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25/08/2009

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DON MIMI “CATTURA” LECCE
Clicca per Ingrandire Dalla sommità della scalinata d’accesso al Palazzo Arcivescovile leccese, innanzi al sagrato della Basilica Cattedrale, nella magnifica Piazza Duomo strapiena di gente, con esposti i simulacri argentei raffiguranti i Santi Patroni Oronzo, Giusto e Fortunato, impartisce da Lecce la sua benedizione a tutti l’Arcivescovo Mons. Domenico Umberto d’Ambrosio come atto solenne che sancisce la sua partecipazione per la prima volta alla Solenne Processione nel primo giorno della Festa dei Santi Patroni a conclusione del suo discorso alla città.

Parla al cuore della sua nuova comunità di appartenenza, quella leccese, di cui si proclama essere pienamente parte, e da cui dichiara sinceramente d’essersi sentito accarezzato e cullato con affetto sin dal suo arrivo, da quel 4 luglio in cui è entrato ufficialmente in città per prendere possesso della Cattedra Episcopale in ottemperanza al volere papale che lo ha trasferito dal Gargano al Salento.

Guarda e si rivolge con affetto alla sua nuova Diocesi, e confessa di dedicare un po’ del suo tempo a imparare con un maestro d’eccezione il suo dialetto, "anzi, scusate, la lingua leccese", dice l’Arcivescovo tra gli applausi. Parla di Lecce e del Salento come terra d’accoglienza, che ha saputo dare dimostrazione d’apertura al prossimo. Parole sincere, dette col cuore, dall’Arcivescovo ai suoi concittadini, rivolgendosi ai fedeli. Un discorso che davvero tocca le corde care ai leccesi, con il calore e il candore di un’anima profondamente cristiana.

E l’intervento ha i toni familiari di un padre che si rivolge ai propri figli e alle proprie figlie, un fratello ai propri fratelli e alle proprie sorelle. L’uditorio si fa accarezzare dalla dolcezza del messaggio. Ma proprio quando la luce e i colori della festa sembrano aver disteso la propria carezza su tutti e addolcito l’atmosfera, il tono cambia, l’Arcivescovo ricorda che si stanno festeggiando, rammentando e solennizzando i Santi Patroni, i Martiri cristiani Sant’Oronzo (che fu il primo Vescovo di Lecce designato da San Paolo) insieme ai compatroni San Giusto e San Fortunato, e che le loro figure scultoree sono lì esposte, in Piazza, dopo essere state portate processionalmente in giro per tutta la città.

La festa, coi suoi artifici, le luminarie, i sapori, i suoni, non faccia dimenticare i problemi e le urgenze che si impongono quotidianamente e assillano tante persone, che turbano tante coscienze. “Cari fratelli e sorelle - spiega l’Arcivescovo con un tono profondo, dicendo di rivolgersi a presbiteri, religiosi e religiose, diaconi, credenti, devoti, laici impegnati, - urge una nuova evangelizzazione”. E proclama: “Transfretamus!" (“Passiamo sull’altra riva!”).

"Usciamo dai templi!”, esclama l’Arcivescovo con tono vibrante, e chiede fermamente ai suoi interlocutori di uscire dalle chiese e dalle parrocchie per andare a portare nelle case, nelle strade, per tutta la città il messaggio di evangelizzazione cristiana, sottolineando l'importanza della fratellanza e della condivisione. "Ricordate: ciò che facciamo al prossimo, lo facciamo al Figlio di Dio. Ciò che non facciamo, non lo facciamo al Figlio di Dio!".

Migliaia di occhi e tante orecchie ad ascoltare, anche attraverso la trasmissione in diretta della celebrazione attraverso i microfoni e le telecamere dell’emittente radio-televisiva leccese e salentina “Telerama”, che amplifica e moltiplica il messaggio attraverso il satellite e il web in tutto il mondo. Il Vescovo di Lecce ha aperto il suo cuore. Avrà raggiunto il cuore della sua comunità cristiana e civile di Lecce?

Beniamino Piemontese



 Associazione Ideale Osservatorio Torre di Belloluogo
 

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