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11/05/2011

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MANFREDONIA TERRA DI RUNNER

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Ve ne sono tre tipologie in questa caratteristica città spalmata per lo più lungo la costa, dove l’attività prevalente è ancora la pesca. Un fenomeno particolare relativo al mondo della corsa. Intervista all’ultramaratoneta Michele Spagnuolo


In questa caratteristica città spalmata per lo più lungo la costa, dove l’attività prevalente è ancora la pesca, si riscontra un fenomeno particolare relativo al mondo della corsa: tre tipologie di atleti. E cioè:
- atleti d’elite a livello internazionale, quali Matteo Palumbo, che ha militato nel Gruppo Sportivo dei Carabinieri, e Dario Santoro, già convocato almeno tre volte in Nazionale (foto 1 sotto; ndr);
- atleti a livello amatoriale che militano per lo più con la società Gargano Onlus, gruppo che partecipa a diverse manifestazioni podistiche in giro per l'Italia e non solo, competitivo ma anche di condivisione (riescono a correre insieme fermandosi ogni tot chilometri per aspettare gli altri, non lasciando amici in difficoltà da soli sia nella corsa sia nella vita;
- ultramaratoneti quali Michele Spagnuolo (foto 2).

Solo per questo aspetto, ci vorrebbe maggiore attenzione verso il movimento podistico di Manfredonia. Manca, per esempio, una pista di atletica che permetterebbe a ragazzi e ragazze di avvicinarsi a questa disciplina, e agli atleti già avviati di fare allenamenti specifici per il prosieguo della carriera sportiva. Comunque, gli atleti che hanno l’opportunità di transitare dalle parti di Manfredonia oltre a conoscere la città (castello, chiese, scorci panoramici e sue prelibatezze), possono incontrare i diversi atleti locali.

Se vogliono aggregarsi al gruppo di atleti amatori (foto 3) possono consultare il sito www.ciambonet.blogspot.com/. Di solito un cospicuo gruppo composto di 20-30 unità si raduna sul lungomare nord di Manfredonia, vicino alla pretura, alle 7 circa della domenica, quando non gareggiano, per percorrere una distanza di una ventina di chilometri. Il gruppo, numeroso in partenza, si sgrana nel corso dell’uscita in quanto è composto di atleti di diverso livello tecnico e diversa preparazione, per poi ricompattarsi ogni 5-6 km.

L’uscita in gruppo è una occasione per condividere passione della corsa e confrontarsi sui propri vissuti al di là della corsa stessa. Infatti vi partecipano i diversi attori che con le loro arti e mestieri permettono alla cittadina di Manfredonia di esistere ed essere conosciuta. Fra i tanti protagonisti vi è il fornaio, il pescatore, il gommista, l’odontotecnico, il camionista, il muratori, il carpentiere, l’appartenente alle Forze Armate, il fotografo, l’infermiere, e altre figure che contribuiscono a rendere Manfredonia una cittadina sana e appetibile, un’attrazione turistica.

Coloro che vogliono cimentarsi in una distanza più lunga o in un trail in montagna possono aggregarsi al mitico Michele Spagnolo, reperibile al suo negozio di “Scarpe running e non solo” che si definisce il Bruce Chatwin della corsa e può condurvi in un’uscita a contatto con la natura raggiungendo l'Abazia di Santa Maria di Pulsano o la Grotta di San Michele Arcangelo sita in Monte Sant’Angelo. Di seguito una breve intervista a questo fantastico ultramaratoneta.

- Cos’è per te la corsa.
Per me la corsa è vita. Attraverso la corsa mi emoziono, conosco altri, è un modo per pubblicizzare il mio negozio, è salute, è un’opportunità di elaborare soluzioni ai miei problemi.

- A quali gare partecipi.
Cerco di partecipare a gare sempre più difficili, più lunghe, più estreme. Ho partecipato a gare della distanza di 100 km, alla “Nove Colli Running" di Cesenatico, gara podistica di 202 km dove ci ho impiegato trenta ore.

- Che significa per te partecipare a gare così impegnative.
Innanzitutto è una sfida personale, poi è un modo di stare nel tunnel in quanto in queste gare estreme è come stare in un tunnel, dove si riesce a trovare la luce al traguardo, e questo può essere paragonato alla soluzione dei problemi. Io ho fiducia nel risolvere i miei problemi, come ho fiducia nel portare a termine la gara. Una gara che può rendere l’idea è la maratona di Napoli dove si attraversa il tunnel in corrispondenza di Fuorigrotta, ma nel tunnel si riesce a intravedere la luce che corrisponde alla speranza. Finché c’è luce ci posso credere.

- Come ti alleni per gare così impegnative.
Il segreto è partire pensando a mete particolari, allettanti, distraenti, interessanti, a contatto della natura, e il nostro territorio ne è ricco. Per esempio, sono diventate tappe fisse il raggiungimento dell'Abazia di Santa Maria di Pulsano attraverso percorsi misti comprendenti asfalto, sterrato, tratturi, roccia, prato, e la Grotta di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo.

- Quali sono le tue sensazioni quando raggiungi queste località.
E’ sempre una scoperta di nuove emozioni. Coloro che porto con me restano sorpresi di quello che sono riusciti a fare e restano incantati dalle bellezze naturali del territorio e dalle viste panoramiche del Golfo di Manfredonia, e mi ringraziano per averli condotti in questi posti dopo 20-25 anni, perché era usanza raggiungere questi luoghi in pellegrinaggio.

- Quali sono i tuoi obiettivi.
I miei obiettivi generali sono portare sempre più persone a correre e in particolare a far fare loro maratone e ultramaratone. Gli obiettivi specifici sono fare una doppietta. Cioè: la “Nove Colli" di Cesenatico e la 100 km del "Passatore" in due domeniche consecutive. Il massimo degli obiettivi è la Spartathlon, Atene-Sparta, 246 Km, 3800 metri di dislivello positivo, 36 ore di tempo massimo.

- Quali sono le tue risorse.
La forza mentale, la tranquillità, la serenità, il coraggio.

- Quando hai dimostrato coraggio.
All’ultima edizione della Nove Colli. Mancavano pochi chilometri e ho perso la strada: mi sono ritrovato dalla parte opposta del traguardo.

- Hai un allenatore interno?
Il mio allenatore interno è la mia forza mentale, sono io stesso che mi conosco, so cosa fare nelle varie situazioni di difficoltà.

- Ti ispiri a qualcuno?
Un mio modello è Marco Olmo che superati i sessant'anni è lo specialista italiano più accreditato dell'ultratrail e delle corse estreme. Vegetariano, quasi vegano, da oltre vent’anni. E’ stato campione del Mondo vincendo l'Ultratrail del Mont Blanc, 2200 partecipanti rigorosamente selezionati a questo giro della montagna più alta d'Europa, per un totale di 163 km, 8900 metri di dislivello positivo, tre Nazioni toccate dal percorso: Francia, Italia, Svizzera.

- Mi racconti un aneddoto?
Ho un bel ricordo nel mio negozio dove un giorno sono venuti a trovarmi due atleti molto forti, l’argentino di Roma Tobias Gramajo e l’atleta italiano, di origine etiope, Dereje Rabattoni. Mi facevano domande sulle mie esperienze in ultramaratone. Io seduto sul tavolo e loro sulle sedie, ascoltavano le mie imprese. Un bel ricordo.

- Ti capita di incontrare gli amici che condividono i tuoi allenamenti?
Il mio negozio, al centro del paese, tra la villa, il campo sportivo, vista mare, sempre baciato dal sole, è diventato un ritrovo. Sia gli amici sia altra gente, passano da qui per salutarmi, ascoltare le mie ultime imprese o quelle che dovrò affrontare, vengono a vedere le mie medalgie, gli attestati, le fotografie, e mi chiedono consigli sulle scarpe da usare. Poi, è d’obbligo il caffè alla Frizzi e Lazzi.

- Cos’ha di tanto speciale questo caffè?
Innanzitutto è servito in un locale accanto, un posto particolare di Manfredonia chiamato “U pertusë du Monakë”, che significa “l’asola del monaco” perché ha un belvedere sul porticciolo di Manfredonia. Riguardo al caffè è una chicca che bisogna assaggiare, perché la spiegazione non rende. Inoltre con gli amici di corsa adesso c’è l’usanza di festeggiare la 25ª maratona al Ristorante “Coppolarossa”. Quest’anno ho intenzione di festeggiare lì la 100ª maratona, in quanto me ne mancano solamente due.

Matteo Simone*


Avviso: Giuseppe Carella, iscritto al "Corso di IV Livello Europeo di formazione per allenatori delle Federazioni Sportive Nazionali" organizzato dalla Scuola dello Sport del Coni, sta realizzando un progetto di ricerca sul seguente argomento: “Valutazione degli eventuali vantaggi derivanti dall’utilizzo di pacemaker (cd lepri) nelle gare di endurance di atletica leggera” e pertanto ha predisposto un breve questionario, rivolto a gente disponibile, quanto prima sul sito www.carbons.it/.


*Psicologo, psicoterapeuta e terapeuta EMDR (foto 5, copertina di una sua pubblicazione)

 Redazione

 

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