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19/04/2010

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EMIGRARE È SEMPRE UNA LOTTA

Clicca per Ingrandire Renato Zilio “CON GLI ITALIANI IN TERRA INGLESE” (prefazione del cardinale Roger Etchegaray), Editrice Missionaria Italiana, pag. 128, euro 9,00
Pensieri e meditazioni di un missionario dei migranti diventano qui pagine vive, che nascono giorno dopo giorno dall’esperienza della sua parrocchia londinese. È un vero microcosmo. Sono gli emigrati italiani, la cui vita si intreccia, oltre che con quella del Paese ospite, anche con le comunità portoghese, filippina. Per gli uni e per gli altri - per tutti - “emigrare è sempre una lotta. Lo è per il pane e la dignità”.

Impegno pastorale e sfida del “vivere insieme” si rivelano particolarmente vivi, stimolanti e attuali. Una lettura tra prosa e poesia che rinvia il lettore alla realtà degli immigrati in Italia oggi e porta a riflettere sulla nostra condizione ormai di popolo che accoglie. Uno strumento prezioso per capire il mondo multiculturale in cui viviamo. Nel contesto dell’anno 2010, proclamato dalle Nazioni Unite “Anno internazionale per l’avvicinamento delle culture” e dalla Conferenza delle Chiese Europee (Kek) “Anno europeo per le migrazioni” un libro di sorprendente attualità e freschezza.

“Se la tua storia è più preziosa della tua origine, ciò che tu hai costruito è più importante di quanto tu hai ricevuto... Se hai rivelato una libertà responsabile che ti ha reso differente, hai fatto il tuo volto ancora più luminoso. E se per te un cammino con altri vale più del tuo punto di partenza, avrai detto la grandezza di un essere umano!”

La congregazione scalabriniana è fondata da Mons. G.B. Scalabrini a fine Ottocento per sostenere socialmente e spiritualmente i numerosissimi emigrati italiani. Ora i suoi missionari e missionarie sono inviati nel mondo alle comunità di migranti di ogni cultura e nazione, per costruire attraverso le loro vicende causate da ingiustizie o squilibri economico-demografici la solidarietà tra tutti gli uomini.

Renato Zilio (1950 – foto del titolo; ndr) è missionario scalabriniano con una lunga esperienza al servizio dei migranti. Ha fondato e diretto il Centro Interculturale Giovanile di Ecoublay nella Regione Parigina, ha diretto a Ginevra la rivista della comunità italiana Presenza Italiana, ha lavorato al Centro Studi Migrazioni Internazionali di Parigi e svolto attività di missione a Gibuti, nel Corno d’Africa. Vive attualmente a Londra nel Centro Interculturale Scalabrini di Brixton Road. I suoi ultimi libri: - Lettere da Gibuti (Ed. Messaggero Padova, 2008), - Parole dal deserto (Ed. Paoline, 2009).

Monica Martinelli (emi-bologna)


LA PREFAZIONE di Roger Etchegaray (foto 1 sotto): “Non imbroglierai sui diritti di un immigrato”
Come lo proclama la Bibbia (Deut.24,17), ecco un problema antico quanto l’umanità. Il termine “imbrogliare” è duro, ma esprime bene come un diritto può essere bassamente manipolato quanto lo può essere un semplice gioco. A dire il vero, l’emigrazione è diventata oggi di una complessità crescente o piuttosto di un’ampiezza tale… da non essere sufficiente l’imbroglio! Si dibatte molto in questi tempi, soprattutto in Europa, non senza fatica per cercare un consenso. La riflessione è necessaria per meglio scoprire le radici delle nostre solidarietà universali e questa riflessione deve inglobare gli emigranti. Ma questo non lo si può fare se non in un clima di reciproca fiducia.

L’originalità del libro di Renato Zilio è di analizzare coraggiosamente l’emigrazione in Terra Inglese, terra ideale per trovarvi degli immigrati di tutti i continenti: ciò fa dire al religioso scalabriniano che la sua parrocchia è il mondo e la sua terra è stata la prima ad accogliere quelli dell’Estremo Oriente. Oggi, ovunque, infatti, Oriente e Occidente si incontrano e si intrecciano insieme. “Non dimentichiamo che l’immigrato, come ogni uomo, non vive di solo pane”. Per molte famiglie maghrebine, ad esempio, nonostante il contesto di una società secolarizzata, la fedeltà alla loro fede, l’educazione religiosa dei loro bambini, la celebrazione delle feste religiose sono altrettanto importanti di un contratto di lavoro o di un alloggio decente.

Dobbiamo fare il possibile per creare un clima favorevole che permetta loro di darsi dei luoghi di preghiera e di insegnamento coranico. È venuto il momento di prendere coscienza del carattere permanente e non più provvisorio della popolazione straniera. È un fatto nuovo che bisogna affrontare con lucidità. Come altri paesi d’Europa, l’Italia sta diventando una nazione dove differenti razze, differenti culture, differenti religioni devono avere il loro pieno e legittimo posto. “Invece di cedere a un istinto di ripiegamento su noi stessi e di autodifesa di fronte agli stranieri è insieme che dobbiamo scrivere questa nuova pagina della storia del nostro Paese”.

Non solo a causa del debito di riconoscenza che abbiamo nei loro riguardi, ma prima ancora per senso di giustizia e di solidarietà e in uno spirito di partners, di fratellanza. Il compito è impegnativo. Comprendiamo meglio, così, la parola della Bibbia: “Non imbroglierai sui diritti di un immigrato”. Che la contemplazione dell’amore infinito di Dio per tutti ci aiuti ad impegnarci risolutamente sulla via della vita, dove ogni compagno di viaggio, ogni straniero sarà riconosciuto in parole e in atti come un fratello, il nostro fratello.

† Cardinal Roger Etchegaray

 Redazione

 

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