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05/10/2010

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HALLOWEEN? “MA MI FACCIA IL PIACERE!”

Clicca per Ingrandire Ci sono le zucche, è vero. E anche a Orsara di Puglia prendono sembianze umane. Ma le similitudini fra Halloween e l'orsarese festa dei "Fuca coste e cocce priatorije" (Falò e teste del purgatorio) finiscono qui. L'appuntamento con il "dolcetto o scherzetto", che non appartiene neanche lontanamente alla cultura orsarese, si svolge la sera del 31 ottobre. A Orsara di Puglia, invece, falò e zucche antropomorfe accendono la notte del 1° novembre.

Diverso il significato dei due eventi: da un lato le tenebre, il commercio e la plastica di un appuntamento tipicamente americano; dall'altro, e torniamo sui Monti Dauni del Foggiano, ci sono la luce della fede, il culto dei defunti, il gusto genuino di tavole imbandite in ogni strada, la condivisione di un momento di comunione, la magia autentica del legame misterioso e pieno di rispetto tra mondo dei vivi e quello di quanti continuano a vivere nella nostra memoria.

Con Orsara di Puglia Halloween non ci azzecca proprio. Un tempo si usava porre dell’olio in una bacinella piena d’acqua e sopra si poneva un treppiede con una lampada (luce a olio): alla fioca luce della candela, si poteva assistere, secondo i vecchietti, alla sfilata delle anime del purgatorio. Un corteo senza nulla di pauroso che, al contrario, costituisce l’attimo di una ritrovata e misteriosa unione fra due mondi.

Nel “paese del’Orsa”, ancora oggi, il 1° novembre risuona per le strade il crepitio delle ginestre e in ogni angolo arde un falò. Elemento caratterizzante è la ginestra. Per quale motivo? La ginestra è un arbusto che cresce abbondantemente sui fianchi dei monti e delle colline orsaresi. E’ profumato e si volatilizza facilmente, facendo sembrare che il legame cielo-terra si compia sotto i nostri occhi.

Solo a Orsara i fuochi, “fucacoste”, si accendono la sera del primo novembre: per tutta la notte ardono numerosi, caldi, luminosi, a creare un’atmosfera di magico incanto e comunione. Vicino alle abitazioni si appendono le zucche antropomorfe con una candela accesa all’interno e le vecchiette, prima di andare a letto, prendono dal falò un po’ di brace e la portano in casa, deponendola nel camino o in un braciere.

E’ convinzione che le anime dei defunti, ritornando fra i vivi, facciano visita ai parenti e tornino alle dimore dove avevano vissuto, si riscaldino e continuino il loro peregrinare per tutta la notte. Altro elemento curioso era ed è la compartecipazione al fuoco: se non si provvede a farne uno proprio, si partecipa al rito mediante l’apporto di qualche fascina o d’alcuni tronchi a quello del vicino.

Secondo la credenza popolare, la zucca accesa avrebbe fatto ritrovare al defunto la casa dove era vissuto, proprio come ha fatto Demetra per far ritrovare la strada a Persefone. Le anime del Purgatorio (cocce priatorije) possono purificarsi attraverso il fuoco dei Fuca Coste. In onore dei defunti, si consumano cibi poveri ma ricchi di significati simbolici: grano lessato e condito col solo mosto cotto, patate, cipolle, uova e castagne cotte sotto la brace.

Anche in questo Orsara è distante anni luce dai ”dolcetti-scherzetti” made in Usa. Niente streghe, dunque, niente maschere e figure grottesche. Piuttosto la conservazione del primordiale senso della festa di tutti i Santi, quella istituita il 13 maggio del 609 da Papa Bonifacio VIII quando la Chiesa sovrappose un’interpretazione cristiana a una pratica di origine pagana.




 Uff. Stampa Comune Orsara di Puglia

 

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