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14/03/2010

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Le cose belle non possono morire. Non devono. E non lo diciamo noi che lo ideiamo, programmiamo, impaginiamo e licenziamo. Lo dicono tutti coloro che non vedendolo nelle edicole o in distribuzione negli esercizi commerciali di Peschici, Vieste, Rodi Garganico, Vico del Gargano, Carpino, Cagnano Varano e San Giovanni Rotondo, ci hanno tempestato di telefonate, chiedendoci di pubblicarlo… almeno on line. Per la verità, nostro intendimento era riavere fra le mani il “cartaceo”, col suo tipico profumo di tipografia, lo scrocchio caratteristico delle pagine sfogliate (parente alla lontana del fruscio che si ascolta sul web), il rituale inserimento nel faldone sempre più pesante della collezione e il suo essere a portata di mano ogni momento, senza dover accendere il pc, sbarcare sulla Rete, navigare alla sua ricerca, vederselo lì, freddo e asettico sullo schermo senz’anima del monitor.

Per lungo tempo abbiamo accarezzato l’aura di questa speranza. Nessuno più di noi - provenendo da redazioni vissute lungo tempo, con annesse rotative immerse nell’odore degli inchiostri - può comprendere e apprezzare (quasi amare) il foglio di carta che da bianco si tinge di nere lettere le quali, come folletti dispettosi ma asserviti a volontà e maestrìa del proto, danzano per creare pensieri e tradurre in frasi i pensieri stessi. Eppure abbiamo dovuto cedere alla legge del mercato enormemente influenzata - in questo periodo storico - dalla strisciante quanto velenosa spirale della crisi globale, tanto più strisciante e tanto più velenosa quanto più micro sono le “imprese”. Eh sì, non ce l’abbiamo fatta a sostenere i costi e non abbiamo trovato nessuno che ci allungasse una mano. Tutti coloro che avevano esaltato il nostro “gioiellino”, che ne avevano predicato la sopravvivenza perché non poteva “morire” un giornale del luogo, che ne avevano auspicato nuovi traguardi e ben più stimabili successi, sono… spariti! I primi a non chiedere come mai non si vedesse più in circolazione il… “giornalino”. I pochi rimasti (ma veramente pochi) non potevano da soli affrontarne i costi tecnici e sopportare una spesa mensile non indifferente.

Il tracollo si è trasformato in disfatta quando l’agenzia pubblicitaria alla quale ci eravamo affidati è venuta meno. In quel momento, non ci siamo seduti a braccia conserte in attesa della manna, ci siamo dati da fare, ma il risultato non è stato quello sperato. Non affibbiamo colpe a nessuno. Neanche a chi ha fatto “avanzata francese e ritirata spagnola”, neanche a chi ha svilito il personale entusiasmo trasformandolo in sgradevole apatia. Abbiamo infatti continuato a lavorare sul sito, abbandonando al momento l’idea di portarlo nelle case del popolo garganico - se non tutto, di certo una fetta consistente - non solamente come freddo prodotto telematico, che di autentico “giornale” sa molto poco. Poi, le insistenze, le richieste, le vere e proprie istanze, le tangibili testimonianze di chi continuava a sentenziare “il cartaceo non può morire” (… senza mettere mano ai cordoni della borsa), ci hanno lasciato convincere, sospinti - sciapo ancorché autorevole conforto - dall’anticipazione del New York Times: “Dal 2012, solo on-line!”

A questo punto è sorta la più spinosa delle difficoltà. Non si poteva, cioè, creare un prodotto-web utilizzando le notizie che già sul web erano apparse. Sarebbe stata una presa in giro professionalmente inaccettabile. Con pazienza e un pizzico di mestiere siamo riusciti alla fine a confezionare un mensile - nell’occasione un bimensile - che almeno per il novanta percento riporta eventi nuovi di zecca, inediti ma degni di essere diffusi, scelti fra gli accadimenti occorsi sul nostro territorio, tenendo fede al pay off della testata: “mensile d’informazione del gargano”. Il restante dieci percento lo abbiamo destinato a notizie che era un peccato giornalistico abbandonare nei meandri degli archivi informatici, di importanza tale da rivestire una funzione ripropositiva quasi indispensabile.

Adesso, il nuovo numero di “new Punto di Stella” (gennaio-febbraio 2010, anno III) è quì, sulla homepage del sito che da figlio del cartaceo ne è diventato la matrice. Lo si può leggere, sfogliare, perfino scaricare e stampare… Ecco, questo chiediamo ai nostri utenti: stampatelo, e datelo ai vostri genitori, ai vostri nonni, a tutti coloro che non hanno abituale accesso a un computer, a tutti gli amici che lo attendevano all’uscita delle chiese o negli esercizi commerciali di cui erano clienti. Forse li farete felici. E grazie per tutto l’affetto che in questi “quattro più due” lunghi mesi ci avete riservato.

Vogliamo chiudere con un invito di “buona lettura” suggerendovi quanto messo in evidenza sulla copertina del primo numero dell’anno in corso, ovvero le notizie più appetibili e accattivanti:
- chi ha “assassinato” i capodogli di Foce Varano
- studio di Lidia Croce per il porto di Vieste
- mostra di un artista-uomo-politico: Carlo Nobile
- le lettere… “anonime” mai pubblicate sul sito
- la spada di Damocle sul Rione “Cambomilla”
… e tanto altro ancora (favoriti dalla totale assenza di spazi pubblicitari…).

il direttore editoriale

 Redazione

 

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