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31/07/2009

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“IL GERMOGLIO NON E” ANCORA IL FRUTTO MATURO”

Clicca per Ingrandire Il primo messaggio alla diocesi di mons. Michele Castoro, nuovo arcivescovo di Manfredonia-Vieste, che sabato 19 settembre prenderà il posto del trasferito mons. Domenico D’Ambrosio iniziando il suo ministero episcopale.

“Nel giorno in cui la benevolenza del Santo Padre Benedetto XVI, a cui va in questa ora il mio grato e filiale pensiero, mi nomina vostro Arcivescovo desidero farvi giungere il mio primo saluto, carico di affetto e di sollecitudine, ma anche di trepidazione e di commozione. Non è trascorso molto tempo da quando, qualche settimana fa, ero in mezzo a voi e partecipavo alla vostra gioia nell’accogliere il dono straordinario della visita del Papa a San Giovanni Rotondo, nel Santuario di San Pio.

“Ignaro della mia nuova missione, ero tra voi come Vescovo di una Chiesa sorella, l’amata diocesi di Oria, alla quale ho dato le primizie del mio ministero apostolico e che ho servito con tutto il cuore. In quel giorno, il Papa ci ha detto nell’omelia: “C'è ... una forza positiva che muove il mondo, capace di trasformare e rinnovare le creature: la forza dell'amore del Cristo, … una forza divina, trascendente”. Questo richiamo alla forza dell’amore capace di muovere ogni cosa vorrei che risuonasse ancora nel momento in cui inizia a germogliare il legame pastorale e di fraternità tra noi.

“E’ vero, il germoglio non è ancora il frutto maturo, io non ancora vi conosco direttamente e il nostro rapporto manca di una consuetudine assidua, eppure nel germoglio in qualche modo c’è già tutto, c’è già la promessa del frutto che ne può nascere. Vorrei dunque che prima di me giungesse a voi il mio amore. Fin da ora ve lo assicuro, nutrito di quella fede che mi fa vivere questo momento di passaggio sentendomi nelle mani del Signore, e mi fa intravedere la disponibilità con cui mi accogliete come vostro nuovo pastore da quelle stesse mani provvidenti. Desidero dirvi sin da questa primissima ora che vengo a voi “in nomine Iesu”, nel nome di Gesù. E’ il Signore la sorgente della mia forza, sarà Lui l’oggetto del mio annuncio, Lui la via e la mèta del nostro comune cammino.”

+ Michele Castoro
arcivescovo eletto


IL MOTTO E LO STEMMA

In nomine Iesu è il motto riportato nello stemma episcopale del nuovo arcivescovo. Il suo impegno pastorale, infatti, s’incentra tutto in Nostro Signore Gesù, come affermato nel testo del suo primo saluto alla Diocesi. Questa la descrizione che ne fa il sito della diocesi (vi consigliamo di leggerla tenendo d’occhio l’immagine ingrandita).

Di azzurro cappato di argento: all'ombra di sole di oro, caricata del monogramma di Cristo (IHS) di nero, nel primo; alla stella (a 7 punte) di azzurro a destra (sinistra per chi guarda; ndr) e al leone rampante di rosso a sinistra (destra per ci guarda), nel secondo.

L'azzurro del campo simboleggia il distacco dai valori mondani e l'ascesa dell'anima verso Dio, quindi il percorso delle Virtù Celesti che si innalzano sulle cose di questa terra verso il cielo. Su questo campeggia il sole con il monogramma del nome di Cristo (IHS) a rappresentare la fonte di luce e di salvezza che promana da Gesù. Questo messaggio il cristiano lo può comprendere con la Fede, prima Virtù, rappresentata dal metallo più nobile, l'oro, usato nella rappresentazione del sole. L'argento è il simbolo della trasparenza, quindi della Verità, della Giustizia, doti fondamentali su cui articolare la nostra vita nei confronti dei fratelli.

La stella rappresenta Maria, la nostra madre celeste.

Il leone è il simbolo della forza ed è rappresentato in rosso, colore dell'Amore, per sottolineare la forza dell'Amore di Dio per l'Uomo, senza il quale siamo inermi e la nostra vita perde di significato. Inoltre, la figura del leone vuole ricordare Altamura (città natale del prelato; ndr), detta anche "Leonessa di Puglia" ed i leoni che appaiono davanti alla facciata della sua Cattedrale. L'uso di porre leoni a difesa delle costruzioni proviene dal medioevo, quando era diffusa la credenza che tale animale dormisse ad occhi aperti, senza quindi interrompere la sua funzione protettiva.

 webdiocesi.chiesacattolica.it

 

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