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18/03/2011

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IL PETRUZZELLI A WASHINGTON

Clicca per Ingrandire E’ stato un autentico gesto d’amore nei confronti dell’Italia e del ritrovato Teatro Petruzzelli, quello che il Maestro Lorin Maazel ha voluto compiere, scegliendo l’Orchestra della omonima Fondazione Lirico Sinfonica e Teatri di Bari per il concerto inaugurale delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, che l’Ambasciata Italiana negli Stati Uniti ha programmato nella sua nuova e modernissima sede istituzionale a Washington.

Una carezza resa ancora più intensa dal voler affidare al solista barese, Francesco D’Orazio, il suo prezioso violino Stradivari del 1721, perché sia questo giovane talento a suonarlo per la prima esecuzione concertata dell’Humoreske di Ottorino Respighi, in programma per l’evento, insieme a brani di Puccini, Verdi, Rossini e alla prima mondiale della “Petite ouverture all’italienne” di Giorgio Battistelli. Una vera e propria Ode all’Italia, la cui metrica si dipanerà sui pentagrammi delle partiture

Forse anche per questo si ammantano di gratificante orgoglio nazionale i bagliori del tricolore che sventola da qualche settimana sulla cupola del Politeama barese, manco fosse il Torrino del Quirinale, sin dalla sera di ‘M’illumino di meno’, il consolidato e annuale sincronismo radiofonico di Caterpillar, la fortunata trasmissione di Radio2, sulla sensibilizzazione ai temi del risparmio energetico nazionale.

Con l’ammirevole umiltà dei “grandi”, Lorin Maazel ha detto di “voler saldare un debito con l’Italia e con tutto ciò che costituisce il suo patrimonio storico-culturale, che lo accolsero, lo abbracciarono e lo formarono nel pieno di una gioventù assetata di novità, conoscenza e bellezza”, oltre a credere in lui, come fece Arturo Toscanini nel “benedirlo” dopo una direzione della NBC Orchestra a soli undici anni (Maazel aveva cominciato a dirigere già a otto anni).

L’appuntamento americano, sotto l’alto patrocinio del Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, organizzato in concerto dall’Ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata e dal presidente della Compagnia per la Musica, Ludovica Rossi Purini, riporterà all’atmosfera risorgimentale italiana e agli ideali che ispirarono l’avvio del processo di unificazione del Paese, quando la coscienza italiana si formò nella musica, nelle arti e nella cultura in genere, prima ancora di trasferirsi nella vita civile comune e in quella politica. Un focus sull’Italia e sul talento italiano che a Washington durerà quattro mesi.

Sete e coscienza collanti naturali di una indescrivibile folla di giovani che qualche sera fa ha invaso la libreria Feltrinelli di Bari e, straripando, ha riempito e bloccato tutta la via antistante, dove un grande schermo rimandava le riflessioni di Roberto Saviano che nella libreria, come da un bunker, presentava il suo ultimo lavoro “Vieni via con me”. Ammirando quella moltitudine “disidratata” e incantata, una tempesta di ricordi e immagini, in una sorta di crescendo rossiniano, scorreva in una miscellanea fatta di Via col vento, Samaritani, Mosè, Padrino, Paolo Conte, Benigni e Ben Hur. Sì, Ben Hur che sulla Via Dolorosa cerca di dissetare un Cristo agonizzante, sotto il peso della croce, e il ministro Tremonti nei panni del soldato romano che scalcia con violenza inaudita la ciotola accostata alle labbra secche d’arsura.

Metafora amara per una cultura resa irriconoscibile dai tagli sfregianti del governo, che disvela però anche la dolcezza delle parole di Lorin Maazel nel ricordo del Principe di Hur in catene, diretto alle galere romane, dissetato dal giovane falegname Nazareno, fra trucioli spinti dal vento, come note di un canone misericordioso. (‘Nota a margine’. Uno dei modelli di ode più apprezzata fu quella del poeta latino Orazio, il cui schema metrico e ritmico era fissato nel tipo di strofa: A_B_B_A = Francesco D’Orazio è stato premio Abbiati per il 2009).

Antonio V. Gelormini

 Redazione

 

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