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27/09/2010

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“CULTURA GARGANICA”: SPIEGATECI DI COSA SI TRATTA

Clicca per Ingrandire Il Gargano è una terra di cultura, arte e storia, terra ricca di tanti beni storici e artistici che spesso non sono protetti e curati. Peschici, perla del Gargano nonché meta rilevante del turismo balneare, possiede enormi risorse naturali, culturali e archeologiche che potrebbero essere utilizzate come attrazione della vacanza non solo intesa come svago ma come cultura del nostro territorio.

Tante iniziative culturali nell’arco degli ultimi anni sono andate a consumarsi come una candela accesa da tempo, per la mancanza di responsabilità da parte degli enti territoriali che fra i loro compiti hanno la salvaguardia e l’incentivazione di queste iniziative riguardanti la nostra cultura. Sono stanco e irritato nel sentire la frase “Cultura Garganica” solo durante la campagna elettorale ricca abbondantemente di promesse e buoni propositi. Poi, quando la campagna arriva a concludersi, la Cultura - dispiace dirlo - va nuovamente a celarsi nel tetro buio di disinteresse dove per anni è stata lasciata. Lontano dalle nostre anime.

La domanda è: cosa è la “cultura garganica”? Come si intende proteggerla e soprattutto quando e come? Ora basta! Esigo una risposta da parte degli Enti su questa importante e problematica domanda. Come possono le vostre coscienze operare giornalmente dimenticando le nostre origini, la cura e salvaguardia dei nostri beni territoriali. Parlando di turismo, poi, che per la nostre incompetenze tende sempre più a consumarsi e consumare la dignità e il nome del nostro territorio! Intanto continuiamo a far morire anche quel poco di cultura che ci è rimasta per identificare la nostra storia e provenienza. Ma soprattutto continuiamo a combattere coloro che alla cultura e al suo risorgimento dedicano tempo, passione e amore.

Continuiamo ad abbattere il restante muro di storia e cristianità dell’Abazia di S. Maria di Calena, una delle più importanti e antiche Abazie d’Italia. Continuiamo a contribuire alle rovine del tempo delle nostre necropoli e aree archeologiche. Continuiamo a dimenticare le Mostre storiche e artistiche, continuiamo a lasciare in difficoltà i Musei, continuiamo a rendere possibile l’inquinamento dei nostri beni naturalistici (il mare, i nostri poco eleganti boschi, le nostre spiagge…). E poi ci permettiamo di affermare che il nostro territorio non cresce a livello culturale come dovrebbe.

Giorni fa ho scritto un breve pensiero per rispondere all’invito dell’Associazionismo Attivo del Gargano riguardante la festa di S. Maria di Calena: “Grazie per l'invito ricevuto. E’ sempre di conforto sapere che l'associazionismo continua a lavorare e lottare per il nostro splendido Gargano. Purtroppo non sarà per me possibile unirmi a voi durante la manifestazione e la venerazione di S. Maria di Calena, data la lontananza, ma sarò comunque vicino a voi tutti con lo spirito. Spero che questo 8 settembre 2010, festa di S. Maria di Calena, illumini la coscienza e la ragione dei proprietari affinché questa lunga faida anti-culturale per la ristrutturazione finisca definitivamente e si inizi un percorso di lavoro cooperativo per la salvaguardia di questa antichissima Abazia. Un grande saluto a voi tutti. Io, per cause di forza maggiore, non sono più sul Gargano, ma è come se continuassi a esserci, quindi continuate a tenermi informato, perché voglio continuare col mio piccolo contributo a cooperare con l' Associazionismo Attivo del Gargano”.

La stessa speranza la ribalto, generalizzando, su politici ed enti territoriali: mettiamo la parola fine a questa lunga “faida anti-culturale” e iniziamo tutti, in sinergia, un percorso di cooperazione per rendere “vive” e “attive” salvaguardia e protezione della Cultura dei magici territori del nostro territorio. Dobbiamo lavorare insieme e solo uniti conseguiremo frutti abbondanti, dolci e succosi, che potremo regalare non solo a noi ma alle generazioni future. E sia ben chiaro: questa lettera non vuole attaccare o offendere l’operato di politici ed enti garganici, ma solamente riaccendere la fiamma della candela che finora si è consumata e spenta, cercando di illuminare l’animo umano e ottenere maggiore sensibilità e cooperazione, ma soprattutto aiuto, affinché il nostro territorio si vesta di quell’eleganza e importanza che abbiamo diritto ad avere. Grazie.

Davis Maggiano

 Redazione

 

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