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07/06/2008

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Gli studenti di Rodi incontrano nuove realtà sociali
Clicca per Ingrandire Nell’auditorium "Fiorentino" dell’ITCG di Rodi s'è tenuto tempo fa un incontro coi rappresentanti della Ual di Foggia, l’associazione nata nell’agosto del 1952 dopo il 2° pellegrinaggio a Lourdes del prof. Luigi Battaglini (nel manifesto, foto titolo; ndr), che sentì una voce sussurrargli: “Fai per i malati poveri”. Turbato dalla “chiamata” si recò da Padre Pio per ricevere lumi e il frate gli rispose: “Fai servendoti dei tuoi amici”. Nacque così la “Pia Unione Amici di Lourdes”, associazione volta a far conoscere agli ammalati l’amore della Madonna attraverso l’aiuto di volontari diventati ormai “gambe, braccia, parola di persone sofferenti”.

Fra gli obiettivi ricordiamo: la formazione morale e spirituale degli ospiti presenti in “Casa-Famiglia” (5 in Puglia) e del personale volontario, l’assistenza di malati cronici con l’aiuto del tutto volontario degli associati, la diffusione del culto mariano attraverso pellegrinaggi annuali a Lourdes e Loreto. Chiunque si avvicini alla realtà-Ual dev'essere consapevole d'incontrare un “fratello” da amare e aiutare, e per aiutarlo è indispensabile che il volontario instauri un rapporto di amicizia solidale che vada al di là del semplice accudimento. Il Fondatore, infatti, ha spesso affermato che: aiutare un ammalato non significa solo assisterlo nei bisogni materiali ma risvegliarlo moralmente per avviarne la rinascita e reinserirlo in società.

La Ual offre agli “ospiti” l’occasione di realizzare questo sogno. Perché ospiti? L’ospite è una persona da trattare nel migliore dei modi, infatti gli "ospiti" delle associazioni Ual vengono aiutati in tutte le azioni giornaliere: alzarsi dal letto, lavarsi, vestirsi, alimentarsi e soprattutto ricevere la compagnia di persone con un un cuore pieno d’amore, abbastanza per darlo anche a questi soggetti mettendogli a disposizione la propria vita e trascorrendo con loro il proprio tempo. I nuovi volontari sono accompagnati nella “casa” e inseriti nel servizio attraverso modalità diverse: fare compagnia, condividere momenti di festa, partecipare a pellegrinaggi e stage estivi. Per loro vuol dire esperienza meravigliosa, accoglienza, condivisione, formazione… festa.

Nel corso dell’incontro ciascun volontario ha portato una storia, un’esperienza vissuta con quelle persone, diverse da noi solo perché diversamente abili. Molte di esse ci hanno particolarmente colpito e fatto riflettere, convincendoci che non sarebbe male andare a fare un'esperienza alla Ual. Secondo noi ogni cosa fatta con gli “ospiti” - una partita a carte, la visione di un film, la lettura di una favola, una passeggiata... - non potrà mai essere banale e da loro si può anche ricevere un insegnamento. Uno dei volontari presenti ha raccontato, ad esempio, una passeggiata fatta con un suo “amico” che alla fine l'ha ringraziato, ma non è stato un semplice ringraziamento, piuttosto qualcosa di più perché la passeggiata l'aveva fatto sentire realizzato. Un altro ha ricordato che tutte le mattine “marinava” la scuola per andare in associazione. Un giorno l'hanno allontanato chiedendogli di tornare solo quando avesse ripreso gli studi e si fosse diplomato. Ora è ragioniere e ha una bella famiglia.

Nel nostro paese, Rodi, è stata fondata la “Casa Nostra Signora della Sollecitudine” in cui risiedono molti ospiti. Ci siamo entrati un paio di volte nella struttura e sinceramente non ci siamo sentiti a disagio, anzi abbiamo trovato un clima molto “simpatico”. Può non sembrare l’aggettivo adatto, ma per simpatico deve intendersi educazione e rispetto reciproco che circonda la struttura, non un clima di autocommiserazione che, per la verità, ci aspettavamo di trovare. E non è detto che qualche volta non si ritorni.

Damiano Di Nunno e Michela Mascis

 Redazione
 

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