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07/05/2008

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VIESTE AVRA” IL SUO AEROPORTO

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La seduta consiliare al Palazzo di Città viestano di lunedì 5 ha partorito… non si sa cosa: una montagna o un topolino? La maggioranza Popolo delle Libertà-Udc ha infatti approvato la variante al Piano Regolatore Generale che prevede la costruzione di uno scalo aeroportuale in località “Piano Grande” (Santa Maria di Merino). Ha stappato lo spumante, ovvio, chi da anni ne auspichi la realizzazione, per motivi ampiamente logistici data la lontananza dal Gargano degli scali di Bari e Pescara, e con un “Gino Lisa” che ancora non provvedeva a riaprire la sua pista alla ClubAir, comunque anch’esso decentrato di almeno cento chilometri rispetto alle località turistiche più accorsate; ha scatenato, al contrario, gli anatemi di chi invece veda nel progetto un “affaire” basato tutto su iniziative speculative indirizzate ai terreni interessati agli espropri (e limitrofi). La querelle s’è fatta subito incandescente, sin da poche ore dopo il termine del Consiglio Comunale. Non stiamo qui a farvene un resoconto in quanto non ci riteniamo in grado di entrare nel merito della vicenda, però dopo attenta lettura di relazioni, istanze e comunicati che la decisione comunale ha scatenato, non ce l’abbiamo fatta a esentarci dal proporre l’interrogativo iniziale. Quella montagna di cui si diceva, si sgretolerà sotto le picconate dei contestatori che sono già partiti all’attacco, oppure il topolino diventerà talmente grande e bello e grosso e forte da riuscire a sbaragliare il campo da dubbi, sospetti, perplessità e chi più si senta capace di aggiungerne, ne elenchi? Non vorremmo che il tutto finisse nelle grinfie della magistratura, altrimenti addio aeroporto (se è cosa buona e giusta), anche perché il nostro pensiero in questo preciso momento è distratto da una considerazione. Nelle strette, strettissime vicinanze del territorio scelto per la costruzione dello scalo, non sono ubicati residence turistici piuttosto appetiti dalla clientela garganica? Pertanto, ancorché auspicando che tutto vada in porto e si arrivi a una conclusione positiva, un altro interrogativo si fa pressante: s’è pensato quale tipo d’inquinamento acustico dovrà sopportare il turista (per tacere dell’atmosferico)? Non facciamo, ce lo auguriamo, come il nostro solito: pretendere la botte piena e la moglie ubriaca. E cerchiamo di non darci la zappa sui piedi. Ormai si sono atrofizzati per tutte le badilate che abbiamo ricevuto e stiamo ricevendo. = ADMIN

 Redazione

 

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