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04/03/2011

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CARNUAL 2011: PRONTI, PARTENZA… VIA!

Clicca per Ingrandire Il convegno dal titolo “Il Carnevale com’era… Antiche tradizioni pugliesi, garganiche e peschiciane” si è svolto giovedì 3 marzo nella Sala consiliare del Comune di Peschici. In apertura il saluto del locale assessore alla Cultura, Leonardo Di Miscia (foto 1 sotto; ndr), che ha auspicato una partecipazione allargata all’evento tradizionale del Carnevale Peschiciano previsto per domenica 6 e martedì 8 marzo, con inizio alle ore 15. Francesco D’Arenzo (foto 2), uno degli organizzatori, ha dichiarato l’apertura ufficiale del “Carnual Peschici 2011”. Presenti in sala tutti gli operatori sensibili alle problematiche delle politiche giovanili e le insegnanti delle Superiori che vivono stabilmente a Peschici.

Il convegno, nato sull’onda dell’entusiasmo giovanile per il Carnevale dimostrato dai frequentatori del social network Facebook, è stato organizzato dagli studiosi di storia locale del Centro Studi Martella. Il coordinatore degli interventi, Armando Quaglia, ha avuto uno scambio dialettico con l’assessore al Turismo, Vincenzo De Nittis (foto 3), quando questi ha lanciato un appello ai giovani presenti su Facebook col Gruppo “Resto a Peschici perché…” riassumibile nel monito “per favore, ragazzi, non sparate sulla Croce Rossa!”, riferendosi agli attacchi portati a ogni iniziativa e alla scontentezza di alcuni giovani, sempre e comunque Bastian Contrari anche per quanto si riesca a organizzare, nonostante ostacoli e difficoltà recenti. L’assessore ha colto quindi l’occasione per annunciare che, anche nella futura stagione turistica, ci sarà un mini-festival di musica folk in 4 serate (prima data 20 giugno).

La prima relatrice a parlare, Teresa Maria Rauzino (foto 4; il testo in PERIODICI di CITTA’ GARGANO), presidente del Centro Studi “Martella”, ha caldeggiato l’idea di rilanciare il progetto del compianto Filippo Fiorentino per la realizzazione di un Parco Letterario del Gargano. Un contesto entro cui far confluire le svariate iniziative culturali territoriali, anche quelle di tradizione come il Carnevale. Il progetto ha ricevuto l’appoggio del vicepresidente del Comitato di Tutela del Mare del Gargano, presente in sala, Valentino Piccolo (foto 5): “Il Parco Letterario del Gargano, vero volàno di una destagionalizzazione segno di un reale sviluppo sostenibile, capace di ancorare le giovani generazioni alla propria terra, non può essere ignorato in questo momento di incontri e convergenze fra territori”. Insomma, un’idea, un’intuizione, un progetto da riproporre.

La Rauzino ha poi ricordato gli aspetti antropologici e le simbologie del Carnevale pugliese più antico, quello di Putignano, che ha luogo fin dal 1394. I suoi inizi si fanno risalire alla traslazione delle reliquie di Santo Stefano, per preservarle dai Turchi, con un corteo in cui furono adottati travestimenti svoltosi proprio il 26 dicembre, quando a Putignano si faceva iniziare l’antico Carnevale che si concludeva il 17 gennaio, giorno dedicato a S. Antonio Abate. A proposito della corporalità, propria del rituale carnascialesco in cui sono chiari i riferimenti alla sessualità più salace, è documentata una viva opposizione e la promulgazione di divieti della Chiesa ufficiale alla trasgressione che esso innescava. Dimenticando che il rituale era legato alla simbologia della fertilità della natura, in un mondo ancora contadino.

E’ stata poi la volta di Matteo Siena (foto 6), della “Società Storia Patria Puglia” che ha ricordato alcune maschere proprie dell’antico carnevale di San Giovanni Rotondo, costruite a partire da materiali poveri, come le vecchie zimarre cadute in disuso, utilizzate dai giovani organizzati in “Compagnie”. Due maschere tipiche erano “Carluccio”, il ballerino che adorno di campanellini e campanacci correva e ballava a tempo di tarantella, e lo “Schiavone”, del genere “saraceno” che cavalcava un destriero e offriva alle donne affacciate alle finestre, con un erogatore a spruzzo detto “scaletta”, fiori di carta e confetti di gesso. Al termine del carnevale si esponeva nelle vie la “Pupa” della Quarantana (moglie triste di Carnevale) vestita a lutto per la dipartita del consorte e presa a male parole dagli scontenti del triste regime di cui era signora: cibo scarso e di bassa qualità. Aveva patate a farle da piedi infilzate da sette ossicini di pollo. Ogni sabato ne toglievano uno per misurare le sette domeniche che mancavano alla Pasqua.

Altri relatori hanno parlato dell’antico carnevale peschiciano: Grazia Silvestri (socia del Centro Studi Martella – foto 7) sul tema “Tradizioni di Peschici”, Lucrezia D’Errico (anche lei membro del Centro – foto 8) sulla “Storia della Zeza Zeza di Peschici, nel ricordo del suo interprete-cantore Giulio D’Errico” (suo nonno; ndr).

Nel corso della serata sono state proiettate, a cura di Elia Salcuni (altro organizzatore del Carnual 2011) - creatore, insieme a Tea Lamargese, di “Peschici com’era” il sito su Facebook dove chiunque può postare le foto della Peschici di un tempo, - immagini d'epoca e recenti del Carnevale di Peschici e della provincia di Foggia. Ha quindi concluso con la descrizione della “operazione e morte di Carnual” (foto 9) che viene eseguita durante il corteo annuale.

A conclusione del convegno è stata rappresentata la farsa settecentesca di origine napoletana “Zeza-Zeza” interpretata sia in dialetto peschiciano dagli studenti del liceo “Fazzini” (foto 10), con la direzione artistica di Stefano Biscotti (foto 10, al centro, senza coppola), sia in dialetto foggiano dagli attori del Gruppo Teatrale “Le Maschere”, Gina Morelli e Vito Di Leo.

Maria Mattea Maggiano


 Redazione

 

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