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05/02/2010

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CRISI ALLA PROVINCIA? MAH… FORSE… CHISSA…

Clicca per Ingrandire La scelta dell'Udc di correre a sostegno di Adriana Poli Bortone nelle prossime regionali (una scelta che il PdL considera di obiettiva “complicità” con Vendola) ha fatto precipitare a situazione dell'Amministrazione Provinciale di Foggia, che era sul filo del rasoio dal momento dell'appoggio centrista al candidato sindaco del centrosinistra alle comunali di Foggia. Sia la Destra di Paolo Agostinacchio che Nicandro Marinacci, dissidente dalla scelta dell'Udc, avevano chiesto la denuncia degli accordi di maggioranza e l'uscita dalla Giunta dei due assessori in quota scudocrociata (i titolari della deleghe a Lavori Pubblici Vito Guerrera e a Turismo Nicola Vascello).

Antonio Pepe, confortato in questa condotta dal coordinatore provinciale del PdL Gabriele Mazzone, aveva seguito la politica del “'wait and see” (attendi e osserva; ndr), nella speranza che alla fine UdC e PdL avrebbero trovato un'intesa in Puglia come nella vicina Campania. Cosí non é stato, e il presidente si appresta a firmare molto controvoglia il ritiro delle deleghe assessorili a due componenti dell'esecutivo, peraltro fra i piú attivi.

Il documento che ha sancito il punto di non ritorno è quello approvato all'unanimità dal gruppo consiliare del Popolo della Libertà: pur salvaguardando le autonome prerogative del presidente, il capogruppo Paolo Mongiello non ha lasciato spazio a subordinate (come ad esempio quella di un mero congelamento delle deleghe con affidamento dell'interim al presidente) chiedendo l'estromissione dei due assessori e la loro immediata sostituzione con esponenti del PdL. Come era ovvio, questa scelta ha provocato da parte dell'Unione di Centro una reazione sdegnata: il parlamentare Angelo Cera ha parlato senza mezzi termini di una decisione dettata da appetiti assessorili e logiche di poltrone. Spara ad alzo zero anche il capogruppo del Partito Democratico Domenico Prencipe, che indica come unica soluzione dignitosa il restituire la parola ai cittadini.

Come sempre in questi casi, si contrappongono due linee: quella di chi sostiene che ogni elezione e ogni Ente fanno storia a sé, e quindi Antonio Pepe e il PdL debbano tener fede ai patti elettorali sottoscritti nel 2008, quando l'appoggio centrista al ballottaggio fu decisivo per battere Paolo Campo; e quella di chi sostiene che i processi politici vanno seguiti nel loro divenire, adeguando ad essi gli accordi e gli equilibri di gestione (chi la pensa cosí ricorda ad esempio che l'Udc ha perso la metà dei consiglieri eletti nel 2008).

Ma non é la reazione comprensibilmente aspra delle opposizioni il rischio maggiore per la tenuta del mandato amministrativo: tensioni ben piú pericolose serpeggiano all'interno della maggioranza. Se ne é avuta una riprova con la reazione di Rocco Ruo (unico consigliere di “La Capitanata prima di tutto”) alle dichiarazioni di Mongiello: l'esponente garganico ha sostenuto che i posti “liberati dall'UdC” in Giunta sono rivendicabili e rivendicati anche dalle civiche che hanno fatto parte del cartello elettorale di Pepe.

Ma quand'anche si restringesse la scelta al solo PdL, la matassa resterebbe a nostro giudizio assai problematica da sbrogliare: in un momento in cui tutte le componenti interne sono fibrillate dall'imminenza della campagna elettorale trovare dei nomi che rassicurino tutti é impresa proibitiva. Se gli organismi dirigenti del centrodestra non metteranno un freno immediato a queste tentazioni litigiose, la situazione potrebbe finire fuori controllo: nessuno puó ignorare che Antonio Pepe non é certo uno che si fa legare alla poltrona e cerca di mantenerla a ogni costo.

Chi ricorda quanto fu faticoso fargli accettare la nomination nel 2008 puó capire che, piuttosto che essere tirato per la giacca da tutte le parti, preferirebbe pronunciare il fatidico “tutti a casa!” Pepe ha già fatto sapere che formalizzerà la revoca degli assessori solo dopo un documento ufficiale del PdL regionale. Del rimpasto non vuole nemmeno sentir parlare prima del voto? Sarà ascoltato? Vedremo.

Enrico Ciccarelli


 Foggia&Foggia

 

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