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13/10/2010

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NON “MURO CONTRO MURO” MA DIALOGO FRA GLI ATTORI

Clicca per Ingrandire L’Ente Parco Nazionale del Gargano aggiunge tasselli importanti alla ricognizione sul territorio voluta dal commissario e dai sindaci della Comunità. Le associazioni di categoria si dimostrano intelligenti interlocutori e, insieme a Stefano Pecorella, lanciano la sfida per il futuro: rendere più attrattivo il Parco Nazionale del Gargano attraverso uno sviluppo ecosostenibile che produca un reale miglioramento ambientale e della condizione socio-economica della popolazione dell’intera area protetta. Come la tutela e lo sviluppo del territorio, così Ente e associazioni ambientaliste vanno a braccetto lanciando il cuore oltre l’ostacolo. Mercoledì 6 ottobre, in apposito workshop svoltosi nella sede dell’Ente a Monte Sant’Angelo, sono state affrontate e concordate le scelte dei rapporti istituzionali fra i soggetti per consentire al Parco di affrontare il percorso futuro.

Non servono i “muro contro muro” ma logiche di concertazione. Questo, fra Parco e associazioni ambientaliste, il primo importante punto d’incontro. Nel corso dei lavori, sviluppatisi attraverso un costruttivo scambio di idee e informazioni, è emersa la necessità di stabilire al più presto regole standard e condivise, obiettivo primario fissato dal commissario sin dal suo insediamento. Inoltre, le associazioni ambientaliste presenti (Lipu, Wwf, Centro Studi Naturalistici e Comitato di tutela del Mare del Gargano) hanno anche avanzato riflessioni sull’utilizzo dei fondi della prossima programmazione di sviluppo da destinare in particolar modo all’aumento dell’attrattività turistica del Parco del Gargano, al fine di migliorare le condizioni socio-economiche della popolazione autoctona che, in questi anni, ha vissuto quasi esclusivamente gli aspetti legati ai vincoli ambientali e paesaggistici.

“Le Amministrazioni comunali devono impegnarsi a essere coerenti a un percorso comune, altrimenti la salvaguardia e la valorizzazione risultano nulle - dichiara Matteo Orsino, consigliere Wwf Puglia. - Il turista non vede il perimetro, bensì un unicum da cui si aspetta risposte sulla qualità dell’offerta. Dopo 15 anni abbiamo un’area protetta con giusti vincoli alla quale, però, manca il lato positivo dell’essere un Parco, ossia l’aumento dell’attrattività in un contesto ormai in concorrenza europea”. Orsino argomentando la propria tesi, spiega come e dove intervenire per far diventare il territorio un vero valore aggiunto.

“Il turista - prosegue infatti - chiede di stare a contatto con aspetti unici nel loro genere, scoprire sensazioni. Il Gargano dev’essere una scoperta continua e, per far sì che ciò accada, occorre un repentino cambiamento culturale dei cittadini. La bellezza di un territorio dipende principalmente dalla cura dello spazio innanzi alla propria abitazione. Dunque, la sfida è: cambiare l’approccio all’utilizzo e al consumo del territorio. Il primo punto deve essere quello di una programmazione dell’area che veda il Parco capofila dello sviluppo, deve essere senz’altro la riqualificazione ambientale delle attività turistiche (sistemi e dispositivi per il risparmio energetico, aumento della raccolta differenziata dei rifiuti, verifica e sistemazione degli scarichi). Il turismo - conclude - deve confermarsi la migliore vetrina per il Gargano e il Parco decisivo fattore di attrattività”.

Una luce in fondo al tunnel la vede Vincenzo Rizzi, presidente del Centro Studi Naturalistici, per il quale l’apertura di credito da parte dell’Ente aiuterà a bruciare le tappe della nuova programmazione territoriale. “Il percorso è in salita - sostiene - poiché in tutti questi anni si è perso il contatto col territorio. Le criticità si sono aggravate poiché una serie di conflitti non sono stati governati al meglio. Ricostruire l’identità autoctona è una delle irrinunciabili opportunità. Il Parco ha tanto da dare, ma l’Ente deve creare maggior contatto con la popolazione autoctona. Ben venga il discorso dell’apertura al Piano del Parco, uno strumento da approvare prima possibile, poiché servono le fondamenta per cominciare a costruire il futuro. Siamo davvero fiduciosi - conclude - del fatto che d’ora in avanti si possano stabilire punti d’incontro al fine di trovare soluzioni definitive ai problemi del Gargano”.

Si è agganciato allo spunto del rilancio dell’identità turistica Gianfranco Pazienza, rappresentante del neonato Comitato per la tutela del mare del Gargano. “L’apertura di questo tavolo di confronto con gli stakeholders (soggetti portatori di interessi; ndr) - sottolinea - è importante anche per prendere in considerazione azioni che riguardino non solo la valorizzazione, ma anche la cura del territorio. Il Gargano necessita di viabilità idonea e percorsi-natura per raggiungere l’agognato obiettivo della destagionalizzazione turistica, strumento cardine per la valorizzazione delle aree interne”.

LE DICHIARAZIONI DEL COMMISSARIO = Dopo aver incassato l’ok all’unanimità da parte della Comunità del Parco, Stefano Pecorella ha provveduto immediatamente all’avvio delle annunciate consultazioni con le sentinelle del territorio: le associazioni ambientaliste. “Con l’approvazione all’unanimità del PPES e l’apertura del tavolo di confronto con gli stakeholders locali - afferma - si avvia una fase più sollecita e concreta per le strategie di tutela ambientale e sviluppo sostenibile del territorio garganico. Tutti insieme dobbiamo lavorare al fine di individuare le adeguate prospettive per l’implementazione dei finanziamenti. Dopo aver ricevuto l’ok per il Piano del Parco e il PPES, ora c’è da mettere a regime il Regolamento e l’Area Marina Protetta delle Tremiti”.

Pecorella, insieme ai presenti alla riunione, ha individuato quali dovranno essere le tappe di avvicinamento alla concretizzazione delle progettualità. “I finanziamenti vanno ricercati e una volta individuati e ottenuti vanno realizzati nel più breve tempo possibile. Abbiamo avviato le procedure per ripulire il bilancio dell’Ente da impegni assunti e mai realizzati, da spese mai realizzate per progetti ormai inutili. La nostra azione d’intervento - prosegue - non può che prescindere dall’aggressione di strategie mirate alla valorizzazione e alla tutela del territorio, azione che deve avvenire in sinergia con gli stakeholders”.

Come avvenuto con la Comunità del Parco, anche agli stakeholders è stata illustrata la nuova evoluzione che interesserà l’Ente. “Piano del Parco e PPES -. - spiega - sono due punti fermi dai quali aprire la discussione e trattasi di strumenti intorno ai quali confrontarsi a 360 gradi giacché sono elastici e modificabili con le osservazioni. Esprimendo questo concetto voglio rimarcare l’idea che dobbiamo puntare a un vero sviluppo ecosostenibile. Il problema del Gargano è che non si è mai saputo affrontare sino in fondo le criticità. Il Parco deve tornare a recitare il ruolo di punto di riferimento per i cittadini, le realtà economiche e le istituzioni locali. La mission di questo Ente dev’essere la valorizzazione del territorio e non l’alzare steccati. Il Parco deve assumere il ruolo di leadership territoriale in fatto di programmazione della salvaguardia e valorizzazione del patrimonio agro-silvo-pastorale del Gargano. Ora abbiamo le regole per codificare gli interventi necessari.

“La priorità - sottolinea - è quella di risolvere le emergenze al fine di poter programmare in maniera ordinata. Noi tutti protagonisti di questa operazione di rilancio del territorio dobbiamo imparare a guardare oltre il nostro steccato, in quanto la capacità di apertura ci aiuterà a maturare insieme e stabilire regole comuni che poi tutti coloro che saranno presenti sul territorio (Istituzioni, cittadini, attività economiche e turisti) avranno il diritto e il dovere di rispettare. Il Parco ha peculiarità che vanno al di là dei confini territoriali di ciascun Comune. Conoscenza e condivisione dei suoi strumenti di pianificazione e regolamentazione rappresentano l’unica possibilità per vincere le sfide del futuro. Per questo auspico che si comincino a chiarire le responsabilità della gestione del territorio. Il mio augurio, comunemente sentito da tutti i sindaci della Comunità, è che questo lavoro di confronto sia costante, affermandosi come un sano e proficuo protocollo. Abbiamo la responsabilità - conclude - della governance del territorio e quindi il dovere di realizzare obiettivi generali importanti per il bene di tutti. Il tavolo di confronto deve avere tre pilastri: il reciproco rispetto, la trasparenza e l’assenza di retropensieri. Il Gargano ha bisogno di un consenso unico sulla direzione di marcia”.

 Ufficio Stampa

 

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