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02/07/2010

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“LA LUNA, VIOLA E… L’ALTRA”

Clicca per Ingrandire La sera era calda. Una di quelle sere che arrivano poco prima dell’estate, quando l’aria è densa di odori vivi e le donne scoprono le loro grazie.

Viola teneva la testa poggiata col mento sulle mani e guardava la luna dalla finestra amica. La finestra le mostrava il mondo ogni mattina, il mondo che veniva dopo i sogni. Ma quando osservava la luna si sentiva arrossire di piacere e si toccava pensando… all’altra. Che la faceva sentire così viva, così sporca, così porca, così indecisa, così divina.

Si toccava con la mano, si strofinava con l’indice e il medio, e si sentiva ardere sempre di più. Faceva sesso con la fantasia. Chiudeva gli occhi e vedeva l’altra, che la guardava intensamente, poi la sfiorava con lussuria. Il suo clito vibrava e fremeva, entrava in contatto con quello dell’altra e tutt’a un tratto il mondo si accendeva sotto nuova luce e nuova vita. Con la realtà lontana mille miglia, il cuore batteva, l’anima gemeva, l’ego urlava, Viola… veniva. Era la cascata del piacere, la liberazione di un demone che esplodeva esultando.

Naufraga nell’estasi, si gettò sul letto, stanca, soddisfatta. La luna era sempre là, fuori della finestra, a osservarla. Lei amava l’altra, ma non poteva confessarle il suo amore per paura di perderla. Magari non avrebbe capito e lei avrebbe sofferto per la propria diversità. Come se l’amore si potesse programmare, come se l’amore fosse una parola scritta in un libro sessista che la condannava. Nel mondo bigotto e falsamente progressista di sua madre, l’amore che Viola provava non era contemplato.

Si sentiva condannata alla vergogna. Prese a piangere, soffocata dal mondo che la finestra le mostrava ogni mattina.

Nel suo più recente passato aveva provato ad amare gli uomini, ma era sempre rimasta delusa dal loro amore. La facevano soffrire, non la capivano, non sapevano leggerle dentro, almeno non come era capace di fare Elvira, la sua migliore amica. Dunque soffriva, e solo la realtà dei sogni la rendeva felice. E di quella felicità lei non poteva fare a meno.

Quella notte Viola decise di sognare per sempre… e s’impiccò.

Michele Marino


 Redazione

 

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