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19/07/2010

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ETERNA LOTTA: UOMO-NATURA. CHI VINCERÀ?

Clicca per Ingrandire Qualche giorno fa, una mareggiata ha sconvolto le coste del Gargano e come sempre il mare è stato ritenuto il gran colpevole, meglio: il capro espiatorio. Nel tentativo di ristabilire la verità, ho documentato fotograficamente le spiagge del Gargano da Lido del Sole a Pugnochiuso (http://www.facebook.com/album.php?aid=156363&id=1561731656&l=d260b48b76). Questa volta l'intento non è quello di evidenziare le bellezze naturali e paesaggistiche del Gargano, ma di indicarne i punti critici, al fine di tutelare e salvaguardare la nostra bellissima costa, le nostre spendide spiagge, troppo spesso preda di nuovi "vandali" che le aggrediscono e le deturpano, assoggettandole a interessi economici deprecabili col silenzio-assenso di Amministrazioni pubbliche silenti.

La proposta, vista da tanti come pura provocazione ma realizzabile, è ricostituire almeno la fascia di dune mobili, conservandone e tutelandone l'importante vegetazione, troppo spesso asportata annualmente da mezzi meccanici per dare sempre più spazio all'industria turistica, anche indietreggiando di qualche metro i tanti campeggi e villaggi turistici che hanno apposto le recinzioni proprio sul vertice delle dune, favorendo l'erosione e lo squlibrio nei raporti naturali tra sabbia, vento e mare. Un progetto che sottoporrò al più presto al Comitato per la tutela del mare del Gargano che presiedo.

I contributi in questo senso non sono mancati: Nello Biscotti, botanico garganico, ha scritto un articolo importantissimo sull'importanza delle dune (http://www.puntodistella.it/news.asp?id=3844) e Carolina Benincasa, geografa toscana, un altro (a seguire la sintesi; ndr).

Michele Eugenio Di Carlo


LE DUNE: PREZIOSISSIMA TESTIMONIANZA DI VITA

“… Diversità: è questo il termine che identifica la nostra bellissima regione italica. Montagne splendide dai colori diversi ad ogni ora del dì, colline dolcissime, mare dal trasparente colore smeraldo o dal profondo intenso blu indaco. E le coste!!! Non vi è un tratto uguale ad un altro, così diversi i paesaggi che incorniciano lo stivale. Ripide, scoscese o piatte, ma mai monotone: è questo un aggettivo sconosciuto alla nostra Italia, donano una magia in più, una ricchezza per lo sguardo, quando al tramonto Ra (il sole, divinità egizia; ndr) infuocato scende lieve, eppur imponente, scomparendo in un mare dai mille scintillii, salutando il dì che rinascerà da lì a qualche ora.

“Magia ! Magia sono i non altissimi rilievi che costituiscono una preziosità in più!
Non sono brulle come in altre regioni del mondo, ma pregne di vita, di elegantissimi fiori dall’intenso profumo e dai verdi più o meno intensi. Il loro nome è “duna”, site lungo le coste. E non sono solo affascinanti, quasi misteriche quando il vento invernale conversa con i rami degli alberi o con le graminacee, sono utilissime per la salute di Gaia (la terra; ndr) in generale e del nostro Paese in particolare. Ricordo un tardo mattino di primavera, una giornata riscaldata da un Ra che si era fatto spazio fra le nuvole ed un vento fresco che muoveva la bassa vegetazione ed i rami dei pini mediterranei che limitavano le dune.

“Avevo conquistato la cima di una di esse, in genere raggiungono cinque o sette metri, vivendo il vento, il Ra ed il mare quasi verde smeraldo. Un’atmosfera catartica, ero in perfetta simbiosi con Gaia, il vento fra i capelli, la sabbia che talvolta raggiungeva il mio viso senza ferirmi, Gaia mi raccontava di sé, dei Tempi passati, un grillo saltellava e qualche farfalla sfiorava il mio viso rendendomi spettatrice e al contempo protagonista in toto di tale momento magico.

“Oltre a tale realtà le dune hanno una ricchezza che spesso sembrerebbe sfuggire a taluni: la difesa di Gaia e dei suoi abitanti. Esse, infatti, impediscono con la loro presenza il verificarsi, periodicamente ma costantemente, di un greve pericolo: ovvero di bradisismi positivi che provocano l’inaridimento del terreno spesso dedito a significative forme agricole per l’economia del luogo con conseguente desertificazione, che per motivi diversi è, da tempo, presente in molte aree del mediterraneo. Le dune, così fragili all’apparenza per il loro essere costituite da sabbia, possono ben offrire un valido quanto deciso “alt” a questo disastro.

“E che siano “semplici”, costituite cioè da un rilievo dell’altezza di 5 o 7 metri con venti sempre costanti che donano pochi lati scoscesi e una forma quasi piramidale, o che siano “composte”, dalle dimensioni più imponenti e spesso sormontate da dune più piccole o infine “complesse”, quando i due precedenti tipi si fondono divenendo appunto una struttura terza grazie ai venti incostanti, le nostre amiche dune vanno difese dalle ingiurie di urbanizzazione selvaggia delle coste (vedi porti turistici, spesso inutili, estrazione di sabbia incontrollata, antropizzazione irrazionale delle coste che, ahimè, si stanno evidenziando fin dagli anni ’50 o altre inutili quanto dannose iniziative).

“Nulla potrà sostituire la bellezza di simili sculture, talvolta assimilabili alle misteriche strutture del Sahara, facendo rivivere il dolce silenzio della natura e, se pur nel nord dell’Europa si possono fare acrobazie su dune site all’interno di taluni Stati, nel nostro territorio le dune sono quasi in toto site nella zona costiera, nei pressi delle foci dei fiumi o in fondo al mare (in tal caso le dune sottomarine avranno dimensioni proporzionate alle onde che si realizzano sulla superficie). Un mondo da scoprire, dalle forme originali quando la pioggia insiste su di esse, scolpendo dei solchi lungo i loro lati, divenendo quasi simili ai calanchi, realtà affascinanti e tipiche delle zone del Mediterraneo, e non solo.

“E, se l’aspetto “difensivo” delle nostre dune è indiscutibilmente determinante, altre realtà le rendono affascinanti, quanto necessarie per la vita di Gaia. Mi riferisco alla fauna e alla flora che in esse si possono ammirare: un ecosistema unico nel suo genere per la specificità, per i colori e le forme. Accennavo ai solchi che le acque piovane provocano lungo i crinali (amo chiamarli così quasi considerando le nostre amiche delle montagne in miniatura), è proprio in tali zone che si riscontra una fitta vegetazione costituita in prevalenza da fitte formazioni erbacee che danno un intenso colore verde alla duna.

“La forma vegetativa che si evidenzia è ovviamente la macchia mediterranea erbacea, quali le graminacee altresì definite pioniere, che si nutrono delle alghe decomposte e depositate ‘in situ’ durante temporali e hanno lo scopo di trattenere fra le lunghe foglie filiformi la sabbia trasportata dal vento (in pochi anni eleveranno la duna a 5 o 7 metri). Tali piante arricchiscono di azoto il terreno, permettendo l’insediamento di altre specie erbacee, vedi nello specifico la gramigna delle sabbie (Elymus Farctus, Agropyron Junceum, Agropyron Junciforme), l’orzo delle sabbie (Leymus Armarius), lo sparto (Ammophila Arenara, Ammophila Litoralis), l’euforbia marina (una sua specie serviva a Circe per preparare i suoi veleni e, nel Circeo, veniva usata per stordire i pesci) e i muschi (Tortula Ruralis) che con i licheni formano un tappeto compatto, spesso colorando di grigio la duna che viene definita, per tal motivo, “duna grigia”.

“Ma non è solo la duna a essere colonizzata da vegetazione endemica, ai suoi margini e nelle zone comprese fra le dune, quasi valli in miniatura, si possono ammirare il bellissimo iris d’acqua (Iris Pseudacorus), il gramignone maggiore (Glyceria Maxima), la scagliola palustre (Phalaris Arundunacaea), lo giunco comune (Juncus Efusus), lo giunco marittimo (Junceus Maritimus), là dove la falda freatica sarà in prossimità della superficie, o il lino d’acqua (Samolus Valerandi) e il giuncheto comune (Scirpus Holascoemus). Non di rado si possono ammirare su suoli sabbiosi calcarei perché formatosi dall’accumulo di conchiglie.

“Uno spettacolo unico, bellissimo, ma su tali specie emerge un dono che Gaia continua a donare a chi rispetta le dune: il giglio di mare, un fiore dal candido colore stelliforme e dal profumo delicatissimo seppur intenso e dai particolarissimi semi trapezoidali di color nero; a tale dono di Gaia sono stati dedicati ben due musei per poter ammirarne ‘in toto’ la candida bellezza che, se pur endemico della Sardegna e della Corsica, si può ammirare in molti luoghi.

“Ma una rarità fra le dune della bellissima terra pugliese sopravvive, oggetto di analisi, di progetti finanziati dall’Unione Europea e dalla Regione Puglia e realizzati dal Museo Orto botanico dell’Università di Bari: il Cisto. Una pianta che dona un piccolo e delizioso fiore a quattro petali dal delicatissimo color avorio e dal cuoricino giallo oro. Esso si trova nelle zone del lago di Lesina, ove il Comune ha effettuato il censimento per determinarne le caratteristiche e i prodromi per la conservazione del ‘cistus clusii dunal’ o ‘cistus di clusius’. Sempre nella zona della splendida Oasi di Lesina si possono ammirare la gariga a rosmarino, la gariga bassa, la fiumara viscosa e l’eliantemo jonico.

“Gli abitanti delle nostre dune non sono solamente le piante la cui funzione è ben chiara, ma anche la fauna costituita da deliziose farfalle (Pontia Daplecide, Polyammatus Icorus, Thymelicus Acteon), da coleotteri (Cincidela e Pinelia), da cavallette (Sphingonotis Personales e Acrotylus Longips), da vespe (Bembix Mediterranea, (Smieromyrun Viduata ). Non bisogna obliare i dolcissimi pettirossi, il simpatico Occhicotto, il merlo e le grucciaie. La complessa e preziosissima diversità comprende anche la volpe, il tasso e le testuggini di terra e di palude. Un universo pregno di vita che va rispettato, anche perché con le sue ricchezze permette l’esistenza di piante arboree, quali il bellissimo Pino mediterraneo dalla larga chioma, che arricchisce con il suo intenso profumo di resina l’atmosfera salmastra.

“Nella splendida terra pugliese una ricchezza in più, un raro tesoro trova vitalità anche grazie alle Dune. La pianta più bella e più generosa del clima mediterraneo: l’Olea Mediterranea, da qualche tempo arricchita del riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta (DOP). In particolare, nella bellissima regione si possono evidenziare moltissimi ulivi millenari che donano, instancabili, il loro prezioso frutto da cui si può estrarre il preziosissimo oro verde dalle sfumature luminosissime perché imprigionati i raggi con cui Ra generosamente avvolge tale regione. Amo moltissimo questi grandi saggi tanto da scrivere una favola tesa alla educazione e al rispetto verso tale bene. Altre preziosità fanno da cornice alle nostre amiche dune, quali i boschi di leccio, macchie di Ginepro coccolone e di Ginepro licio, che si possono ammirare nella bellissima zona di Lesina.

“Le suggestive dune pugliesi si estendono per ben 130 chilometri e per l’80 percento sono costituite da dune naturali, che difendono non solo le terre limitrofe ad esse da erosioni, da desertificazioni, le profumatissime pinete, le coltivazioni degli ulivi, ma anche l’habitat umido dell’entroterra, le praterie della poseidonia, le lagune. La dinamica e sensibile gente di Puglia ha da sempre destinato molta cura a tali ricchezze, realizzando importanti iniziative quali il parco dell’Ofanto, il sistema parco delle dune costiere, il SAC (Sistema Ambientale Culturale), due aree protette incluse nel progetto europeo “NATURA 2000”, finalizzate anche alla difesa delle Torri d’avvistamento e ai cordoni dunali ove vive un raro ginepro.

“Significativa importanza hanno assunto nel tempo i convegni realizzati in Toscana e in alcune zone della solare Terra Pugliese, aventi per tema il far conoscere l’importanza delle dune e della loro difesa. Sarà opportuno continuare tale modus di conoscenza e di responsabilizzazione anche per le dune site nella splendida misterica zona del Gargano. Preservare le dune in assoluto è necessario, con esse si preserveranno preziosissimi momenti di Storia, di vegetazione rarissima, i litorali e le terre ad esse limitrofe da erosione irreversibile e dalle conseguenze gravissime già descritte. Si potranno creare importanti Poli di Sviluppo Turistico, momenti di informazione scientifica da realizzare mediante escursioni in questo particolarissimo ecosistema e finalizzati, oltre che alla conoscenza, anche a creare una coscienza e conseguente responsabilizzazione.

“Gaia e i suoi splendori parlano agli esseri sensibili dei propri doni ma anche a coloro che vedono tali ricchezze in veste economica. Gaia dedica il suo amore a tutti. Occorre ascoltarla, sempre. I sensibilissimi e dinamici figli della bella, splendida, solare terra pugliese hanno da sempre dimostrato di esaudire i desideri di Gaia. Il Gargano, e la Puglia tutta, non potrà e non dovrà mai subire le ingiurie che in altri luoghi del Pianeta sono “normale agire”. Se rispettate nelle sue diversità, nelle sue preziosità, e le dune sono una preziosità, doneranno gioia, arricchiranno lo spirito con i loro colori, i loro profumi, le splendide diversità per molti secoli ancora, rendendo il quotidiano più lieve, più salubre, perché arricchito da tali meraviglie catartiche (Carolina Benincasa),”




 Redazione (foto Michele E. Di Carlo)

 

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