricati nel pc del medico che può esaminarli e decidere se l'attività del tumore è in peggioramento. I ricercatori ritengono che questa nuova possibilità di monitoraggio può ridurre la necessità di frequenti check-up in ospedale.

Come detto, l’èquipe di scienziati ha pure previsto la possibilità di aggiungere al chip una sorta di micropompa che può rilasciare farmaci chemioterapici proprio sulla massa tumorale per ridurre gli effetti collaterali che i trattamenti antitumorali inevitabilmente conseguono. Se lo sviluppo di questi importanti congegni è ancora in fase embrionale, chi scrive - componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” - si augura che la sperimentazione venga conclusa prima dei dieci anni indicati dai ricercatori come termine per la loro definitiva utilizzazione sugli ammalati.

Giovanni D’Agata


 Comunicato (foto: liquidarea.com)

 

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