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02/06/2010

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QUI FINISCE IL PALO!

Clicca per Ingrandire Tre passaggi segnalatici da un amico dopo la lettura dell’editoriale di oggi 2 giugno (“Forse non ci siamo ancora capiti!”; ndr) sull’argomento “manifesto non firmato” giunto in redazione lunedì pomeriggio.

PRIMA FRASE = «… Liberare il nostro Paese - spiegano i fondatori (Michelino Esposito, Giuseppe Falcone, Antonio Guerra, Michele Marino) - da un’amministrazione comunale scellerata (la peggiore mai avuta a Peschici)...»

SECONDA FRASE = «… Il quinto consigliere, il pidiessino Antonio Scopece, a meno di ripensamenti, per il momento si è tirato fuori, evidentemente non condividendo il metodo con cui gli altri colleghi hanno ritenuto di contestare la maggioranza trincerandosi dietro la bandiera dell'associazionismo...»

TERZA FRASE = «… I consiglieri non lasciano aperta alcuna porta che potrebbe far pensare ad una eventuale analisi meno pesante; il loro giudizio negativo è totale, anzi, sono convinti che questo sia ancora l’inizio di una lunga serie di errori da parte degli amministratori, al punto tale che “stanno facendo di tutto - sottolineano - per far pentire chi ha avuto la folle idea di dar loro fiducia”…».

Sono stralci di un articolo apparso martedì 1° giugno sulla Gazzetta di Capitanata (pag. VIII) a firma di Franco Mastropaolo. Si direbbe: il diavolo fa le pentole e si scorda i coperchi. Tante, tantissime, le analisi che si potrebbero fare al riguardo. Ci limitiamo a stilarne soltanto un paio, per non infierire… per carità di patria, visto che oggi è la festa della Patria.

La prima sorge spontanea e quasi consequenziale: che bisogno c’era di non firmare il manifesto - e quindi consegnarcelo così, con tacita richiesta di pubblicazione, non firmato cioè - quando, nello stesso momento in cui finiva nelle nostre mani, era stato passato al primo giornalista interessato con la prospettiva di renderlo più visibile? Al riguardo si potrebbe indulgere a una dietrologia pericolosa e deleteria, cui non ci assoggettiamo per la citata carità. Eppure la voglia è tanta…

Che bisogno c’era di concedersi attraverso un manifesto pubblico (a proposito: è stata pagata la relativa tassa di affissione?) all’occhio del cittadino peschiciano tacendo la propria identità e nel medesimo istante rivelarsi a un cronista, abilitato quindi a riportarne nomi e cognomi? Quale urgenza psicologica avrebbe sollecitato i neo “associazionisti” a trincerarsi dietro l’anonimato con la popolazione - di cui pure chiede l’adesione (vedi Terza Frase; ndr) - e spiattellare nomi e cognomi a chi li avrebbe esaltati con un bell’articolo di apertura pagina (il più ambito).

Occorrerebbe interessare uno psicanalista per capirne le motivazioni.

La seconda analisi fa capolino, molto timidamente, fra le trame di quella tetra ragnatela che comunemente viene definita “rapporti sociali e umani”. Perché due dei quattro fondatori, con cui abbiamo avuto l’occasione di parlare dell’argomento, al nostro rifiuto di pubblicazione non ci hanno autorizzato a citarne i nomi, se non di tutti e quattro, almeno i loro? Hanno pensato che avremmo continuato a ignorarne l’identità, a rimanere all’oscuro e con noi (che sgarbo, che sfregio, che schiaffo, che considerazione, che… stalking) ciascuno di quei cittadini che avevano avuto la possibilità di leggere il manifesto prima di essere strappato dai muri?

Questa è la Peschici di oggi?

Sul social network più in voga sulla Rete, Facebook, è nata una pagina intitolata “Questa è Peschici” e gli spot, dissacranti e ironici, che invitano al commento dipingono un paese che non riconosciamo (al punto che non abbiamo inteso iscriverci). Non è questa la Peschici che abbiamo amato dal primo momento che l’abbiamo inquadrata nel mirino della macchina fotografica. Non è questa la Peschici che abbiamo accettato come nostra matrice e nelle cui viscere abbiamo affondato quelle radici che non avevamo mai posseduto. Non è questa la Peschici nella quale abbiamo trasferito tutti i nostri “tesori” e dopo averli persi abbiamo deciso di rimanervi, senza pensarci sopra due volte, senza battere ciglio.

Non è questa la Peschici che ci ha ispirato quattro volte e quattro volte ci ha spinto a superare gli steccati dell’editoria, e invadere campi e settori destinati agli “illuminati” per dare visibilità a… A COSA! A CHI! A una Peschici che non riconosciamo più? Ennò, adesso basta, adesso “qui finisce il palo”!

Piero Giannini


Ps. Però… Però resta la gratuita offesa. E pensare che due dei fondatori sono anche “membri” dell’Associazione “Punto di Stella”, proprietaria della testata! Questo è il loro modo di intendere l’associazionismo?!

 Redazione

 

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  Commenti dei Lettori:

-- 03/06/2010 -- 10:20:22 -- GIUSEPPE

Non posso fare a meno di commentare questo squallido articolo che difende a spada tratta l'amministrazione attuale. Egregio Direttore, chi scrive non si è mai nascosto, non ha paura di nessuno, nemmeno del diavolo. Non commento i contenuti del Suo articolo (non ne ho bisogno), ma voglio solo dire che ricevere contributi (non dovuti) dall'amministrazione non autorizza a gettare fango sulle persone. Ormai si è capito che Punto di Stella è l'organo ufficiale dell'amministrazione Vecera. Ognuno fa le sue scelte. Avv. Giuseppe FALCONE, Consigliere comunale di minoranza, membro di "Liberiamo Peschici" (capito?)

-- 03/06/2010 -- 10:35:35 -- Elio

solidarietà al direttore, si sta cercando di trasformare il suo editoriale in qualcosa di diverso.

-- 03/06/2010 -- 11:12:39 -- GIUSEPPE

Dimenticavo: adesso Punto di Stella si occupa anche dei controlli delle affissioni?

-- 04/06/2010 -- 02:03:28 -- il direttore editoriale

1. SQUALLIDO – “Specchio specchio delle mie brame…” 2. DIFENDE A SPADA TRATTA L'AMMINISTRAZIONE – Ogni sera ne affiliamo la lama rivolgendo un pensiero devoto a fra’ Elio martire-utente, di sicuro non filogovernativo (“… si sta cercando di trasformare il suo editoriale in qualcosa di diverso…”). 3. NON HA PAURA DI NESSUNO, NEMMENO DEL DIAVOLO – Brrrrr.... 4. CONTRIBUTI – Ebbene sì, lo confessiamo: siamo noi gli autentici responsabili del dissesto finanziario del Comune di Peschici! 5. (NON DOVUTI) – Maledetto il giorno che li abbiamo richiesti pensando di fare cosa gradita al popolo (tant’è che il cartaceo non esce in edicola da settembre 2009 e gli ultimi due numeri li abbiamo pagati di tasca nostra)! 6. GETTARE FANGO – “… polvere tu sei e in polvere tornerai…” (Genesi 3:19)

-- 04/06/2010 -- 02:08:12 -- il direttore editoriale

7. PUNTO DI STELLA È L'ORGANO UFFICIALE DELL'AMMINISTRAZIONE VECERA – Ce n’è voluto di tempo per capirlo, ma alla fine… 8. OGNUNO FA LE SUE SCELTE – Nessuno è perfetto (“A qualcuno piace caldo”) e si ringrazia per la concessione. F.to: Prof. Dott. PIERO GIANNINI, presidente Ass. Cult. “Punto di Stella”, direttore editoriale “new Punto di Stella”, scrittore (quattro libri solo su Peschici), collaboratore di varie riviste e quotidiani, vincitore di concorsi letterari, conferenziere, programmatore di iniziative culturali, curatore di mostre, membro di varie giurie qualificate, “Premio Saccia per la Cultura 2008” (c’ho pure la targa e la pergamena!), ex docente, ex vicario di vari istituti, ex iscritto alla Siae come “paroliere”, ex segretario di redazione del quotidiano di vita regionale “Puglia”… poi non mi ricordo più. Ah… l’età, l’età! ... (capito?)

-- 04/06/2010 -- 02:10:06 -- il direttore editoriale

Dimenticavo: Punto di Stella si occupa (anzi... si occupava) di tutto.

-- 04/06/2010 -- 19:48:15 -- Fiorenzo

Incredibile... vorrei tanto... tirar le orecchie. Mi astengo da lunghi discorsi e con solidarietà difendo PUNTO DI STELLA. Solidale non per amicizia ma per il lavoro incredibilmente bello di tutti voi editori.

 
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