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27/02/2011

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LE NEWS DALLE COLLINE DAUNE

Clicca per Ingrandire ORSARA DI PUGLIA = L’Abazia di Sant’Angelo (foto del titolo; ndr) sarà aperta e visitabile tutto l’anno. Grazie alla collaborazione fra Comune e Parrocchia di San Nicola, il complesso sarà sempre visitabile il sabato pomeriggio (dalle 17 alle 19), la domenica e nei giorni festivi (dalle 11.30 alle 13 e dalle 16 alle 19). Per accedere al complesso durante gli altri giorni ci si potrà rivolgere al numero verde gratuito 800.106.822 dello Sportello Turistico Comunale.
Il nuovo servizio si aggiunge a quello già operato dalla ProLoco.

L’Abazia di Sant’Angelo - con la Grotta di San Michele e la Chiesa dell’Annunziata - è uno dei luoghi più belli e ricchi di storia. Negli ultimi anni è stata oggetto di interventi di restauro e consolidamento che hanno permesso dopo molto tempo di riaprire al pubblico e ai fedeli l’antichissima grotta consacrata al culto dell’Arcangelo ‘guerriero’.

L’Abazia, detta anche “dell’Annunziata”, è la prima storica costruzione che appare alla vista di chi raggiunge il paese. Il complesso, immerso nel verde, comprende anche la Chiesa di San Pellegrino. L’elemento più importante e suggestivo del sito è costituito proprio dalla Grotta di San Michele, chiesa scavata nella roccia presumibilmente nel 200 dopo Cristo (foto 1 sotto). Il tempio di pietra sorge all’interno di un anfratto naturale, uno tra i luoghi di culto più importanti e antichi del Mezzogiorno d’Italia.

Vi si accede attraverso la cosiddetta “scalinata sacra” (foto 2-3). All’interno si trovano iscrizioni latine (foto 4-5) e i graffiti lasciati dai pellegrini che transitavano per raggiungere il più noto Santuario di San Michele che si trova a Monte Sant’Angelo e da lì la Terrasanta. L’interno è formato da un’unica navata irregolare. Sul fondo è posto l’altare che l’8 maggio, giorno dell’Apparizione, accoglie la statua di San Michele (foto 6) altrimenti custodita dalla Chiesa Madre.

Sempre all’interno del complesso si trova la Chiesa dell’Annunziata. Costruita fra il decimo e l’undicesimo secolo, la struttura in pietra viva, a forma di parallelepipedo, presenta sul lato ovest tre semplici monofore. E’ un vero e proprio gioiello dell’architettura bizantina. Custodisce due cupole ellissoidali intervallate da una volta a botte che segna il passaggio dalla convenzione architettonica bizantina a quella preromanica. L’interno è severamente sobrio e conserva una interessante epigrafe murata che narra di un abate originario di Leon (Spagna) qui sepolto nel 1003.

Specularmente alla lastra tombale è sistemato l’ambone, un insieme di strutture architettoniche recuperate: un leone stiloforo sorregge una colonna federiciana sormontata da tre pannelli rinascimentali. Un capitello romanico sorregge la lastra della mensa eucaristica, mentre dietro l’altare è stata ricostruita una sedia in pietra utilizzando due leoni romanici.


CARLANTINO = “Quale lavoro per le donne?” è il titolo del convegno che svoltosi sabato 26 febbraio, alle 16, nella biblioteca comunale di Carlantino. Un incontro-dibattito, organizzato dal Comune di Carlantino cui hanno partecipato tutte le donne del posto, servito a fare il punto sulle opportunità lavorative che si potrebbero sviluppare nel paese della diga di Occhito. Obiettivo finale: costituire una cooperativa di servizi, a composizione tutta femminile, che possa operare sul territorio. Ospite d’eccezione la presidentessa del Cif (Comitato Imprenditoria Femminile) della Camera di Commercio di Foggia, Daniela Eronia.

“Il problema dell’occupazione e del precariato sono fortemente sentiti soprattutto nei nostri paesi - ha dichiarato Ivana D’Amelio, vicesindaco di Carlantino. - L’attuale momento di crisi economica non ci consente più di aspettare il ‘famoso’ posto fisso, pertanto è arrivato il momento di cominciare davvero a rimboccarsi le maniche”. Analizzati, durante l’incontro, i dati sulla disoccupazione e sull’emigrazione in Italia e nei piccoli Comuni come quelli dei Monti Dauni.

In Italia, il tasso di disoccupazione è pari all’11 percento mentre nel meridione è al 17. La disoccupazione giovanile si attesta al 28.9, quella femminile supera il dato allarmante del 50. Queste percentuali nei piccoli Comuni del Sud-Italia, come Carlantino, crescono ulteriormente. La prima conseguenza della disoccupazione è l’emigrazione. Fra il 1990 e il 2009 più di 2 milioni di lavoratori hanno abbandonato il Mezzogiorno. Nel solo 2009 ben 114mila persone si sono trasferite dal Sud al Settentrione.

“Vogliamo capire se andare via sia l’unica soluzione possibile alla disoccupazione - ha spiegato Dino D’Amelio, sindaco di Carlantino (foto 7). - Noi sosteniamo che partire a volte possa essere una resa se prima quanto meno non ci si impegna a cambiare le cose”.

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