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17/09/2009

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CI VOGLIONO PORTARE VIA LE TREMITI

Clicca per Ingrandire “Le Isole Tremiti sono un patrimonio inestimabile della provincia di Foggia. La loro storia affonda le sue radici in quella della Daunia e della Puglia. La loro appartenenza geografica coincide con un'appartenenza di ordine culturale. Chi pensa di poter avviare una battaglia politica tesa a spostare questa perla del nostro territorio al Molise è completamente fuori strada: le Isole Tremiti non si toccano”.

Parola dell’ assessore provinciale al Turismo, Nicola Vascello, in replica alla estemporanea proposta avanzata dal vicesegretario nazionale dell’AdC (Alleanza di Centro), Alberto Montano, finalizzata all'annessione al Molise delle Isole Tremiti. “Speriamo sinceramente che sia una spiritosa battuta - puntualizza Vascello. - Solo pensare a un'ipotesi del genere ci fa sorridere. La comunità delle Tremiti, inserita in un sistema turistico che fa registrare qualcosa come 4 milioni di presenze ogni anno, è infatti legata al nostro territorio da un vincolo comunitario che le sortite esilaranti di Montano non possono neppure scalfire”.

“Non temiamo dunque nessun tipo di referendum - aggiunge - né altri tentativi di modificare la storia. Anzi, proprio in virtù di questo convincimento pensiamo sia arrivato il momento di intraprendere un'azione che sottragga le Isole Diomedee alla competenza della Capitaneria di Porto di Termoli, per portarla sotto l'egida di quella di Manfredonia. Idea - conclude - che siamo certi sarà ampiamente condivisa dalla popolazione delle Tremiti e dal sindaco Giuseppe Calabrese, cui ci unisce un'amicizia sincera e verso il quale proviamo stima e apprezzamento per il lavoro che svolge quotidianamente al servizio della sua comunità”.

Chiamato in causa, Calabrese risponde: “Le Tremiti sono e restano pugliesi”, riproponendo tuttavia la messa sul mercato di Pianosa e ribadendo la sua “proposta” lanciata provocatoriamente (ma non tanto) la scorsa primavera. L’asta è nella fase propedeutica (sì stanno operando le stime) e si parte da una valutazione iniziale di dieci milioni di euro, stabilita dal sindaco. “La mettiamo in vendita - spiegò e continua a spiegare - per ricavare soldi da destinare a costruzione di strade, raccolta di rifiuti, lavori dell’Abazia e del porto, perché il bilancio comunale piange”.

 Redazione

 

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