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19/04/2011

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PETROLIO: LE “MOSSE” DEL PARCO

Clicca per Ingrandire Una dinamica e competente fucina per coordinare tutte le attività per cercare di fermare le autorizzazioni di ricerca di idrocarburi in Adriatico che mettono a serio rischio il futuro dell’Area Marina delle Isole Tremiti. Il laboratorio, che vede il matrimonio tra associazioni ambientaliste e Parco Nazionale del Gargano, ha avuto il suo battesimo al termine dell’incontro-confronto, voluto dal commissario Stefano Pecorella, svoltosi venerdì pomeriggio alla Provincia di Foggia. L'iniziativa ha consentito di fare importanti passi in avanti nella definizione della strategia politico-legale-amministrativa da opporre al via libera per le prospezioni in Adriatico.

Un ottimo segnale è giunto dalla massiccia presenza del territorio: “Comitato tutela del mare del Gargano” (Valentino Piccolo, vicepresidente), “Fai Foggia” (Marialuisa d’Ippolito, capodelegazione), Legambiente Puglia (Francesco Tarantini, presidente), “Csn-Pro Natura” (Vincenzo Rizzi, presidente), “La mejo Fauna-Tremiti” (Emanuela Lioia, presidente; Rachele Di Palma, vicepresidente), “Ambiente e\è Vita-Puglia” (Primiano Schiavone, vicesegretario), “Fare Ambiente” (Francesco Bacchelli, vicecoordinatore regionale e presidente provinciale Foggia), “Wwf Puglia” (Matteo Orsino, consigliere), “Italia Nostra, sez. Gargano” (Stefano Biscotti, delegato presidente), “Lipu Puglia” (Vincenzo Cripezzi, coordinatore regionale), “Wwf Foggia” (Carlo Fierro, presidente), “Legambiente Foggia” (Tonino Soldo, presidente), “Associazione Salute e Territorio-Troia” (Carmela Lombardi, presidente), “Italia Nostra sez. Monte Sant’Angelo” (Claudio Antonio Gianfreda, tesoriere), Angelo Masucci (legale Wwf Italia) e Vittorio Triggiani (componente Comitato VIA Provincia Foggia, esperto legale in materia ambientale).

Al termine di un confronto democratico e appassionante, i partecipanti sono giunti a una serie di conclusioni dalle quali sono scaturite decisioni che risulteranno determinanti nell’iter di opposizione del territorio alle ricerche di idrocarburi in Adriatico. Sposando la linea tracciata dalla road map approvata dalla Comunità del Parco, gli stakeholders ambientali hanno all’unisono optato per il riempimento di contenuti al “no”, a partire dalla costituzione di un nucleo legale, composto dagli avvocati Angelo Masucci, Vittorio Triggiani più un esperto che Legambiente segnalerà in queste ore. A supportare questo pool saranno altri professionisti della materia ambientale (geologi, biologi, ecc.).

LE ALTRE PRINCIPALI DETERMINAZIONI = A livello amministrativo-legale, che viaggia di pari passo con la pressione politico-istituzionale sul Ministero, sono state individuate anche altre soluzioni per contestualizzare la volontà di voler salvaguardare il territorio dalla minaccia delle introspezioni. In primis, sarà chiesto alla Regione Puglia di instituire oltre al Sic a mare anche una ZPS a terra (Zona di Protezione Speciale, il cui iter si prevede abbastanza celere).

Gli avvocati lavoreranno su diverse segnalazioni giunte dai partecipanti alla riunione: mancanza del parere d’incidenza ambientale, rischi dell’aumento di casi di cancro dovuti all’ingresso nella catena alimentare degli idrocarburi, estinzione delle attività di pesca, elevato rischio legato alla sismicità del territorio, mancata pubblicazione del sito del Ministero dell’Ambiente del progetto della Petroceltic e l’eventuale mancato coinvolgimento della Regione Puglia nell’espressione del parere.

Inoltre, sono state poste le basi per l’organizzazione di manifestazioni nel triangolo territoriale Tremiti-Termoli-Foggia per valorizzare il lavoro e la forza delle idee della società civile, un importante supporto delle Istituzioni e della politica per giungere al conseguimento del risultato finale. Il tavolo tecnico è al lavoro e in costante aggiornamento, aperto a chiunque voglia e possa dare un contributo alla causa.

LE DICHIARAZIONI DEL COMMISSARIO = L’Ente Parco, attraverso la sua Comunità, è contrario agli studi di ricerca sui fondali limitrofi all’AMP delle Tremiti e lo ha confermato con l'elaborazione di un cronoprogramma di azioni già avviato con l'invio di una lettera al ministro Prestigiacomo per una richiesta di incontro (fissato per la settimana dopo le festività pasquali); con l'invio di tre lettere di sensibilizzazione ai presidenti delle Regioni Puglia, Abruzzo e Molise; con la convocazione delle associazioni portatrici di interessi di tutela ambientale maggiormente rappresentative a livello nazionale e regionale.

Queste sono prove incontestabili delle posizioni chiare assunte dall'Ente e difficilmente strumentalizzabili come non comprensibili. A questo punto ritengo utile e indispensabile che la road map tracciata dalla Comunità del Parco si arricchisca con la partecipazione della società civile dalla quale, in un momento difficile come questo, sono arrivate importanti e strategiche segnalazioni e sollecitazioni atte a discutere sulla validità del contenuto del decreto. Abbiamo la necessità di creare le condizioni per un percorso che metta al riparto il territorio da minacce quali l'abusivismo edilizio, il bracconaggio, l'inquinamento per la non oculata gestione del ciclo dei rifiuti, gli incendi dolosi e altre pratiche umane assolutamente scellerate.




 Ufficio Stampa

 

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