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13/11/2010

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LE MANI SULLA CITTÀ

Clicca per Ingrandire Caro Direttore Ninì,
alla vigilia delle elezioni amministrative di Vieste, è stupefacente l’assoluta mancanza di Manifesti pubblici dei candidati alla carica di sindaco. La logica vorrebbe la presentazione all’opinione pubblica di manifesti contenenti idee, principi, linee programmatiche di base per il governo della città, redatti dai promotori delle liste, coi quali chiedere l’adesione dei cittadini ai vari progetti politici. Che importanza hanno per i candidati alla carica di sindaco la tutela del territorio e il rispetto della legalità (ma non a chiacchiere)? Cosa pensano della situazione ambientale della discarica Landa La Serpe e del nostro mare inquinato da arsenico? Cosa pensano dell’urbanistica a zero consumo di territorio adottata dal sindaco della lombarda Cassinetta di Lugagnano, Domenico Finiguerra, o del Piano Urbanistico Generale a “volumi zero” della strategia del sindaco Renzi di Firenze che prevede il recupero dei volumi esistenti e vieta il consumo di nuovo suolo? Come hanno votato le lottizzazioni del territorio di Vieste? Possiamo conoscere le motivazioni contenute nelle delibere comunali?

Di fronte al danno d’immagine della città di Vieste, vorranno i candidati una volta che ricoprono la carica di sindaco, annunciare la costituzione di parte civile nei procedimenti penali per reati ambientali, per estorsione e per rapina? L’esperto di politica con la sorella, il prefetto di Vieste, la dottoressa, il papà agricoltore, il delfino crociato, movimenti, primarie, false divisioni, strategie per perdere. Non interessa più a nessuno chi sono, cosa hanno e cosa fanno. Vogliamo conoscere le loro idee sulla gestione del territorio di Vieste scritte in documenti pubblici. Siamo stanchi dei nomi dei soliti poco preparati alla gestione della cosa pubblica. Avranno i candidati alla carica di sindaco presentato agli organi dei loro partiti uno stralcio di documento per chiedere e ottenere una candidatura condivisibile ed essere rappresentativi dei loro partiti? Possiamo vederli? Alla luce della democrazia sempre invocata, possiamo conoscere i nomi e il numero dei votanti dei candidati alla carica di sindaco? Poi magari scopriamo l’esistenza a casa nostra dei partiti personali, a destra e a sinistra, composti da quattro gatti miagolanti in calore di appalti.

Sempre per logica, la fase successiva alla presentazione dei manifesti pubblici all’opinione pubblica è l’indizione delle “Conferenze programmatiche” dove si decidono tutti insieme i programmi, si formano le liste e gli uomini di governo. E’ tardi per tutto questo. E’ chiaro a tutti perché: sono incapaci di presentare un progetto politico improntato alla sostenibilità. Non hanno alternativa alla politica del vuoto dei nomi. Sia chiaro a tutti che la politica del vuoto creata dall’esperto di politica con la sorella, dal prefetto di Vieste, dalla dottoressa, dal papà agricoltore e dal delfino crociato è terreno fertilissimo per le mafie che neanche l’impegno del bravo sottosegretario di Stato Mantovano riuscirà a sconfiggere. La responsabilità politica di non contrastare il fenomeno mafioso si sposta su un piano antecedente la competizione elettorale e trae origine dal vuoto delle idee, dei principi e dei programmi di rilancio civile della città di Vieste cha ha cittadinanza nelle menti dei candidati alla carica di sindaco.

L’assenza di tante intelaiature, visioni, della Vieste che verrà, che contengano priorità, strategie, ambizioni, sogni, desideri, che diano speranze alla comunità e soprattutto ai tanti giovani che emigrando portano via con loro i talenti tanto preziosi nella lotta alla diffusione della criminalità, il vuoto programmatico delle forze politiche, percepito come un’arresa per i tanti giovani border line tra società civile e delinquenza, ‘sono regali alla criminalità organizzata’. L’assenza di tante “agende politiche” quante sono le forze politiche in campo che si contendono il governo della città, l’incapacità di mettere in evidenza il problema sociale, invisibile perché è il frutto di una decisione soggettiva di un numero ristretto di persone, l’ignoranza di non considerare l’importanza dell’analisi del contesto territoriale, la mancata partecipazione della comunità alla costruzione del futuro, ‘sono regali alla criminalità organizzata’.

L’incapacità delle forze politiche di sintetizzare i problemi dibattuti all’interno dell’opinione pubblica meritevoli di interesse, il fallimento di una classe politica (di maggioranza e d’opposizione) che non ha fatto emergere la centralità dello sviluppo territoriale e un modello alternativo capace di garantire benessere per tutti, ‘sono regali alla criminalità organizzata’. La mancata esaltazione delle straordinarie specificità del territorio, l’incapacità di immaginare un’offerta turistica all’insegna di sport, spettacolo, ambiente, cultura, capace di sconfiggere la disoccupazione, soprattutto giovanile, il silenzio di fronte all’inagibilità della biblioteca e al dirottamento dei fondi, che erano destinati alla cultura, verso altre destinazioni, ‘sono regali alla criminalità organizzata’.

La scarsa democraticità nelle sezioni dei partiti locali, l’investitura alla carica di sindaco di persone che non rappresentano la sintesi dei valori della comunità ma soltanto di un gruppo di privati che vogliono influire a loro vantaggio sulla gestione della città, rappresentano gli elementi del panorama politico della Vieste del 2010. Il filo spinato che attorciglia le palle della classe politica attuale (http://www.puntodistella.it/news.asp?id=3558), ‘è un regalo alla criminalità organizzata’. Il ritardo culturale della politica del vuoto fa mettere sullo stesso piano la responsabilità della classe politica e la responsabilità degli elettori. Ho già scritto a riguardo e non è il caso di ritornarci sopra (http://www.fuoriporta.info/articolo843-1/attualita~/le-responsabilita~-degli-stupidi-e-dei-banditi-del-gargano.html). I promotori delle liste hanno una grande responsabilità. Ma sono gli stessi da trent’anni e non riponiamo in loro nessuna fiducia di cambiamento e di riscatto.

Lazzaro Santoro

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