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19/07/2011

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UN COMANDANTE SENZA MACCHIA E SENZA PAURA

Clicca per Ingrandire Anche il Tribunale Collegiale di Lucera ha confermato l’ordinanza del Giudice monocratico del Lavoro che aveva disposto l’immediata reintegra del dott. Francesco Delli Muti nelle proprie funzioni di Comandante della Polizia Municipale di Vico del Gargano e di Responsabile del IV Settore comunale. Il Comandante della P.M., si ricorda, era stato sospeso dal servizio con provvedimento del Segretario Generale, nello scorso 9 settembre 2010, sulla base della semplice pendenza di un procedimento penale a suo carico per presunte minacce rivolte nei confronti di un cittadino.

Avverso il provvedimento di sospensione, il dott. Francesco Delli Muti aveva proposto immediatamente ricorso in via cautelare - con il valente patrocinio del collaudato team di avvocati Domenico Fasanella e Antonio L. Deramo - ottenendo lo scorso gennaio la reintegra dal Giudice del Lavoro (dott.ssa Chiara De Franco). Avverso la suddetta ordinanza di reintegra, tuttavia, il Comune di Vico del Gargano (prof. avv. Domenico Garofano e avv. Colomba Maria Russo) aveva proposto reclamo davanti al Tribunale collegiale di Lucera, ma anche tale impugnazione è stata respinta dalla superiore assise giudiziaria, che ha censurato l’operato dell’Amministrazione comunale, confermando il precedente provvedimento giudiziario.

Il Tribunale di Lucera (presidente dott. Giuseppe Pellegrino, a latere dott. Carlo Chiriaco e dott.ssa Giulia Stano), in particolare, ha ritenuto ingiustificato e immotivato il provvedimento di sospensione cautelare dal servizio adottato nei confronti del dott. Delli Muti, riconoscendo come lo stesso nel corso della sua carriera avesse anzi conseguito ragguardevoli risultati, essendo addirittura “attivamente impegnato nel contrasto alla criminalità e all’illegalità diffusa sul territorio”. Lo stesso Tribunale ha pure condannato il Comune di Vico del Gargano al pagamento delle spese processuali del doppio grado di giudizio.

Grande soddisfazione è stata espressa dal comandante Francesco Delli Muti, che tuttavia non nasconde la sua amarezza per aver dovuto condurre una estenuante battaglia giudiziaria col Comune di Vico del Gargano al fine di vedere riconosciuto il sacrosanto diritto a svolgere la sua importante funzione dirigenziale. “Sinceramente - dichiara - non pensavo che l’Amministrazione comunale si ostinasse al punto da autorizzare addirittura la proposizione del reclamo avverso l’ordinanza di reintegra resa in mio favore in primo grado dal Giudice del Lavoro, che di per sé era giuridicamente e sostanzialmente ineccepibile.

“Mi soddisfa soprattutto - continua - che il Tribunale abbia riconosciuto gli importanti risultati raggiunti nel corso della mia carriera nell’ambito della lotta alla criminalità e alle attività illecite, risultati che vanno ben oltre i compiti istituzionali normalmente affidati alla Polizia Municipale. Malgrado tale accanimento manifestato nei miei confronti dall’amministrazione non serbo alcun rancore nei confronti di nessuno e continuerò a essere sempre al servizio della popolazione, mettendo a disposizione le mie energie senza risparmiarmi, al solo fine di garantire il migliore funzionamento della macchina amministrativa.

“Desidero rivolgere - conclude - un ringraziamento particolare all’avvocato Domenico Fasanella, che mi ha sempre sostenuto con grande competenza e convinzione, aiutandomi anche a superare psicologicamente i momenti più difficili di questa vicenda. Un ringraziamento di cuore, naturalmente, devo rivolgere anche all’avvocato Antonio Deramo, la cui attività è stata altrettanto importante nella ricostruzione di alcuni delicati passaggi”.

Soddisfazione è stata espressa anche dall’avvocato Fasanella, che si è limitato a sottolineare: “Anche il Tribunale di Lucera con quest’ultima pronuncia ha sancito alcuni importanti principi nella specifica materia dei rapporti intercorrenti fra procedimento disciplinare e procedimento penale che coinvolge i pubblici dipendenti. In particolare - continua - il Tribunale ha accolto il motivo fondamentale sollevato dalla difesa, secondo cui nel caso in cui un pubblico dipendente venga sottoposto a procedimento penale l’Amministrazione non può automaticamente procedere alla sua sospensione cautelare dal servizio, trattandosi di un provvedimento che per quanto abbia natura discrezionale richiede pur sempre un’adeguata e circostanziata motivazione che enunci le ragioni ostative alla permanenza in servizio del dipendente; ragioni che, nel caso di specie, erano obiettivamente carenti”.

Non resta che augurare buon lavoro al ritrovato comandante della Polizia Municipale, con l’auspicio che ritorni il sereno anche nei rapporti con gli amministratori locali.



 Redazione

 

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