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12/01/2011

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COL CARBONE SI ABBASSANO LE SOGLIE DI POVERTÀ

Clicca per Ingrandire Le previsioni dei principali centri studi energetici concordano nel confermare la leadership del carbone nella produzione elettrica mondiale e il ruolo chiave nel mix globale anche a lungo termine. In particolare, secondo le ipotesi del World Energy Outlook 2010, il carbone resta a livello mondiale la fonte dominante nella generazione elettrica al 2035 con una quota del 42 percento (rispetto al 39 del 2009), con consumi in crescita sostenuti principalmente dai bisogni energetici dei paesi asiatici in via di sviluppo, specialmente Cina e India, che congiuntamente copriranno la maggior parte dell’aumento dei consumi. La domanda globale, infatti, dopo una forte crescita del 7 percento negli ultimi cinque anni, aumenterà ancora di più nei prossimi venti sulla spinta proprio di Cina e India.

Alcuni paesi produttori inoltre, come Sudafrica e Colombia, hanno già ridotto le esportazioni verso l’Europa, per iniziare a servire i paesi asiatici. In particolare, rispetto a tre anni fa il cui export era destinato esclusivamente al mercato europeo, il Sudafrica prevede di vendere la sua produzione di carbone per circa il 70 percento in India e altri paesi dell’Asia, confermando il ruolo chiave di questo combustibile tra le fonti di approvvigionamento. Si stima inoltre che i prezzi mondiali del carbone cresceranno mediamente del 20 percento nel 2011 a causa della forte domanda di Cina e India, mentre le rate di nolo delle rinfusiere rimarranno sugli attuali livelli, soddisfacenti per gli armatori, e questo per il previsto aumento del commercio via nave di minerale di ferro e di carbone.

Lo sviluppo delle “clean coal technologies” (tecnologie di carbone pulito; ndr) che incrementano fortemente l’efficienza energetica della produzione elettrica alimentata a carbone, e gli ultimi progressi nelle tecnologie CCS (cattura e stoccaggio della CO2), accresceranno l’utilizzo del carbone nella produzione di energia elettrica e consentiranno l’accesso all’elettricità a milioni di persone che tutt’oggi sono nella povertà, aumentandone la qualità della vita e garantendo un miglioramento del benessere economico. A più della metà della popolazione mondiale (circa 3,6 miliardi di persone nel mondo) non è infatti permesso un adeguato utilizzo dell’energia elettrica e altri due miliardi di persone si andranno ad aggiungere in seguito alla crescita mondiale prevista nei prossimi due decenni.

Il carbone è l’unico combustibile che può soddisfare la domanda crescente di energia elettrica del mondo, grazie alla sua abbondanza e accessibilità, alla sua sicurezza e convenienza. Negli ultimi venti anni ad almeno un miliardo di persone è stato permesso l’accesso all’energia elettrica attraverso il carbone, consentendo la fruizione di un bene prezioso in grado di ridurre fortemente soglie di povertà diffuse. È per questo che il carbone viene definito “democratico”, perché è presente e accessibile in più di cento Paesi con riserve equamente distribuite sulla crosta terrestre.

In Italia, rispetto all’Europa che in media deriva circa i due terzi dell’energia elettrica da carbone e nucleare, il mix energetico è ancora anomalo, con una quota di carbone limitata al 12 percento e con tredici centrali alimentate a carbone (Brindisi nord, Fiumesanto, Monfalcone, Torrevaldaliga nord, Vado Ligure, Brescia, Brindisi sud, Genova, Sulcis, Fusina, Marghera, La Spezia, Bastardo) in grado di generare in totale 9.367 Mw. A fronte di queste riflessioni, l’auspicio di Assocarboni è che anche l’Italia possa riequilibrare la quota del carbone all’interno del mix energetico nazionale portandolo al 20 percento rispetto al 12 attuale per allinearlo alla quota europea (33), cosi da favorire una maggiore competitività “elettrica” delle imprese manifatturiere italiane e contribuire efficacemente allo sviluppo occupazionale nazionale.

Andrea Clavarino


 agienergia.it/

 

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