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30/05/2010

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ALLA REGIONE PIACE IL PIANO DEL PARCO

Clicca per Ingrandire “Dialogo, discussione, confronto, queste le nostre linee guida. E la presenza della Barbanente, ossia della Regione Puglia, sta a dimostrare proprio questo”. Il commissario del Parco Nazionale del Gargano, Stefano Pecorella, ha tracciato così, al convegno dibattito sul Piano del Parco del 26 maggio nella sala delle Clarisse a Monte Sant’Angelo, il perché della presenza sul Gargano dell’assessore regionale all’assetto del territorio Angela Barbanente (foto del titolo, fra Pecorella, a sx, e l’ex presidente Matteo Fusilli; ndr).

Un Piano approvato due giorni prima dal neo commissario dell’ente e un risultato giunto a distanza di sette anni dalla redazione della prima bozza da parte dell’Agriconsulting e dopo quindici anni dalla nascita dell’Ente come ente di gestione (DPR 6 giugno 1995). “Rimuovere le norme di salvaguardia ed entrare finalmente in una logica di gestione ordinaria di un’area protetta - gli ha fatto eco la Barbanente: - a questo serve il Piano del Parco che noi, come Regione Puglia, siamo chiamati ad approvare dopo lo sblocco dell’iter da parte del commissario Pecorella, al quale vanno i miei complimenti per la celerità con la quale ha emanato il provvedimento, dopo anni di attesa. L’impegno che mi sento di assicurare, sin da oggi, è che procederemo alla creazione di uno strumento di pianificazione all’insegna della massima condivisione con gli abitanti del Gargano”.

Il Piano, come si ricorderà, è stato “bocciato” dalla maggioranza della Comunità dei sindaci del Parco nella seduta dello scorso 29 aprile. “Non ci piace. Troppo restrittivo” fu la sommaria spiegazione. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il commissario Pecorella, che nel suo intervento ha spiegato il perché: “Lo trovo restrittivo per esempio sull’insediamento delle attività produttive”. Ma Pecorella ha il grosso merito, tra l’altro recependo un sollecito degli stessi sindaci, di aver licenziato il Piano e di averlo inviato a Bari. “Non si poteva più perdere altro tempo” ha detto. Si è così accelerato l’iter.

Una volta adottato dalla Regione, saranno infatti riaperti i termini per le eventuali osservazioni e si arriverà così alla stesura finale. Da subito si aprirà la fase del confronto conclusivo, non più fra sindaci e Parco, ma tutti insieme con l’ente Regione. In pratica nei prossimi mesi si avvieranno i vari confronti tematici fra associazioni ambientaliste, sindaci e imprenditori. Insomma prenderà corpo quello che sarà il Piano del Parco vero e proprio, l’identikit dell’area protetta versione terzo millennio (leggi l'analisi di Mastropaolo in EDITORIALE; ndr).

Verranno fissate le regole, quelle definitive, e si capirà insomma dove si vuole andare a parare. Per esempio dove, quanto e come si potrà costruire. A tal proposito Pecorella è stato chiaro: “Non dobbiamo dire no, non si può fare. Ma al contrario: sì, si può fare, a certe condizioni però. Perché senza tutela dell’ambiente non c’è sviluppo.” All’assessore regionale è stata data anche una copia del Piano. Intanto è emerso il plauso del mondo ambientalista alla sterzata impressa dal nuovo corso dell’ente Parco con la formale approvazione del documento di pianificazione.



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