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19/03/2010

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UNA DEDICA PARTICOLARE

Clicca per Ingrandire Per la Festa del Papà dedichiamo a tutti i padri una fra le più commoventi liriche di Antonio Machado: “Ritratto di mio padre”


Ho già quasi un ritratto
del mio buon padre, nel tempo,
ma il tempo se lo porta via.

Mio padre, cacciatore, - sulla riva
del Guadalquivir, un giorno, luminoso! -
ecco la canna azzurra del fucile
e del tiro sicuro il fumo bianco!

Mio padre nel giardino della nostra casa,
mio padre, tra i suoi libri, che lavora.
Gli occhi grandi, l'alta fronte,
il viso scarno, i baffi lisci.
Mio padre scrive - caratteri minuti -
medita, sogna, soffre, parla forte.
Passeggia - Oh padre mio , ancora,
sei lì, e il tempo non ti ha cancellato!

Ormai sono più vecchio di te,
padre mio, quando mi baciavi.
Ma nel ricordo, sono il bimbo
che tu conducevi per mano.


BIOGRAFIA DEL POETA = Antonio Machado, il cui nome completo è Antonio Cipriano José María y Francisco de Santa Ana Machado Ruiz, nacque il 26 luglio 1875 a Siviglia, nel palazzo di "Las Dueñas" situato nella via omonima. A otto anni abbandonò insieme alla sua famiglia la città andalusa alla volta di Madrid dove studiò nella Institución Libre de Enseñanza. Una scuola laica e moderna fondata da Francisco Giner de los Ríos. Nel 1893 la morte del padre - uno studioso del folklore - lasciò la famiglia in precarie condizioni economiche ma ciò non impedì al giovane Antonio di trascorrere la sua giovinezza in ambienti teatrali (recitò anche) e letterari, nei caffè frequentati da Miguel de Unamuno, Ramón María del Valle-Inclán, Azorín, Francisco Villaespesa e poi da Juan Ramón Jiménez e Ramón Pérez de Ayala.

Compì anche due viaggi a Parigi: nel 1899 e nel 1902. Durante il suo primo soggiorno nella capitale francese conobbe Oscar Wilde e Jean Moréas; durante il secondo il maestro del modernismo, il poeta nicaraguense Rubén Darío. Negli anni successivi viaggiò molto anche nelle terre di Spagna. Intanto nel 1903 aveva esordito con il libro di poesie Soledads. Nel 1907 ottenne un posto di professore di francese nelle scuole secondarie di Soria. Qui, due anni dopo, sposò la quindicenne Leonor Izquierdo; il poeta allora aveva 34 anni. L'anno successivo è ancora a Parigi, dove segue un corso di Henri Bergson. In questo viaggio lo accompagnò la moglie che però appena due anni dopo, nel 1912 - l'anno in cui uscì la sua raccolta più famosa, Campos de Castilla, - morì di tisi dopo una lunga malattia.

Prostrato dalla scomparsa della moglie, Machado tornò in Andalusia, a Baeza in cui rimase fino al 1919 conducendo una vita solitaria, divisa tra passeggiate e letture. Nel 1919 si trasferì a Segovia con frequenti soggiorni nella vicina Madrid. Negli anni venti Machado fu tra gli intellettuali che con più forza si opposero alla dittatura di Primo De Rivera. Nel 1924 pubblicò un'altra raccolta di versi, Nuevas canciones.

Come scrittore invece collaborò con il fratello maggiore Manuel nella stesura di testi teatrali. Tra questi si possono citare: Juan de Mañara (1927), sul mito di Don Giovanni, e La Lola va ai porti (La Lola se va a los puertos, 1929), che fu il loro maggior successo. Nel 1927 diventò membro della Real Academia Española de la Lengua e l'anno successivo conobbe la poetessa Pilar Valderrama, il suo grande amore dopo l'indimenticata Leonor.

Nelle elezioni del 1931 fu tra gli strenui sostenitori della Repubblica e, l'anno successivo si trasferì definitivamente a Madrid insieme alla famiglia del fratello José (pittore e disegnatore) e all'anziana madre che restarono con lui fino alla morte. Intanto proseguì la pubblicazione dei suoi versi e nel 1933 fu la volta della terza edizione delle Poesías completas cui venne aggiunta una ulteriore sezione: De un cancionero apócrifo. Del 1936 è invece la pubblicazione del Juan de Mairena.

Nel frattempo Pilar Valderrama era partita per il Portogallo ed era iniziata la guerra civile. Machado, a differenza del fratello Manuel che si schiera con i nazionalisti, prende posizione a favore del governo repubblicano appoggiando le azioni dei numerosi intellettuali schierati in sua difesa. Nel frattempo continuò a scrivere: un secondo Juan de Mairena (che venne pubblicato postumo), le prose e i versi de La guerra. Nel 1936 Machado e la sua famiglia si trasferirono dapprima a Valencia e poi, nell'aprile 1938 nella città che restò ultimo baluardo di coloro che si opponevano ai golpisti, Barcellona.

A fine gennaio 1939, Machado, la madre, il fratello e la moglie di questi furono tra gli ultimi a lasciare la città catalana diretti verso la frontiera francese, che attraversarono tra il 28 e il 29 gennaio. Nell'esodo, condotto per un lungo tragitto a piedi, lo scrittore fu costretto ad abbandonare una valigia contenente versi, appunti e lettere. Alloggiarono in un piccolo albergo appena dopo la frontiera a Collioure. Il poeta era stanco, malato, deluso e amareggiato; passava lunghe ore all'aperto a guardare il mare grigio anche se i suoi ultimi versi furono dedicati all'assolata Siviglia della sua infanzia.

Il 22 febbraio morì e in una tasca del suo cappotto il fratello José trovò un pezzo di carta con l'ultimo verso "Quei giorni azzurri e quel sole dell'infanzia". La bara, coperta dalla bandiera repubblicana e portata in spalla da sei miliziani, venne tumulata nel cimitero della piccola cittadina francese. Tre giorni dopo morì anche la madre che venne sepolta accanto al poeta.

 Redazione + Wikipedia

 

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