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21/03/2010

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E” PRIMAVERA… SVEGLIATEVI BAMBINE!

Clicca per Ingrandire “E’ primavera… svegliatevi bambine!” cantava lo chansonnier fiorentino Odoardo Spadaro negli Anni Trenta. Ma è primavera davvero? Da queste parti, nullo il garrire di rondini, sole malato e coperto da banchi di nubi, un frescolino che ricorda un inverno lungo e penoso, freddo e umido, che in alcune zone del mondo ha fatto registrare la maggior copertura nevosa degli ultimi trent’anni, mentre in Italia si è classificato al secondo posto tra i più piovosi, effetto delle piogge fuorimisura e delle precipitazione a carattere nevoso.

E così, anche se oggi è 21 marzo, la natura sonnecchia ancora facendo registrare un notevole ritardo nelle operazioni di semina nelle campagne, nelle gemmazioni, nella fioritura e nella propagazione del polline. A detta degli esperti, pioggia, perturbazioni e basse temperature "appesantiscono" i pollini tipici di questo periodo impedendo che si liberino nell'aria. Indubbiamente il fenomeno costituisce un valido alleato per chi soffra le allergie tipiche del periodo (si parla di circa il trenta percento degli italiani), ma le piante? Già temperature e “sommatorie termiche” invernali, indispensabili alla crescita, sono risultate notevolmente inferiori alla media e hanno provocato un forte ritardo nello sviluppo.

Lo si riscontra in particolare per tutte le piante da frutto (pesco, susino, albicocco, ciliegio) che in gran parte del territorio nazionale non sono ancora fioriti nonostante l'arrivo della primavera. L'abbondante pioggia caduta durante il periodo invernale ha anche reso i terreni agricoli umidi e inagibili ai trattori per le classiche lavorazioni primaverili di aratura e semina primaverile.

La medaglia, tuttavia, come tutte le medaglie, propone l’altra delle sue due facce. Se da un lato il ritardo sta creando molte preoccupazioni fra gli agricoltori, dall’altro dovrebbe scongiurare il rischio-siccità dei vicini mesi caldi avendo ripristinato le scorte idriche nel terreno, scorte che le coltivazioni utilizzano per la crescita nel periodo primaverile e del prossimo inverno. Dunque, "sotto la neve pane", come hanno ben sentenziato i vecchi di tutti i tempi.


 Redazione

 

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