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11/09/2010

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ALTRA SCOPERTA DEGLI “ARGODIANI”

Clicca per Ingrandire Indagini più approfondite potrebbero confermare che sullo stipite sinistro del portale del castello di Peschici c’è l’immagine della “Triplice cinta sacra”. La scoperta, se confermata, è da ascrivere ad Andrea Grana, componente del team archeo-speleologico Argod di San Nicandro Garganico. Il triplice quadrato concentrico venne scoperto circa tre anni fa, ma le tracce erano molto labili, tanto che non era stato possibile averne la certezza.

“Non potendo usufruire di mezzi tecnologici - spiegava Grana - né avvalermi di persone competenti in materia per analizzare dei campioni della pittura, ho condotto le mie ricerche percorrendo due strade: la ricerca storica e l’analisi scientifica dell’immagine attraverso software professionali. Mi sono avvalso della collaborazione di Piero Giannini e dell’aiuto di Alberto Rignanese, di Mattinata, specializzato nell’uso di software d’avanguardia nella grafica e sull’analisi dell’immagine. Quel che ne è venuto fuori è decisamente molto interessante”.

L'eccezionalità della scoperta sta nel fatto che per la prima volta non ci troviamo di fronte a un’immagine scolpita, bensì a una pittura che, in modo molto evidente, disegna figure geometriche che richiamano l’ormai ben nota “Triplice cinta sacra”. Resta da capire in che epoca sia stato tracciato e se le intenzioni erano quelle di rappresentare proprio il simbolo più controverso e misterioso del Gargano.

Difficile ricavare, non essendoci documenti ufficiali, informazioni precise sui blocchi del portale. Alcuni storici locali si dicono certi che il tipo di pietra è del luogo, e quasi tutti convergono sul fatto che quei blocchi non sono sorti insieme al castello durante la sua prima edificazione. Si può anche pensare che siano stati presi da altre strutture e riadattate per comporre l’ingresso del castello, ma non è da escludere che siano stati apportati in fasi successive forse quando si pensò di chiudere la fortezza in un recinto baronale.

Non ultimo, che quei blocchi appartenevano a un’altra struttura facente parte sempre del complesso del castello. Di certo c’è che quei blocchi sono antichi di diversi secoli e che i restauratori di fine Novecento non li abbiano né toccati né sostituiti. Da ricordare che, pochi mesi fa, lo stesso team ha scoperro una terza Triplice nel complesso abbaziale di Càlena, distante meno di un chilometro dal castello.

La “Triplice cinta sacra” è una struttura geometrica costituita normalmente da tre quadrati concentrici raccordati da quattro segmenti perpendicolari. Una simbologia tuttora non spiegata.

Francesco Mastropaolo


LA SCHEDA = Il simbolo della triplice cinta (foto del titolo; ndr) è molto antico, presente in tutto il mondo e ritrovato persino presso civiltà preistoriche e megalitiche. Sia pure nella sua versione circolare, era già ben conosciuto e utilizzato dalla civiltà del Bronzo. Triplice è la cerchia druidica delle mura dei Celti e nella Bibbia troviamo menzionati i tre cortili cinti da pietre del Tempio di Salomone (I Re, 7, 12), ma anche la Gerusalemme celeste con dodici porte (Apocalisse, 21) mostra il medesimo schema. Nel Medioevo si trova in varie versioni nelle cattedrali gotiche (Amiens e Somme) e venne adottato dai Templari che lo usavano per contrassegnare luoghi di particolare sacralità tellurica. La si ritrova spesso incisa sia in orizzontale, sia in verticale, sui muretti e sulle soglie dei gradini delle chiese medievali fino al XIII-XIV secolo.

 GdM + Redazione

 

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