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23/04/2011

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PETROLIO: TUTTI A TERMOLI IL 7 MAGGIO

Clicca per Ingrandire Dopo la riunione interistituzionale aperta a tutte le forze sociali ed economiche del 14 scorso a Peschici, ecco la nuova “call to arms”. Il gruppo facebook “Gargano Libero” chiama nuovamente a raccolta pugliesi, molisani e abruzzesi. Questo il testo del comunicato rilasciato dal responsabile Raffaele Vigilante: “Sabato 7 maggio alle ore 10, sul piazzale del porto di Termoli, manifestazione nazionale per dire “no” al petrolio organizzata da tutte le Associazioni ambientaliste e non di Capitanata, Molise e Abruzzo contrarie alle trivellazioni, dal Comune di Termoli, dalla Provincia di Campobasso e da tutti i Comuni del Gargano”.

Riordiniamo le idee ricostruendo l’iter della pratica ministeriale e le conseguenze eventuali a flora e fauna del Mare Adriatico, nonché al comparto turistico del territorio rivierasco. In data 29 marzo scorso, il Ministero Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, di concerto col Ministero Beni e Attività Culturali, ha rilasciato "Giudizio positivo circa la compatibilità ambientale del programma dei lavori da effettuare nell'area del ‘Permesso di ricerca idrocarburi d505 BR-EL’ (foto del titolo, interessi della Petroceltic nell'Adriatico, da notare che l'istanza d 494 B.R-.EL forse è ancora più vicina alle Isole Tremiti della d 505; ndr) presentato dalla Società Petroceltic Italia srl ... esclusivamente per quanto attiene la parte relativa alla ricerca sismica con la tecnica di air gun (foto 1 sotto) e subordinatamente al rispetto delle prescrizioni sotto riportate. Rinvia a nuova valutazione di impatto ambientale la escavazione del pozzo di prova quando esso sarà definito in tutti i particolari". Il decreto porta la firma dei ministri Giancarlo Galan e Stefania Prestigiacomo.

La Petroceltic è dunque autorizzata a compiere riflessioni sismiche nel mare, con micro-esplosioni per acquisire dati sulla presenza di petrolio dannosi a tutto l'ecosistema marino: paesaggio, flora e fauna. In caso positivo, la ditta potrebbe realizzare un pozzo esplorativo nell'area a 40 chilometri dalla costa e a soli 26 chilometri dalle Isole Tremiti. Si teme che il permesso d505 sia solo il primo di una lunga serie che metterebbero a serio rischio i nostri mari e chi li abita, già fortemente minacciati e disabitati. Non bisogna permettere che ciò avvenga!

La Riserva naturale marina delle Isole Tremiti inoltre è un'Area Marina Protetta della Puglia, istituita il 1989 e protegge un'area di 1.466 ettari che circonda le Isole Tremiti da specifiche attività umane totalmente o parzialmente limitate per legge! I controlli come sempre saranno effettuati a campione, negligenti, tardivi o totalmente schierati a favore di interessi economici. I fondali, la flora e la fauna di questo mare rischiano di morire e sono in pericolo specie come tartarughe marine e cetacei protetti da norme Cites. Il pericolo arriva sia dalle attività degli airguns che danneggiano il sistema di orientamento dei cetacei o provocano la loro morte per la rottura dei timpani, sia per le conseguenze delle tecniche adottate per queste attività: dalla distruzione dei fondali, e quindi dell'habitat marino, all'inquinamento. Se trovassero il petrolio inoltre rovinerebbero l'area marina che potrebbe rischiare di andare incontro a un disastro ecologico.

Inoltre è risaputo che il petrolio del basso Adriatico è di cattiva qualità: bituminoso, con alto grado di idrocarburi pesanti, ricco di zolfo e non quantitativamente sufficiente da poter costituire una risorsa energetica importante. Per evitare quindi episodi di spiaggiamento di cetacei (ricordiamo i recenti spiaggiamenti di sette capodogli sulle coste di Isola Varano nel dicembre 2009, della balenottera comune a San Rossore nel gennaio 2011, dei due zifi a Siracusa nel febbraio 2011 a causa di attività umane di questo genere), disastri ecologici causati dal petrolio (ricordiamo i disastri ecologici di Genova 1991, golfo del Messico 2010 e Porto Torres 2011), minaccia e distruzione della biodiversità marina, abbiamo il dovere di opporci a queste attività soprattutto perché queste strategie di ricerca di nuove risorse sono inutili nel 2011 esistendo molte altre fonti rinnovabili ecocompatibili.

E' necessario agire in maniera preventiva invece di pagare le conseguenze di un disastro irreversibile! Per tutto ciò, dopo la riunione interistituzionale aperta a tutte le forze sociali ed economiche del 14 scorso a Peschici, ecco la nuova “call to arms” di Termoli il 7 maggio prossimo.


 Redazione

 

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