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16/05/2010

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EVENTO “GUSTAPESCHICI”: SE NE PARLA ANCORA

Clicca per Ingrandire Non ancora spenti gli echi della buona e bella riuscita della manifestazione organizzata dall’Associazione “GustaPeschici” nei giorni 7-8-9 scorsi. Tanto da “costringere” il foglio pubblicato dai giovani della locale Biblioteca Comunale, guidati da Elia Salcuni, a stampare un supplemento di "Bibliotecando" con le dichiarazioni rilasciate dai protagonisti nel corso della presentazione-inaugurazione e raccolte da Gianluigi Cofano. Ve ne riportiamo alcuni passaggi.

Beppe Bigazzi* = E' da più di mezzo secolo che ho l'onore di conoscere il Gargano, un territorio bello in cui la gente è ospitale e straordinariamente disponibile. Dopo la cultura e l'ambiente naturale, l'Italia detiene, sul piano delle attrattive turistiche, una leva di fondamentale importanza costituita dall'enogastronomia. La forza del nostro Paese è rappresentata dal suo passato. Nel passato si investiva per costruire nuove cittadine e la nostra agricoltura era fonte di arricchimento. Pensate all'agricoltura eroica dei nostri anziani, che da un fazzoletto di terra riuscivano a ricavare l'indispensabile per mandare avanti la famiglia.

Noi stessi traiamo origine da quelle che sembrano cose talmente semplici e banali, come il pane e la pasta, ma che in realtà non lo sono. Non ci rendiamo conto, ad esempio, della qualità del pane fatto come Dio comanda. Del resto, come chiarisce una recente ricerca dell'American Airlines, i motivi per cui gli americani vengono in Italia sono in primo luogo l'arte - e con essa l'architettura e il paesaggio - e la gastronomia. La cucina è pertanto una delle ragioni della presenza dei turisti americani nella nostra penisola.

Ogni prodotto è legato al territorio. Nel Gargano troviamo le verdure, le triglie, il pancotto, la fava di Carpino e l'olio, tutte peculiarità alimentari che dimostrano come il buon Dio c'è. Sul piano nazionale, non va dimenticato il vino, diventato la punta di lancia dei produttori agricoli italiani. Attualmente, però, un prodotto di qualità come l'olio è realizzato prevalentemente da produttori industriali i quali vendono, ad esempio, ignobili oli spagnoli spacciandoli per italiani.

Le specialità della tavola sono diversissime da regione a regione. Sotto tale profilo, non esistono i fagioli in generale, ma tanti tipi di fagioli. Vi sono la fava di Carpino e la fava di Monforte, la cipolla di Acquaviva delle Fonti e quella di Certaldo, l'aglio napoletano e l'aglio del Friuli Venezia-Giulia. Va in tal senso chiarito che la fava di Carpino non è la stessa coltivata in Toscana. Dirò di più: come ha evidenziato in una ricerca scientifica pubblicata di recente dalla mia amica preside della Facoltà di Agricoltura dell'Università di Pisa, se la fava carpinese fosse trattata su un terreno diverso dal garganico e con fitofarmaci, perderebbe inevitabilmente tutte le sue caratteristiche nutrizionali, per diventare qualcosa di irresponsabile verso chi la consuma.

Bisogna pertanto mangiare sapendo ciò che si mangia. Vendere i prodotti alimentari senza indicarne l'origine è di conseguenza un'autentica truffa ai danni dei consumatori. Dobbiamo scegliere quello che mangiamo sulla base del posto dove è realizzato. Bisogna poi aumentare i controlli su quelli che vengono spacciati per prodotti alimentari italiani e italiani non lo sono affatto. Queste cose vanno combattute seriamente, perché non costituiscono solo un danno di tipo economico. nel momento in cui rappresentano un pericolo che grava sulla nostra salute.

Non c'è buona cucina senza buoni ingredienti. E i buoni ingredienti, dal canto loro, derivano dalla buona agricoltura. La buona agricoltura è quella senza chimica. I nostri agricoltori hanno sulle loro spalle secoli di esperienza e per tale motivo in Italia si è sempre mangiato come Dio comanda, anche se abbiamo vissuto come poveracci. In questo Paese vi è appunto una grande tradizione di civiltà gastronomica, che mi ha fatto sentire orgoglioso e felice di essere italiano.

Domenico Vecera* = La cucina è un'arte, ma bisogna metterci anche la passione, che è amore per la cucina stessa. La genuinità di prodotti come il pesce, che le nostre barchette portano ogni giorno, deve essere opportunamente valorizzata. Chi viene nel Gargano resta affascinato, oltre che dalle bellezze ambientali delia nostra terra, anche dalle nostre specialità alimentari. Dobbiamo pertanto cercare di far conoscere il nostro territorio attraverso l'enogastronomia e mediante iniziative come quelle messe in atto da “GustaPeschici”, anche al fine di allungare la stagione turistica, concentrata ogni anno solo in pochi mesi.

Domenico Clienti* = E’ necessario pubblicizzare i prodotti alimentari tipici allo scopo di valorizzare ulteriormente il territorio garganico e svolgere un'azione pedagogico-educativa a livello sociale. Noi di "Gusta Peschici" vogliamo cercare di far conoscere e riconoscere i nostri prodotti ai turisti che giungono nel Gargano. E’ questa una strada da seguire con decisione. Cercheremo poi di educare chi ci segue al rispetto delle regole, di fondamentale importanza per la crescita del nostro territorio.

Vincenzo De Nittis* = Amministratori, ristoratori e albergatori sono chiamati a operare insieme al di là delle bandiere e delle appartenenze, al fine di favorire lo sviluppo economico e sociale dei comprensori peschiciano e garganico. L'intento è di fare fronte comune per farci sentire come territorio e crescere insieme. Il successo delle iniziative di "Gusta Peschici" è un concreto esempio di cosa è possibile raggiungere allorquando vi è l'impegno di tutti.

Vincenzo Rizzi* = Occorre porre l'accento sulle contaminazioni e sulle varianti delle specialità gastronomiche. Non si può parlare realmente di tipicità dei piatti, proprio perché i piatti stessi hanno subito influenze esterne e varianti. Le contaminazioni fanno quindi parte della nostra storia alimentare. Si avverte l'esigenza di salvaguardare la matrice identitaria dell'alimentazione italiana e pugliese da contraffazioni e dissoluzione del gusto provocata dalla massificazione alimentare. Al giorno d'oggi vi è una totale e pericolosissima disabitudine ai gusti. Da questo punto di vista, la pubblicità televisiva è realmente pericolosa.

Voi garganìci dovete perciò continuare a essere consapevoli del fatto che vivete in una zona benedetta da Dio non solo per la sua bellezza, ma anche perché quando mangiate potete permettervi di fare cultura, essendo l'alimentazione parte integrante del vostro modo di essere. Non possiamo quindi arrenderci a sapori senza identità, senza storia e senza cultura. Il mondo della gastronomia garganica e pugliese va dunque rivalutato, altrimenti perderemo il nostro passato.


• Giornalista, gastronomo ed ex-manager, fino a poco tempo fa distintosi come opinionista nell’arcinoto programma televisivo di RaiUno "La prova del cuoco", autore di "365 giorni di buona tavola" (scritto con la moglie Giuseppina e pubblicato da Giunti), presentato in sede di inaugurazione dell’evento peschiciano "Un tuffo nelle tradizioni del '900 per scoprire l'arte del mangiare oggi".
• Sindaco di Peschici, che ha elogiato l'Associazione "GustaPeschici" per l'impegno profuso nel far conoscere ai turisti le specialità enogastronomiche del promontorio garganico.
• Presidente dell'Associazione e titolare del ristorante "Porta di Basso", più volte ospite della trasmissione "La prova del cuoco".
• Assessore a Turismo Comune di Peschici.
• Storico della gastronomia e critico gastronomico.

 Bibliotecando

 

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