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28/04/2008

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PRIMO MAGGIO: LA FESTA DEI LAVORATORI

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Ai lavoratori di tutto il mondo, o quasi, è stata dedicata una giornata festiva che cade il 1° maggio. Ogni anno, quindi, ci si ferma per 24 ore a riflettere e tirare le somme sull'impegno del movimento sindacale e i traguardi raggiunti in campo socio-economico. Tutto parte il 1866 negli Usa, precisamente nello Stato dell’Illinois, intorno a una rivendicazione ben precisa: il riconoscimento delle otto ore lavorative quotidiane. Per inciso ricordiamo che all’epoca, in agricoltura specialmente, la giornata del contadino andava “dall’alba al tramonto”, sfruttando cioè tutte le ore di luce, nessuna esclusa. Da qui l’insorgere di un “certo” Giuseppe Di Vittorio che mise finalmente le cose a posto, non senza difficoltà e anche spargimento di sangue, come diremo più avanti! Il Primo Maggio dunque ha lo scopo preciso di rendere i giusti onori a chi ha combattuto tali battaglie che, tornando agli Stati Uniti, portarono a promulgare una legge poi allargata in altri continenti, in particolare quello europeo. Comunque, per arrivare a quel famoso 1886 ci volle un quadriennio. La “rivolta” infatti ha le sue origini in una manifestazione organizzata a New York nel settembre dell’82 dai “cavalieri del lavoro”, che due anni più tardi la ripetettero pretendendo che l’avvenimento assumesse una cadenza annuale. Fu così che la “Internazionale dei lavoratori”, cui erano affluite diverse organizzazioni sindacali (simpatizzanti di ideologie anarchico-socialiste), ne stabilirono una data da rispettare ogni dodici mesi scegliendo il primo giorno del mese di maggio. C’è da dire tuttavia che la scelta divenne quasi obbligatoria dopo gli incidenti di Haymarket (una piazza di Chicago) che culminarono il 4 maggio 1886 quando la polizia caricò la pacifica folla di manifestanti provocando feriti e morti (anche fra le proprie fila per il cosiddetto “fuoco amico”). Da allora, ufficializzata per forza di cose la festività, il Primo Maggio si allargò a macchia d’olio raggiungendo le coste atlantiche dell’Europa il 1889 e infine l’Italia il 1891 per merito proprio del ricordato Di Vittorio. L’avvento del fascismo mischiò un po’ le carte, nell’obbligata esaltazione del regime autarchico, tanto da anticipare la data al 21 aprile (in concomitanza del “Natale di Roma”) in una “Festa del Lavoro Italiano”, per riportarla al 1° Maggio al termine della Seconda Guerra Mondiale (1945). Fra i tanti episodi che hanno costellato le varie edizioni, quella che si ricorda come la più cruenta avvenne nel Palermitano, a Portella delle Ginestre. Il 1947, la banda di Salvatore Giuliano attaccò gli oltre duemila manifestanti qui riuniti ammazzandone undici e ferendone circa cinquanta. = ADMIN

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