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19/04/2010

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LA CLASSICA STORIA INFINITA

Clicca per Ingrandire E’ giunto ormai al 94.mo giorno consecutivo il presidio davanti al Comune di Rodi Garganico (Fg) di Michele Panella, un presidio fatto sempre con “il mio cartello al collo dalle 8,30 alle 14 in piedi e sempre sotto l’indifferenza del sindaco e del vice amministratore” (foto del titolo; ndr). Panella è diventato un caso mediatico nazionale dopo che anche la Tv di Stato lo ha intervistato relativamente alla sua richiesta di reintegro in seno alla nuova società di riscossione dei tributi di Rodi Garganico.

LA STORIA - Michele Panella è il cittadino 48enne di Rodi Garganico in lotta da quasi 100 giorni contro l’Amministrazione locale, da lui circoscritta in sindaco (Carmine D’Anelli) e viceamministratore, colpevoli, a suo dire, di averlo “estromesso dalla precedente posizione di lavoratore della Gestor Tributi, unico dipendente della ditta di Rodi “da oltre 20 anni”. Panella dovrà cedere presto il suo posto, per l’ex Gestor, a un giovane del luogo, per Michele “senza alcuna esperienza”. Panella era retribuito con una paga di 1180 euro mensili (compreso l’assegno familiare); questo grazie a un part-time di 31 ore settimanali. La ditta cui era legato sosteneva l’uomo con una spesa di 23mila euro annui (compreso contributi, tredicesime e altro).

Già da mesi erano iniziate a circolare voci “sulle difficoltà” della società di Rodi Garganico incaricata della riscossione dei Tributi per il Comune (difficoltà pari a quelle di altre sedi italiane; difficoltà poi manifestatesi nella cosiddetta ‘bolla dei Tributi’ scoppiata a fine novembre - leggi in seguito). Ripercorrendo la vicenda di Panella, il Comune di Rodi Garganico avrebbe stipulato un capitolato d’appalto, a inizio 2009, con la ditta Aipa Spa di Milano, con l’onere per lo stesso ente vincitore della gara, come scrive Panella, “di un versamento di 58mila euro al Comune su una riscossione totale di 100mila annui”.

Panella aggiunge: “Nel cambio dell’ente dedito alla riscossione dei tributi per l’Amministrazione di Rodi, il Comune non ha inserito, nel documento (bando di gara) stante l’affidamento del servizio all’Aipa, la clausola che obbliga la ditta che subentra al vecchio gestore a mantenere in organico gli stessi (o stesso) dipendente occupato prima del cambio della gestione (Panella a riguardo ha allegato un documento di un’altra Amministrazione della Puglia, Locorotondo, con caso relativo; ndr). “Ricordo che c’era un’altra azienda, l’Eurogest di Casarano, che con il 28% di aggio mi aveva assicurato il mio stipendio che ho conservato per oltre 20 anni, ma hanno preferito assegnare la gara all’Aipa con il 21% perché l’offerta era più conveniente. E’ stato fatto tutto all’oscuro - dice Panella - senza che nemmeno mi abbiano informato di una possibile decurtazione nello stipendio”.

LA SENTENZA DEL GIUDICE DEL LAVORO DE SIMONE: “IMMEDIATA REINTEGRA” - “Così l’irreparibilità del pregiudizio va valutata non con esclusivo riferimento al diritto ma, anche e prima, in considerazione della persona titolare del diritto stesso, per il tramite della funzione che il diritto istituzionalmente o in concreto nel caso del singolo è destinato ad assolvere. Ritiene il giudicante che nel caso di specie l’evolversi del normale giudizio potrebbe recare grave nocumento al ricorrente, anche in virtù del momento di difficoltà del mercato del lavoro. Alla stregua delle considerazioni esposte l’istanza ex art 700 cpc deve essere accolta e, tenuto conto che la tutela cautelare ha la funzione di assicurare provvisoriamente gli effetti della decisione di merito, dagli accertamenti istruttori verosimilmente necessari nella fase di merito, della prevedibile durata del giudizio, va disposta l’immediata reintegra del lavoratore … ” (con spese a carico del resistente, fissate in 1500 euro; ndr).

Il dottor Mario De Simone, quale giudice di lavoro, avrebbe ordinato pertanto alla Tributi Italia Spa “l’immediata reintegra nel posto di lavoro di Panella Michele presso una sede della Provincia di Foggia”. Nonostante il reintegro, sul futuro del lavoratore di Rodi Garganico, come su quello degli altri occupati dell’ente di Saggese sono ancora “improponibili”, allo stato attuale, certezze occupazionali future. Lo stesso dicasi per l’avvenire della società dedita alla riscossione dei tributi in Italia, società sospesa ma non ancora cancellata dall’albo dei riscossori italiani e con debiti nei confronti di circa 400 amministrazioni.

L’ACCORDO DEL 9 MARZO: CIG IN DEROGA PER 605 LAVORATORI - Lo scorso 9 marzo, con un accordo di cassa integrazione straordinaria in deroga per 605 lavoratori, si è chiusa la procedura di riduzione del personale, procedura aperta dalla stessa azienda romana. Il 9 marzo è stato infatti sottoscritto, al Ministero del Lavoro, un accordo tra le Organizzazioni Sindacali e la Tributi Italia SpA per un intervento di cassa integrazione in deroga per i lavoratori attualmente in forza presso l’azienda.

L’intesa, con la quale si chiude la procedura di licenziamento collettivo aperta dall’azienda nel febbraio scorso, ha stabilito la sospensione dal 15 marzo per 12 mesi dell’attività lavorativa a zero ore, riguardando un numero massimo di 605 dipendenti, occupati nelle diverse sedi e agenzie di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana e Veneto. Per un numero massimo di dieci lavoratori, individuato sulla base del criterio della volontarietà, è stata invece prevista la permanenza in servizio per il disbrigo dell’attività corrente.

“L’azienda (fonte: www.filcam.cgil) si è inoltre impegnata ad agevolare in ogni modo l’eventuale ricollocazione dei lavoratori presso nuovi soggetti affidatari dei servizi attualmente gestiti per conto di Comuni o altri enti locali (es. Aipa) e, riconoscendo la sussistenza del debito consistente nelle mensilità a oggi non corrisposte, a compiere ogni possibile sforzo volto a limitare la situazione debitoria nei confronti dei lavoratori “. Lo stesso accordo impegna infine le parti a incontrarsi entro il mese di settembre 2010 al fine di valutare l’andamento della situazione aziendale ed effettuare una verifica rispetto all’intervento di cassa integrazione. Il verbale fu sottoscritto “per l’esame della situazione occupazionale della Tributi Italia Spa, nell’ambito della fase amministrativa della procedura di mobilità di cui alla legge 223/91, anche ai fini dell’accesso agli ammortizzatori sociali in deroga”.

Nell’accordo si è anche scritto che “in relazione alle retribuzioni non corrisposte, la Tributi, nel riconoscere la sussistenza del debito relativamente alle intere retribuzioni di novembre e dicembre 2009, di gennaio e febbraio 2010, al 30% della retribuzione di ottobre 2009, oltre ai relativi ratei delle mensilità aggiuntive, si impegna a compiere ogni possibile sforzo nel tentativo di limitare l’attuale situazione debitoria nei confronti de propri lavoratori; inoltre, in base alle attuali previsioni di incasso, l’azienda prevede di saldare entro il 15 p.v. la residua somma non ancora erogata relativamente alle spettanze di ottobre del 2009 (...) Le Regioni Puglia e Liguria accettano per quota parte la contribuzione di sostegno al reddito per lavoratori nella loro Regione nella misura del 30% del complessivo trattamento”.

L’AZIENDA SOSPESA TRA CANCELLAZIONE E CONCORDATO PREVENTIVO - Definito il percorso di chiusura della procedura di mobilità con la garanzia di una forma di sostegno al reddito per centinaia di lavoratori che non percepivano retribuzione da svariati mesi, la priorità è ora costituita dalla prosecuzione del confronto sul futuro occupazionale dei dipendenti Tributi Italia, con le due scadenze ravvicinate rappresentate dal pronunciamento del giudice fallimentare rispetto all’ammissione al concordato preventivo (fissato per il 6 aprile 2010) e del Consiglio di Stato (11 maggio 2010) che dovrà esprimersi sulla cancellazione della società romana dall’albo dei riscossori italiani. Confronto rispetto al quale risultano imprescindibili un coinvolgimento e un’assunzione di responsabilità da parte delle Amministrazioni locali e dello stesso Ministero delle Finanze che, alle reiterate richieste di incontro da parte delle Organizzazioni Sindacali per affrontare la questione, a oggi non ha fornito alcun riscontro.

COSA SUCCEDE ALTROVE
A Molfetta paga il Comune = L’Amministrazione comunale di Molfetta, guidata dal sindaco Antonio Azzollini, ha liquidato il 22 marzo gli stipendi arretrati che spettavano ai cinque dipendenti impiegati nell’agenzia molfettese di Tributi Italia Spa. In accordo coi dirigenti della stessa concessionaria che gestisce l’accertamento e la riscossione di alcune imposte locali, si è posto fine così a una situazione di disagio economico che riguardava cinque famiglie coinvolte e perdurava già da novembre scorso a causa dello stato di crisi in cui versa la società. “Il Comune di Molfetta aveva già direttamente provveduto a liquidare le mensilità di settembre e ottobre 2009 quando la vicenda era ancora estranea al clamore mediatico”, ricorda l’assessore al Bilancio, Giulio La Grasta, aggiungendo che “adesso, con questo nuovo provvedimento, liquidiamo direttamente ai cinque dipendenti le retribuzioni nette relative alle mensilità di novembre e dicembre 2009 (compresa la tredicesima) e gennaio 2010”. La somma erogata (complessivamente quasi 24 mila euro) costituisce parte dell’aggio che il Comune ha riconosciuto alla concessionaria per le attività svolte, pertanto sarà portato in compensazione al momento di calcolare quanto ancora dovuto alla concessionaria stessa.

A Benevento il Reintegro dei Lavoratori = E’ stato sottoscritto a Palazzo Mosti il verbale di intesa tra Comune di Benevento, organizzazioni sindacali e Raggruppamento Temporaneo d’Impresa Equitalia polis spa per l’assunzione a tempo indeterminato di tutti gli 8 lavoratori, ex dipendenti di Gestor/Tributitalia, con il mantenimento pieno della retribuzione e dell’anzianità contributiva. A renderlo noto l’ufficio stampa del Comune.

Giuseppe De Filippo


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