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24/08/2010

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TURISMO, NON È ANCORA LA STAGIONE DELLA RISCOSSA

Clicca per Ingrandire Confesercenti presenta l'analisi del settore. La stagione non è ancora quella della riscossa ma nemmeno l'annus horribilis del 2009. Lenta ripresa per il comparto turistico nella stagione in corso. "Le performance di agosto sono discrete, ma settembre è ancora un'incognita. A conti fatti penso che le prenotazioni alberghiere potranno scendere del 10 o addirittura del 15 percento". Assoturismo-Confesercenti, esprime preoccupazione per quella che doveva essere la stagione della riscossa del turismo italiano e invece rischia di chiudersi fra l'insoddisfazione generale.

Gli operatori parlano infatti di una ripresa in atto ma ancora timida, denunciano costi di gestione troppo alti e un "prodotto Italia" in flessione a causa della concorrenza delle mete estere del Mediterraneo dai costi più competitivi. "I numeri dell'estate - spiega Albonetti, presidente di Assoturismo - non sono entusiasmanti, alla fine penso che assisteremo a una leggerissima ripresa, ma comunque ancora troppo debole e discontinua".

Albonetti invita poi a interpretare correttamente i numeri di agosto. Per fare il pieno, l'hotellerie italiana ha infatti lasciato invariati i listini a scapito dei margini delle imprese. "Sono tre anni consecutivi che per andare incontro alle esigenze dei clienti - precisa il presidente di Assoturismo - gli albergatori non ritoccano all'insù i prezzi". In questo modo, spiega, "si è riusciti ad ammortizzare gli effetti della crisi andando però a comprimere i ricavi aziendali".

Vacanze ancora col freno tirato, dunque, anche se, va detto, non sarà un'estate fotocopia dell'anno passato, ricordato dai più come l'annus horribilis del settore. Il tema di fondo resta però uno: gli italiani si confermano ancora incerti e non propensi a scialare, tanto meno per la spesa alberghiera. Del resto lo aveva sottolineato il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla (foto 1 sotto; ndr), in apertura di stagione. "Fra luglio e settembre - spiegava citando i numeri dell'Osservatorio nazionale del turismo - andranno in vacanza 30 milioni di italiani, oltre il 15 percento in più rispetto ai 25,9 milioni del 2009, ma il risultato non si tradurrà nel 15 percento in più di fatturato perché i prezzi si sono ridotti e si è ridotto anche il tempo medio di permanenza".

Invita alla cautela anche il presidente di Assoviaggi-Confesercenti, Amalio Guerra. "Inutile negarlo, la stagione estiva risente ancora della crisi e della sempre più ridotta disponibilità economica delle famiglie. Gli italiani non hanno certo rinunciato alle vacanze però per l'estero hanno privilegiato le mete più economiche del Mediterraneo come la Grecia, la Croazia, la Spagna e anche il Mar Rosso. E la scelta è stata guidata il più delle volte da esigenze di budget piuttosto che dai reali desideri".

Ma a preoccupare è anche la "flessione del 'prodotto Italia'. "Il problema - spiega Guerra - è innanzitutto di costi, poco competitivi. All'estero i bambini non pagano, mentre in Italia sì. E' quindi comprensibile che spesso il turista straniero finisca col preferire mete alternative dai costi inferiori". E anche sul fronte della stagionalità, sostiene il presidente di Assoviaggi, molto resta ancora da fare. "I flussi turistici - evidenzia - si concentrano esclusivamente nei mesi estivi con carichi notevoli per le strutture ricettive".



 Rai News 24

 

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