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10/03/2010

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ARTE CONIUGATA ALLA POESIA

Clicca per Ingrandire Evento singolare quest’anno al Minimuseo di San Marco in Lamis (dal 17 al 25 aprile, orario 18-21) per l’ennesima Settimana della Cultura curata da Nicola M. Spagnoli. Singolare perchè sviluppa visivamente la celebre locuzione oraziana dalla “Lettera ai Pisoni” la nota “Ars poetica” che tutt’oggi rappresenta uno dei testi fondamentali di Estetica.

Plurale perchè mette a confronto due personalità creative emergenti, una giovane pittrice, che per le sue opere si ispira prevalentemente a poeti, e un giovanissimo poeta che considera, com’è giusto, la poesia al pari dell’espressione figurativa e quindi esercita la sua maestria, parallelamente, anche in campo pittorico.

Plurale anche perchè è l’ideale prosecuzione del celebre “De Pictura / Ut Pictura poesis” del Palazzo dei Congressi di Roma di circa venti anni fa, una mostra a cura di Claudio Strinati e Paola Watts a cui partecipò lo stesso N. M. Spagnoli ora nelle vesti di curatore.

Annalisa Nardella e Francesco Paolo Maria Giuliani, pugliesi che guardano oltre le loro montagne e le loro distese, con gli occhi soprattutto della mente e della fantasia. Se la pittura è una poesia muta, certamente la poesia deve essere una pittura cieca ma come in un celebre dipinto di Pieter Bruegel il Vecchio, la “parabola” di Capodimonte (dove il contraltare della tragedia è nella calma serafica del paesaggio) così nelle poesie di Francesco Paolo a cui anche Annalisa, per l’occasione, si è ispirata per le presenti opere, al “delirio” della sopraffazione che aleggia nelle sue poesie, si contrappone la voglia comunicativa pervicacemente ricercata, cosa estremamente positiva e costruttiva oggi in un giovane.

Annalisa, che per l’occasione ha ritenuto opportuno ispirarsi proprio alle poesie di Giuliani, gradatamente ma inesorabilmente e con ottimi risultati si sta spostando sul fronte astratto, quasi una cancellazione progressiva di quanto fatto finora anche se nelle sue “macchie”colorate ancora possiamo intuire quei corpi e quei volti del silenzio che fino a ieri erano una caratteristica della sua arte.

Volti che però ritroviamo nelle opere, le ultime pittoricamente pure, di Francesco Paolo, così dense di colori crepuscolari, trasudanti sudore e sofferenza: un rigurgito di transavanguardia che, come in un ricorso storico, lo sta portando a un citazionismo rinascimentale, naturalmente più adeguato ai tempi.



 Sanmarcoinlamis.eu

 

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