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23/09/2009

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QUARANTUNO ANNI FA MORIVA PADRE PIO

Clicca per Ingrandire Poco dopo le 2,30 del mattino del 23 settembre 1968 moriva, nella cella del Convento di San Giovanni Rotondo, Padre Pio da Pietrelcina, il Santo dei nostri giorni. Furono subito in molti a pensare che questa data sarebbe stata una tappa della storia. Una pietra miliare. Il trapasso avvenne alla presenza di alcuni confratelli, del dottor Giuseppe Sala, medico di Padre Pio e sindaco di San Giovanni , del dottor Giuseppe Gusso, chirurgo e anestesista, primo direttore sanitario di Casa Sollievo della Sofferenza, amico personale del Padre.

Nel centro del Gargano si era appena concluso il convegno internazionale dei Gruppi di preghiera per celebrare i cinquant’anni dal 20 settembre 1918, data in cui il figlio di Pietrelcina ottenne il dono delle stimmate. Un dono equivalente a un enorme sacrificio, a una sofferenza offerta per il perdono dei peccati e la salvezza degli uomini. Quest’anno l’anniversario del 23 settembre è purtroppo segnato dal terribile evento di Kabul, che ha seminato il lutto tra le famiglie dei caduti e dolore nell’intera comunità nazionale.

Il ricordo dell’umile Frate non può non partire dal suo concetto di vita e di morte, collocato al centro del suo universo e della sua santità. La vita è la proiezione del Cristo risorto: questo può e deve consolarci. E anzi rappresenta una certezza, grazie alla sua testimonianza. In un momento così drammatico, in cui tutto sembra crollare, il ricordo di San Pio comincia da una tappa (forse la più significativa) del suo cammino terreno: uno scritto del primo gennaio 1903 in cui il Padre ricostruisce alcune visioni. Di seguito il testo.

«Si vide al suo fianco un uomo maestoso di una rara bellezza splendente come il sole. Questi il prese per mano e si sentì da lui dire: “Vieni con me , perché ti conviene combattere da valoroso guerriero”. Il condusse in una spaziosissima campagna. Quivi vi erano una gran moltitudine di uomini; questi erano divisi in due gruppi. Da una parte vide uomini di volto bellissimi e ricoperti di vesti bianche, candide come le nevi; da un’altra parte, che era il secondo gruppo, vide uomini di orrido aspetto e vestiti di abiti neri a guisa di ombre oscure. Tra questi un uomo alto fino a sfiorare le nuvole, orribile nell’atteggiamento e buio in viso. A tal vista la povera anima si sentì tutta sconcertata, sentì che la vita le si era arrestata. ... Io ti aiuterò e non permetterò che egli ti abbatta”.»

Il giovane luminoso gli chiede di combattere contro il genio del male e gli assicura tutto il suo aiuto. Un combattimento che non cesserà mai nella vita del Frate. Nelle lunghe notti del convento affronta satana. Lotta duramente contro di lui. Non si lascia dominare. Lo mette in fuga con la preghiera, soprattutto quando il demonio gli si presenta per confessarsi sotto le sembianze di un uomo elegante e distinto. Un devoto come tanti altri, apparentemente. Alla richiesta di pregare, il falso penitente si dilegua lasciando dietro di sé un pessimo odore. Una puzza insopportabile.

Come si fa a non considerare Padre Pio l’autentico mediatore tra il Cristo e la società del nostro tempo? Le sue opere, a cominciare da Casa Sollievo della Sofferenza, traducono in atti concreti il suo pensiero e la sua santità. E oggi sono milioni gli uomini di tutti i continenti che lo amano, lo pregano, lo considerano ancora vivo tra noi.
Rocco De Rosa

 Redazione

 

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