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25/04/2010

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IL 25 APRILE

Clicca per Ingrandire LA DATA = Il 19 aprile 1945, mentre gli Alleati dilagavano nella valle del Po, i partigiani su ordine del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) diedero il via all'insurrezione generale. Dalle montagne, i partigiani confluirono verso i centri urbani del Nord Italia, occupando fabbriche, prefetture e caserme. Nelle fabbriche occupate venne dato l'ordine di proteggere i macchinari dalla distruzione. Le sedi dei quotidiani furono usate per stampare i giornali clandestini dei partiti che componevano il CLN. Mentre avveniva ciò, le formazioni fasciste si sbandavano e le truppe tedesche allo sfacelo battevano in ritirata. Si consumava il disfacimento delle truppe nazifasciste, che davano segni di cedimento già dall'inizio del 1945 e i cui vertici si preparavano alla resa agli Alleati.

La mattina del 14 aprile, in una Imola che sembrava deserta, entrò per primo l'87° Reggimento Fanteria del Gruppo di Combattimento "Friuli" che però fu subito comandato di dirigersi verso Bologna. Poco dopo giunse la divisione Carpatica polacca, comandata dal generale Wladyslaw Anders insieme ai soldati del Gruppo di Combattimento "Legnano" accolti dagli imolesi che nel frattempo erano usciti dai loro rifugi. La mattina del 21 aprile fu il "Friuli" a entrare per primo a Bologna, passando per Porta Maggiore, nel tripudio dei bolognesi. In giornata giunsero anche i polacchi, il "Legnano" e altri gruppi.

Gli americani liberarono Modena il 22 aprile, Reggio Emilia il 24 e Parma il 25. Nella stessa data, a Genova, inizia l'insurrezione che porterà il generale tedesco Gunther Meinhold ad arrendersi formalmente al CLN ligure il 25 aprile. Lo stesso giorno furono liberate Milano e Torino: la data viene assunta quale giornata simbolica della liberazione di tutta l'Italia dal regime nazifascista e, denominata Festa della Liberazione, viene commemorata annualmente in tutte le città italiane.

LA RESISTENZA = Per Resistenza italiana (chiamata anche Resistenza partigiana o più semplicemente Resistenza) si intende l'opposizione, militare o anche soltanto politica, condotta nell'ambito della seconda guerra mondiale contro la Germania nazista e nei confronti degli occupanti e della Repubblica Sociale Italiana da parte di liberi individui, partiti e movimenti organizzati in formazioni partigiane, nonché delle ricostituite forze armate del Regno del Sud che combatterono a fianco degli Alleati. Il movimento resistenziale - inquadrabile storicamente nel più ampio fenomeno europeo della resistenza all'occupazione nazista - fu caratterizzato in Italia dall'impegno unitario di molteplici e talora opposti orientamenti politici (cattolici, comunisti, liberali, socialisti, azionisti, monarchici, anarchici).

I partiti animatori della Resistenza, riuniti nel Comitato di Liberazione Nazionale, avrebbero più tardi costituito insieme i primi governi del dopoguerra. La Resistenza costituisce il fenomeno storico nel quale vanno individuate le origini stesse della Repubblica italiana. Infatti, l'Assemblea costituente fu in massima parte composta da esponenti dei partiti che avevano dato vita al CLN (i quali scrissero la Costituzione fondandola sulla sintesi tra le rispettive tradizioni politiche e ispirandola ai princìpi della Democrazia e dell'Antifascismo.

Il periodo storico individuato comunemente come Resistenza italiana inizia, per convenzione storiografica ormai consolidata, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 e termina alla fine del mese di aprile 1945. La scelta di celebrare la fine di quel periodo con il 25 aprile 1945 fu riferito dal CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia) con la data dell'appello per l'insurrezione armata della città di Milano, sede del comando partigiano. La Resistenza italiana fu solo la prima parte del cosiddetto periodo costituzionale transitorio. In termini politici questo periodo si concluse con la nomina del primo governo Parri del 21 giugno 1945. La seconda parte terminerà il 1º gennaio 1948, giorno dell'applicazione della nuova Costituzione Italiana.

LE DIVERSE ANIME = Va sottolineato che la Resistenza antinazista fu un fenomeno generale, presente in quasi tutti i paesi controllati dalla Germania, a partire dalla Francia, e che la parte finale della guerra vide il convergere sulla Germania dei sovietici da est e degli Alleati da ovest, ancora alleati nella fase finale della guerra ma con già chiare le tensioni per la suddivisione dell'Europa post-bellica in sfere di influenza, sia militare sia economica sia ideologica e di concezione della forma dello Stato. Nei paesi liberati dai sovietici si impose sempre il loro modello, nei paesi liberati dagli angloamericani si impose sempre il loro.

Non sempre la divisione fissata con gli accordi di Yalta era accettata dalle parti in causa. In due paesi liberati dagli angloamericani, la Grecia e l'Italia, le maggiori forze della Resistenza erano orientate verso il modello sovietico, del quale tra l'altro non erano all'epoca noti alcuni aspetti. Sia in Grecia sia in Italia, queste aspirazioni dei comunisti vennero frustrate dall'instaurazione di uno Stato più o meno democratico basato su un'economia di tipo capitalistico. Viceversa in Jugoslavia l'esercito partigiano guidato da Tito instaurò un regime di tipo comunista nonostante il Paese fosse stato a Yalta parzialmente attribuito al blocco occidentale.

Nella Resistenza italiana vi erano (in forma più o meno esplicitata) due correnti maggiori di pensiero: una che vedeva la Resistenza come braccio armato di un "nuovo Risorgimento" avente lo scopo di espellere dall'Italia i tedeschi e rovesciare i loro alleati fascisti, ripristinando il regime pre-fascista o comunque liberale e democratico basato su una democrazia parlamentare di tipo occidentale, e una più decisamente orientata a sinistra, in genere filosovietica, che considerava (pur in contrasto con le indicazioni ufficiali delle direzioni nazionali dei principali partiti di sinistra) la vittoria militare solo un presupposto per un nuovo ordine politico in Italia basato su qualche forma di comunismo o socialismo, in sostanza di "dittatura del proletariato" come si pensava sarebbe avvenuto nei paesi assegnati a Yalta all'area di influenza sovietica.

In verità, quest’ultima interpretazione della Resistenza non era condivisa da tutti i dirigenti del Partito Comunista Italiano. In particolare, Palmiro Togliatti aveva impresso a partire dal 1944 (e non senza incontrare una certa opposizione di alcuni elementi della base) una forte moderazione della linea politica del Pci arrivando addirittura (con la cosiddetta svolta di Salerno dell'aprile 1944) a dichiarare secondaria la questione repubblica-monarchia che divideva in quel periodo il fronte antifascista. Era tuttavia diffusa tra i militanti comunisti l'idea dell'«ora X», ossia l'illusione che dietro l'atteggiamento togliattiano di accettazione della democrazia capitalista si nascondesse un'astuta manovra tattica volta a scatenare, al momento opportuno (l'ora X), un'insurrezione comunista.

Questa parte "rivoluzionaria" della Resistenza, in molti casi militarmente maggioritaria, non considerava finita la sua funzione armata con la vittoria dell'aprile 1945 e la battaglia continuava, assumendo il carattere di lotta rivoluzionaria eventualmente in forme nuove, con un parziale spostamento dell'identità degli avversari. Anche da ciò derivò l'elevato numero delle vittime, principalmente fasciste, ma anche appartenenti a brigate partigiane di diverso colore politico (fiamme verdi, democristiani, liberali), preti e in molti casi semplici esponenti delle classi sociali a loro non favorevoli in caso di scontro aperto (perciò si è parlato di una forte componente di lotta di classe all'interno del movimento resistenziale).

Nei mesi seguenti si ebbero fatti sanguinosi, che con intensità calante proseguirono per alcuni anni. Talvolta i responsabili o i semplici accusati di questi omicidi nel dopoguerra trovarono rifugio o vennero fatti espatriare in paesi filosovietici come la Cecoslovacchia o la Jugoslavia. Tuttavia i sovietici, rispettando le spartizioni fra i due blocchi prese a Yalta, non promisero alcun appoggio a un tentativo di presa armata del potere e il risultato negativo del tentativo rivoluzionario in Grecia smorzò molto il movimento. Lo scontro all'interno della sinistra comunista perdurò fino alle elezioni del 18 aprile 1948, quando fu del tutto chiaro che l'Italia era ormai saldamente inserita nel blocco occidentale, contrapposto a quello sovietico nell'ambito della nascente Guerra Fredda.


NB. In VIDEO DELLA SETTIMANA un documentario da non perdere!


 Redazione + Wikipedia

 

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