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16/11/2010

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I DANNI DI FACEBOOK (e non solo)

Clicca per Ingrandire Presentate da AmiciCani, che ce ne dà notizia, due denunce a due gruppi Facebook che incitano a uccidere e mangiare cani. La prima è stata inoltrata il 13 novembre scorso alla Polizia Postale per l`immediata chiusura del gruppo nominato "No all`abbandono dei cani. Mangiamoli". La seconda, sempre alla Polizia Postale, con la richiesta di denuncia della persona che l’ha creato per istigazione all`uccisione aggravata da crudeltà. In data odierna, anche dopo sollecito in diretta televisiva a Mediaset Forum di Rita Dalla Chiesa, il gruppo è stato oscurato.

Però, pochi minuti fa è stato aperto un gruppo simile al precedente, molto probabilmente dalla medesima mano: stesso titolo ma con l’aggiunta della parola “uccidiamoli” ("No all`abbandono dei cani. Uccidiamoli e mangiamoli") e della frase "Stavolta siamo più arrabbiati. Perciò prima di mangiare i cani, li faremo soffrire come dannati. Che aspettate, accendete i fornelli". E` stata quindi ripresentata denuncia alla Polizia Postale sperando che si riesca a rintracciare il nominativo dei creatori (o del creatore; ndr) di questi gruppi.

Contestualmente “condanniamo - dicono dal portale di aiuto per i cani di tutta Italia - anche l’operato e il comportamento di Facebook che non ha assolutamente moderazioni per quanto concerne la creazione di pagine pubblicate in modo talmente immediato da creare gravissimi danni ad animali (come uccisione e maltrattamento), bambini (gruppi pro-pedofilia) e omicidi (gruppi, per esempio, che sostengono chi ha commesso il delitto di Avetrana). Quindi chiediamo a Facebook - concludono - la presenza di un moderatore che controlli la creazione di tali pagine e gruppi, come del resto fanno altri social network seri come l`ultimo nato Ping di Apple”.

Lo staff di “AmiciCani” ci segnala anche un increscioso episodio accaduto nella salentina Trepuzzi dove la passeggiata della signora Rita Eromina Montagna, con la sua cagnolina al guinzaglio a un paio di metri dall`aula consiliare del Comune di Trepuzzi, si è trasformata in un presunto motivo di disturbo alla riunione del consiglio comunale. Ricostruiamo la vicenda partendo da quanto scritto nella lettera-esposto che l`avvocato Felice Lecciso, marito della donna, ha inviato, dopo l`episodio, al sindaco Cosimo Valzano.

Secondo quanto riportato dal legale, la moglie si era fermata a quasi due metri di distanza dall`aula consiliare con la sua cagnolina al guinzaglio per fare una telefonata. A questo punto, senza apparente motivo, la donna sarebbe stata avvicinata da un maresciallo della polizia municipale di Trepuzzi, il quale avrebbe intimato alla signora Montagna di allontanarsi perché stava disturbando l`assise cittadina riunita in consiglio.

“Di fronte alla richiesta di spiegazioni e alle proteste della donna, che affermava il proprio legittimo diritto di sostare sul suolo pubblico” - riportiamo quanto scritto nella lettera esposto inviata al sindaco, - “il maresciallo, adducendo confuse e pretestuose ragioni relative a un preteso disturbo della riunione in corso presso l`Aula Consiliare, intimava, illegittimamente poiché nella circostanza il medesimo non rivestiva alcun ruolo di polizia che giustificasse tale richiesta, alla Sig.ra Montagna di esibire il documento di identità per farsi identificare”.

Il rifiuto è bastato per “condurre (la donna) di forza, con l`ausilio di un altro vigile urbano - prova ne siano (fra gli altri) i lividi riportati dalla Sig.ra Montagna all`altezza del seno e dell`emitorace destro, - presso l`Ufficio della Polizia Municipale ove veniva introdotta in una stanza e quivi trattenuta in isolamento, priva del telefonino, che le veniva restituito solo in seguito, per circa quindici minuti”. Tutto ciò sarebbe avvenuto mentre la cagnolina si trovava in strada dove, “terrorizzata al pari della Sig.ra Montagna”, sarebbe sfuggita “al collare rischiando di finire investita da una autovettura”.

L`avvocato Lecciso chiede, dunque, appellandosi direttamente alla “sensibilità, in materia di tutela dei diritti dei cittadini ed in materia di diritti delle donne,” del sindaco Cosimo Valzano, che si “adottino i provvedimenti del caso, amministrativi e disciplinari, affinché detti fatti incresciosi e offensivi non abbiano a restare impuniti e in conseguenza reiterabili”.

Lo staff di “AmiciCani”

 Redazione

 

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