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14/03/2011

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“MA… CE L”HANNO CON NOI?”

Clicca per Ingrandire “Sull’eolico la Regione Puglia sta prendendo scelte punitive, contraddittorie e scellerate”. E’ Dino D’Amelio, sindaco di Carlantino, a criticare le decisioni assunte dall’ente regionale in materia di energia pulita. Dopo aver appreso la notizia del ricorso al Tar presentato dal suo Comune contro le “Linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili”, sono stati molti gli imprenditori, i politici e gli amministratori comunali che hanno mostrato interesse al caso. Il Comune di Carlantino ha ritenuto che la Regione Puglia, nella parte del regolamento in cui prevede l’impossibilità di realizzare impianti energetici da fonti rinnovabili nel territorio carlantinese, abbia agito in violazione delle disposizioni di legge.

Il sindaco, sollecitato da più parti, soprattutto dal mondo economico e politico, è tornato sulla vicenda attaccando duramente la Regione Puglia. “Al di là degli aspetti giuridici e regolamentari che noi riteniamo la Regione abbia violato - ha dichiarato - denunciamo anche una ‘politica del vento’ attuata dall’ente regionale in maniera punitiva e scellerata”. Il primo cittadino fa notare che l’ente di via Capruzzi, nell’ultimo quinquennio, ha adottato una politica di particolare incentivazione alle imprese che volessero installare nel territorio regionale impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, con particolare attenzione e ‘favore’ verso eolico e fotovoltaico.

Detto ‘favore’, secondo il sindaco, si è tradotto in una disciplina particolarmente semplificata tanto che la Regione Puglia, prima in Italia, ha dettato norme che hanno consentito la realizzazione e la gestione di impianti eolici e fotovoltaici con la sola Dia (Dichiarazione inizio attività) da presentarsi, fra l’altro, solo al Comune territorialmente competente. Con questa situazione, la Puglia è divenuta da una parte la regione leader nella produzione di energia da fonti pulite, dall’altra si sono levate le voci (associazioni ambientaliste in primis) di chi ha denunciato un presunto indiscriminato utilizzo del territorio ormai invaso, anche in alcune realtà definite perle dell’ambientalismo, da pale e campi ricoperti da specchi solari.

“La conseguenza di tutto questo - ha proseguito D’Amelio - è che realtà come la nostra, dove al momento non è stato realizzato alcun impianto, siano state colpite da provvedimenti per così dire sanzionatori da parte della Regione Puglia”. Il territorio del Comune carlantinese è totalmente vincolato, situazione rarissima non solo in Puglia ma in tutta Italia. I vincoli sanciti dall’ente regionale sono tre e molto ampi: il vincolo Sic (Siti d’importanza comunitaria) che ricopre il 75 percento del territorio comunale, il vincolo Iba (area importante per gli uccelli) che riguarda l’intero territorio comunale e il vincolo “Area Tampone” che riguarda il 25 percento del territorio.

Le ragioni del ricorso presentato da Carlantino sono molteplici: innanzitutto, da un punto di vista strettamente giuridico, nessun Comune può subire divieti generalizzati per la realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili. Non solo, il decreto ministeriale emanato in materia dal Ministero per lo Sviluppo Economico sancisce che “l’individuazione delle aree e dei siti non idonei per la costruzione degli impianti non può riguardare porzioni significative del territorio né tradursi nella identificazione di fasce di rispetto di dimensioni non giustificate da specifiche e motivate esigenze di tutela”.

Porre un vincolo assoluto, dunque, è illegittimo poiché il potere di vincolo attribuito dalla normativa statale all’ente regionale è orientato a individuare singole realtà dove è preclusa l’installazione di specifiche tipologie di impianti e non a creare una assolutezza del divieto.

 Uff. Stampa Comune Carlantino

 

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