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27/09/2010

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TORNANO LE FIAMME DI PESCHICI: CHE BARBA CHE NOIA, CHE NOIA CHE BARBA

Clicca per Ingrandire Suona il telefonino. E' mia mamma. So già cosa vorrà dirmi: che c'è il Gargano su RaiUno, ma io sono già lì, davanti alla tv, in attesa di vedere il servizio di Linea Blu della settimana scorsa dedicato al nostro territorio. Linea Blu, il classico programma riservato a mare e vacanze, con quelle musiche e riflessi di sole che regalano emozioni, la barca che pesca, i sapori tipici, l'orizzonte che si spinge all'infinito. Ammettiamolo pure: un programma dove alle volte fanno sembrare tutto bello e splendente, curato, pulito, anche incontaminato.

Il servizio inizia proprio con queste suggestioni: mare, sole, natura, giri in barca sulla costa garganica. Ma a un certo punto incombe, come fosse accaduto solo ieri, il ricordo di quel 24 luglio 2007! Ricordo… si fa per dire, perché in un attimo il programma sembra trasformarsi in un servizio sul terremoto di L'Aquila, come se l'incendio fosse accaduto solo qualche giorno fa. E così - direi troppo insistentemente - continuano ad alternarsi immagini di quel fuoco e quella tragedia, giusta da non dimenticare, ma decisamente fuori contesto. Le immagini raramente mostrano la situazione attuale, la più parte di esse riguardano proprio servizi girati in quei giorni, con alberi ancora fumanti, migliaia di carcasse d’auto e camper bruciati, e la voce della presentatrice che accompagna le riprese quasi fosse davvero ancora tutto così impressionante... forte!

Ma, a restituire un po’ di giustizia al servizio, ci pensa Rodi Garganico, raccontata come una Positano, un posto meraviglioso che nel nuovo porto trova il forte rilancio turistico, con racconti sulle attività mercantili dell'800, e anche buone proiezioni fascinose e accattivanti. Bene così, certo, ma a Peschici è stato davvero riservato qualcosa di diverso. Tanto contento per Rodi, quanto insoddisfatto per Peschici. E anche per Capoiale, quando la località, proprio dinanzi all'arcipelago più bello d'Italia (le Isole Tremiti), viene descritta come ipotetica meta turistica dove poter "fare il bagno con le meduse". Ma torniamo a Peschici. In effetti c'è stata una spruzzata gastronomica e culturale con le riprese al trabucco di Monte Pucci però, continuando il servizio, si è pensato di tornare ancora sul fuoco, ancora su quelle immagini "gialle e arancioni", offrendo uno spettacolo indecoroso della costa peschiciana.

Ora vorrei dire questo. Innanzitutto sgombriamo il campo da eventuali equivoci: non intendo in alcun modo vestire i panni di chi vorrebbe "nascondere" le proprie brutture. Infatti, il mio pensiero è diverso: non ho trovato assolutamente di buongusto offrire quello spettacolo indecoroso, poiché fuori luogo, fuori contesto e fuori tempo. Linea Blu, com’è nella sua verve, dovrebbe occuparsi di bellezze ed emozioni attraverso il mare. Se poi, nel caso più particolare di Peschici (ma anche delle meduse di Capoiale o della nave Eden V), decide di fare servizi a mo’ di inchiesta, allora le domande dovrebbe rivolgerle ad altri. O meglio, quel racconto demagogico sui danni degli incendi e quelle immagini continuamente ripetute dovrebbero essere accompagnate da altrettante domande di responsabilità.

Che senso ha intervistare il commissario del Parco Nazionale, Pecorella, se poi lo si fa solo per sentirsi dire che "il Parco sta guardando avanti...” - si fa per dire - con servizi multimediali che già dieci anni fa sembravano obsoleti, solo perché tendono a dare un'immagine di sviluppo? Perché i giornalisti Rai non vengono da noi a chiedere "dov'è il Parco, e cosa non sta facendo?" Oppure non vanno a scovare, dopo tutta la salsa rigirata sugli incendi, chi dovrebbe dare risposte su un territorio abbandonato al destino di chi lo abita… come Peschici? Perché facciamo vedere il “brutto” (anche se non era il programma indicato) e poi agli eventuali responsabili delle soluzioni adottabili gli chiediamo il “bello”? Vorrei, non un servizio su Linea Blu, ma dieci su Striscia la Notizia, perché è così che si fanno certi reportages quando si decide di parlare di problemi e degrado, con seguito di domande a responsabili ed eventuali promesse di soluzione.

Il comandante della Capitaneria di Porto di Vieste si è lasciato andare sulla nave Eden V e sulla sua rimozione in pochi mesi. L'ho apprezzato, ma avrei preferito che per strappare quella promessa fossero andati da qualche organo un po’ più in alto, sì perché in questo territorio a promettere son bravi tutti, poi succede che le brutte figure le lasciano fare a chi magari si è lasciato andare a uno slancio di ottimismo. Perché non hanno chiesto a Pecorella chi andrà - quando qualcuno finalmente si deciderà - a rimuovere quella discarica sulla spiaggia di Lesina visto che l'hanno mostrata insistentemente? E poi, considerando il tempo dedicato all'incendio di Peschici, come mai i giornalisti Rai - sempre che vogliano fare inchieste - non hanno chiesto a nessuno dei tanti alberi ancora abbandonati e molte volte pericolanti? E dei risarcimenti che quasi nessuno ha avuto? Di gente che si è ritrovata col sedere per terra dopo le imbarazzanti promesse di Rutelli, Vendola e... Berlusconi?

Per questo mi sento di indirizzare un consiglio alla redazione di Linea Blu: venite pure e raccontate, ma non pensate di poter fare giustizia riprendendo il “bello” e il “brutto”, mescolandoli come un "Martini Dry" e annacquandoli con domande fuori luogo e a persone sbagliate. Se parlate della nostra terra, occorre rispetto per la terra ma anche per chi la vive, la abita, e tante volte getta un seme anche se sa che, forse, quell'albero non crescerà mai.

Gaetano Berthoud

 Garganonews.it

 

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