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18/08/2009

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UN DOLMEN A RIPE ROSSE?

Clicca per Ingrandire A luglio, il Team Archeo-Speleologico Argod si è recato a Mattinata per visitare il sito archeologico di Monte Sacro ed esplorarne la zona circostante, sia per motivi di studio sia per effettuare una mappatura video-fotografica dell’intero complesso. Un lavoro che si è potuto svolgere con la collaborazione di Giovanni Quitadamo del gruppo Orchidee del Gargano, di Mattinata, e di alcuni componenti del Centro Studi Paglicci, di Rignano Garganico, capeggiati dal loro presidente Enzo Pazienza, direttore del Museo Paglicci.

Proprio quest’ultimo ha per primo notato una struttura in una zona di Mattinata denominata Ripe Rosse, proprio adiacente alla Ss. 89 che conduce verso il sentiero per Monte Sacro. Si tratta di una costruzione parzialmente artificiale che richiama incredibilmente una tipica struttura conosciuta come Dolmen (foto del titolo; ndr), un tipo di tomba megalitica preistorica, a camera singola, che fino a non molti anni fa si pensava non essere presente sul nostro territorio garganico. Generalmente un Dolmen è costituito da uno o più lastroni orizzontali sorretti da più lastroni verticali, originariamente ricoperto, protetto e sostenuto da un tumulo. Il loro utilizzo era spesso associato a scopi rituali e propiziatori. Negli anni scorsi altre strutture del genere sono state scoperte sul Promontorio, come a Rignano Garganico, Vieste e Monte Sant’Angelo, alcuni dei quali affiancati anche da Menhir, megaliti monolitici eretti solitamente nell’età della pietra (neolitico, era preistorica).

Il caso di Mattinata, in zona Ripe Rosse, è molto interessante specie per alcune sue caratteristiche che la accomunano al Dolmen presente sulla via che conduce a Pulsano (foto 1 sotto), nel territorio di Monte Sant’Angelo. Innanzitutto abbiamo notato che il lastrone orizzontale, il “tetto” della struttura, è decisamente molto grande, forse troppo per essere trasportato sul posto da chissà quale zona. Analizzando la costruzione si può pensare che alcuni suoi elementi possano effettivamente essere stati già lì sul posto, depositatisi in seguito ad una frana. Sul fatto che sia stata poi “modellata” artificialmente ci sono ben pochi dubbi. La parete interna, sul fondo, è costituita dalla sovrapposizione di pietre di simili dimensioni e di taglia piccola (foto 2 sotto, con Andrea Grana; ndr), inoltre si nota una “manomissione” sul lastrone verticale destro (avendo di fronte l’ingresso della struttura) nella giuntura con la copertura orizzontale.

Altro aspetto interessante è l’orientazione dell’ingresso del Dolmen, rivolto quasi perfettamente verso Sud, esattamente come quello presente a Pulsano, anch’esso considerato parzialmente artificiale. In effetti non è difficile pensare che i costruttori dell’epoca potessero sfruttare massi già presenti sul posto per costruire tali edifici, naturalmente dopo aver verificato che tale luogo avesse una serie di caratteristiche da loro ritenute idonee.


Spesso i Dolmen, Menhir o altre strutture simili mostrano incredibili “coincidenze” d’orientamento con allineamenti astronomici significativi, molto spesso correlate con i cicli del Sole e della Luna. Ciò aveva una valenza sia pratica (i cicli del Sole e della Luna sono correlati con i cicli del mondo vegetale, quindi semine, raccolti ecc…) che simbolica (legata alle loro credenze e quindi a una serie di riti sacri). Allo stato attuale gli orientamenti astronomici sono maggiormente presenti in Inghilterra, mentre già in Francia e in Italia sono da ritenersi meno frequenti.

A questo punto non può che sorgere una domanda: se sul Gargano esistono tali strutture a quale epoca possono essere riferibili? Bisogna tener presente che le più antiche manifestazioni megalitiche europee sembrano essere alcuni monumenti della penisola iberica e delle coste atlantiche francesi, realizzati verso il 5° millennio a.C. In generale le più antiche strutture europee si trovano sull’area atlantica. I monumenti dell’area mediterranea, invece, sembrano essere cronologicamente più recenti, tant’è che i Dolmen della Puglia (nella zona del Barese e nel Salento), vengono considerati dell’Età del Bronzo. Sull’epoca di costruzione restano comunque molti punti interrogativi. Non esistono prove certe a riguardo, inoltre lo studio di tali strutture in Italia è iniziato relativamente tardi, per cui è difficile stabilire se tali costruzioni siano attribuibili effettivamente all’Età del Bronzo o ad epoche più remote.

Una cosa è certa: fino a qualche anno fa nessuno sapeva dell’esistenza di strutture megalitiche sul Gargano, e allo stato attuale non è stato fatto ancora nessuno studio approfondito su di esse. Eppure, tenendo presente che la Puglia è la regione continentale più ricca di monumenti megalitici, non dovrebbe sorprendere che si scoprano sempre più strutture di tal genere anche sul nostro Promontorio. Le strutture litiche di tipo dolmenico, qui da noi, sono da esaminare accuratamente proprio per la loro diversità strutturale, inoltre non vi sono state trovate mai tracce di sepolture, se non delle sporadiche tracce di incisioni.

Il Dolmen di Ripe Rosse, a Mattinata, aggiunge un tassello in più in tale senso, e ci sprona ad approfondire l’argomento. Il Team Archeo-Speleologico Argod, in collaborazione col Centro Studi Paglicci, si propone di studiare tali strutture da un punto di vista diverso: da quello archeoastronomico; cioè non solo un’analisi archeologica ma anche astronomica, per verificare se tali strutture possano essere orientate verso precisi allineamenti astronomici significativi. Questo potrebbe fornire ulteriori elementi per capirne l’epoca di costruzione.

Andrea Grana




 garganodascoprire.it

 

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