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25/01/2011

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VICO: DISOCCUPATI IN CATENE

Clicca per Ingrandire Giornata di protesta a Vico del Gargano per un gruppo di giovani disoccupati vichesi, che fin dalle prime ore del mattino di oggi, 25 gennaio, hanno sostato in Piazza S. Domenico, davanti all’ingresso di Palazzo di Città, per far sentire la loro voce. Chiedono di lavorare, di essere presi in considerazione, di poter “sfamare” le proprie famiglie. Richieste comuni di questi tempi, richieste legittime. La pessima situazione economica e produttiva dei nostri territori ha costretto negli ultimi anni moltissimi giovani a emigrare, mentre quelli rimasti hanno dovuto “arrangiarsi” alla meglio per poter “sbarcare il lunario”.

Una protesta civile ma forte, tanto che uno dei giovani disoccupati si è incatenato davanti al “Monumento dei Caduti”, in una giornata peraltro freddissima (foto del titolo, coi jeans chiari; ndr). Dopo poche ore è stato chiesto l’intervento del 118 per accertare le condizioni dell’operaio, visibilmente infreddolito. Sono giunti sul posto il sindaco Luigi Damiani e l’assessore Michele Pupillo, che hanno cercato e ottenuto un dialogo coi manifestanti, i quali hanno ribadito le loro esigenze. In particolare chiedono alle aziende di “assumere meno soggetti provenienti da altri paesi lasciando più spazio ai locali”.

Il sindaco ha subito indetto una riunione programmatica con una rappresentanza dei disoccupati, fissata per giovedi 27 gennaio, allargata a tutta l’Amministrazione comunale per discutere e verificare le possibili azioni da intraprendere, senza perdere di vista tutte le progettazioni in atto da tempo e che a breve si spera saranno in grado di dare risposte concrete in termini occupazionali.

“Molto spesso - sottolinea il sindaco - il Comune viene scambiato per l’Ente che può incidere immediatamente in qualsiasi dinamica sociale, ma non bisogna dimenticare che siamo servitori e non padroni del paese. Per questo ci adopereremo con tutte le nostre iniziative per fronteggiare al meglio questo difficile momento”.

L’INTERVENTO DI MICHELE PUPILLO = “Quando le istituzioni vengono sensibilizzate anche in maniera così eclatante, come la protesta messa in atto da un gruppo di giovani disoccupati che non chiedono altro se non il loro diritto ad avere occasioni e possibilità di lavoro, come assessore alle Attività produttive del Comune di Vico del Gargano non posso che essere solidale alla loro manifestazione e sentirmi al loro fianco.

“Penso che ormai sia arrivato il momento, di fronte al disagio sociale, di ‘aprire le gabbie’ che limitano le possibilità di intraprendere iniziative produttive che generano lavoro sia da parte dei privati sia delle Pubbliche Amministrazioni. Non si può continuare a essere iperprotettivi nei confronti di alcune categorie di cittadini e lasciare nel disagio sociale chi protezioni non ne ha mai avute”.

Michele Lauriola

 Comunicato Fuoriporta

 

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  Commenti dei Lettori:

-- 26/01/2011 -- 10:43:57 -- Elio

mi sembrano le stesse richieste fatte agli amministratori locali, i quali per aiutare i propri cittadini si sono ritrovati al fresco

-- 31/01/2011 -- 18:01:30 -- Elio

Tutti oggi cerchiamo un lavoro stabile, giovani, adulti, laureati, diplomati, ma purtroppo le scelte della politica Nazionale e COMUNITARIA ci hanno portato a questa drammatica situazione, probabilmente questa guerra tra poveri avrà delle conseguenze in primis sui vari Comuni. L'edilizia è MORTA, le industrie delocalizzano, le entrate Comunali bastano giusto a pagare gli stipendi e le spese, quale lavoro stabile cerchiamo? Rivalutiamo la nostra Terra, l'agricoltura, la pastorizia, sfruttando l'opportunità che il volano turismo può dare a questa vecchia e abbandonata ATTIVITA'. Questa è la risposta secondo me anche a quelle persone che per vocazione e abitudine sono state indotte all'assistenzialismo e al piangersi addosso, recriminando sul NON DOVUTO. che ci farà perdere continuamente la sfida con il Nord, che non è una guerra d'armi ma di IDEE, coraggio. Dispiace infine che persone,INTELLIGENTI, sfruttano questi casi per destabilizzare e intorbidire un mare già in tempesta.

 
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