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21/01/2011

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RICORDARE, PER IL FUTURO E PER LA VITA

Clicca per Ingrandire L’articolo 1 della legge nr. 211 del 20/07/2000 recita: “La Repubblica Italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, ‘Giorno della Memoria’, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana degli ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.

Questa data dovrebbe segnare un momento di intensa riflessione in merito a quanto la “belva umana”, lungi da ogni naturale concezione e immaginazione, è riuscita a perpetrare ai danni del popolo ebraico. Indefinibile è la metodicità scientifica e la barbarie, prive di ogni normale e umano sentimento, usate per il “progetto” sterminio. Sei milioni circa sono stati gli ebrei massacrati dai nazisti e dai fascisti.

Dopo questa parentesi introduttiva e il numero delle vittime che ci stringono lo stomaco fino a soffocare l’urlo di dolore e indignazione, vogliamo rilevare qualcos’altro che continua negli anni ad alimentare maggiormente rabbia e indignazione: la “spartizione” delle colpe. Ogni anno durante la commemorazione della shoah si parla solo dello sterminio degli ebrei per opera dei nazisti, senza ricordare - volutamente? - che a questa carneficina hanno partecipato anche i fascisti, pertanto correi a tutti gli effetti. Giusto per puntualizzare, durante sette anni, dal 1938 al ’45, l’Italia fascista fu un Paese ufficialmente e concretamente antisemita. Più precisamente: prima (fino al 25 luglio 1943) si ebbe la “persecuzione dei diritti degli ebrei”, poi (dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945) la “persecuzione delle vite degli ebrei”.

Ecco quanto dichiarò Kappler in qualità di testimone al processo Eichmann: “Le autorità fasciste avevano dato ordine alla polizia, agli iscritti al partito fascista e persino ai civili di arrestare gli ebrei che si potessero trovare”. Quindi “autorità fasciste”, non Gestapo! Non è affatto una enormità il fatto che Mussolini avesse sposato in pieno le tesi naziste. Ma affidiamoci ancora ai numeri, sempre per non dimenticare, estrapolati dal “libro della memoria” di Liliana Picciotto a proposito degli arresti degli ebrei italiani, dati che non includono i nomi per i quali non è stato possibile giungere a informazioni precise: 7.800 ebrei deportati (2.444 arrestati da tedeschi, 1.951 da italiani, 332 da italiani con tedeschi).

E che nessuno dica che i fascisti non sapessero di Auschwitz, perché fornirono anche la scorta ai treni diretti a questo lager. Si macchiano di complicità coi nazisti pure prefetture, polizia e carabinieri (alcune prefetture e comandi - stando a quanto scrive De Felice - ci mettono "uno zelo veramente incredibile, fatto al tempo stesso di fanatismo, sete di violenza, rapacità". Insomma si sapeva perfettamente che non si andava ad Auschwitz a fare una gita. Anche per Mussolini “gli ebrei sono stranieri e parte di una nazione nemica”.

Nonostante la verità storica inconfutabile, nel ‘Giorno della Memoria’ puntualmente si parla solo di nazismo, quasi a voler “nascondere” la colpa di Mussolini e dei fascisti! Forse per questione di numeri? E’ questo il metro usato? Utilizzare Auschwitz come termine di paragone e come unico elemento di giudizio per minimizzare se non annullare il ruolo criminale avuto dal fascismo? Non dobbiamo dimenticare che dietro a ogni ebreo deportato c'è un fascista che lo ha consegnato ai nazisti per mandarlo a morire.

Per tutte le vittime dell’olocausto e contro chi continua a svilire quasi a volere o far dimenticare una verità inconfutabile, nel pieno rispetto della verità e della storia, oggi sentiamo il bisogno di asserire con fermezza che anche Mussolini e tutti i fascisti, al pari di Hitler e dei nazisti, furono gli artefici di una carneficina senza paragoni e senza giustificazioni di sorta, che in eterno e in modo indelebile graverà sulla coscienza e sulla storia dell’umanità intera.

Gabriele Draicchio


 Redazione (foto: imaginaryboys.altervista.org)

 

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