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19/08/2011

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A PROPOSITO DELLA MANOVRA ECONOMICA

Clicca per Ingrandire Una interminabile crisi economica e la necessaria riduzione della spesa pubblica portano conseguenze inevitabili in termini di sacrifici per il popolo italiano, da sempre vessato da livelli di tassazione fra i più alti nel mondo sviluppato, al quale si chiedono ulteriori sacrifici che comporteranno tagli al welfare, mentre circola più di una voce che verranno toccati anche alcuni diritti dei lavoratori conquistati col sudore nel corso di decenni di lotte.

Al di là del merito, della criticabilità e dell’incertezza delle singole misure da adottarsi al fine di evitare la terribile sciagura di un default dello Stato, una certezza appare quanto mai evidente all’orizzonte degli italiani: ancora una volta non tutti i privilegi verranno minimamente sfiorati. Ancora una volta a pagare, direttamente o indirettamente, saranno i singoli cittadini. Ancora una volta qualche casta presente in maniera più o meno strisciante sul nostro territorio nazionale verrà lasciata tranquilla a godersi vantaggi, esenzioni, benefici, concessioni.

Ma questa volta non parliamo della casta politica e dei politicanti, già giustamente sotto attacco e, nella mente dei cittadini, principale artefice di un possibile collasso di tutto il sistema economico-finanziario. Nessuno ne parla, infatti, né tantomeno una delle dirette interessate proferisce parola quando è solita entrare, a volte a gamba tesa, nel dibattito politico per esporre la sua autorevole opinione e la sua forza persuasiva anche su temi che non la riguardano direttamente.

Non ne parla perché è una delle privilegiate, esentate, beneficiate e come tale un commento di qualsiasi suo esponente potrebbe spostare il malcontento anche su se stessa, anche se il commento potrebbe, anzi dovrebbe, riguardare l’ingiustizia di alcune delle misure prese nei confronti dei cittadini e dello stato sociale. Stiamo parlando della Chiesa Cattolica italiana che, stando alle determinazioni adottate dal Governo, anche stavolta rimane esentata dai tagli e dalla scure del ministro Tremonti e potrà continuare a godere permanentemente dei suoi privilegi, ora più che mai difficili da giustificare.

Con quanto affermato non si vuole apparire per forza anticlericali, in quanto si riconosce da parte nostra l’importante ruolo della Chiesa cattolica all’interno della società italiana, ma ci si riferisce piuttosto all’indubbia circostanza che se tutti devono fare sacrifici siano veramente tutti a farli. Se il Capo dello Stato richiama tutti al senso di responsabilità, che questo appello abbia anche conseguenze sui benefici concessi al Vaticano in una sorta di meccanismo perequativo, affinché finalmente in Italia si avvii un processo di civiltà volto ad abolire, anche gradualmente, privilegi di qualsiasi natura, concessioni verso qualsiasi casta.

Giovanni D’Agata*


*Componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”

 Comunicato

 

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