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09/07/2009

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UNA ESISTENZA CONVULSA

Clicca per Ingrandire Antonio Maccarone, nato a Carpino nel lontano 1920, ha affrontato una esistenza convulsa, fatta di tremende sciagure, di emigrazione e di soddisfazioni ottenute nel campo della musica popolare. Il suo nome è legato alle melodie di un tempo, ereditate direttamente dai portatori della tradizione carpinese e garganica.

Ultimamente lo si incontrava nella sua casa di campagna, alla periferia di Carpino. Nel suo piccolo rifugio, Maccarone, reso cieco dall'errore di un medico oculista, cercava di dimenticare i dispiaceri della vita (aveva perso i due nipoti e la moglie nel giro di pochi anni, aveva un solo figlio, che vive in Germania) suonando la sua inseparabile chitarra francese e intonando sonetti e canti della Carpino che fu e che rischia di perdere irrimediabilmente il suo patrimonio canoro-musicale.

A lanciare il grido d'allarme fu lui stesso sul palco della XI edizione del Carpino Folk Festival quando dopo aver gioito col pubblico - "Siamo ancora qua. Noi, un tempo chiamati cafoni, perseguitati... ora richiesti in tutta Italia" - chiedeva ai giovani di pensare, sì, alla riproposta dei loro canti e dei loro suoni, ma di non inficiarli con strumenti musicali moderni che nulla hanno a che vedere con quello che da secoli rappresenta la tradizione garganica e carpinese. Fu allievo di Pasquale Di Viesti, nativo di Rodi Garganico, da cui apprende la maggior parte del repertorio di canti e musiche popolari.

Oltre alla cecità recente, Maccarone era afflitto da completa sordità a un orecchio, "ereditata" in guerra, quando nel 1943 fu travolto dalle bombe americane a Taranto. Uscì miracolosamente salvo dal crollo di un magazzino del Genio militare (ne era il custode), ma perse l'udito, ottenendo in cambio la pensione di guerra. Fu salvato da un "angelo custode", il suo sergente, che udì le sue grida di aiuto e quelle di un amico commilitone, pure lui tratto in salvo.

Dopo la guerra il Cantore svolge diversi lavori, tra cui quello di vigile campestre a Carpino. Nel 1961 decide di emigrare. Assieme alla moglie Maddalena Ruo (classe 1929) approda a Milano. S’impiega in diverse attività, passando da un lavoro all’altro, fin quando decide di mettersi in proprio. Si dedica interamente all'importazione di prodotti locali dalla Puglia in Lombardia. Gli affari vanno talmente bene che nel 1968 gli viene attribuito il "Leone d'oro per il commercio", assegnato ai maggiori imprenditori lombardi.

Nel 1967 conosce professionalmente Andrea Sacco, a Milano, testimone diretto del concerto organizzato al Teatro lirico da Roberto Leydi e Diego Carpitella, due dei più importanti ricercatori italiani di musica, danze e canti della tradizione. Torna definitivamente a Carpino nel 1986. Il denaro risparmiato gli permette di acquistare casa e vivere agiatamente. Nel 1998 la svolta: l'arrivo sul Gargano e a Carpino della musicista, cantautrice e ricercatrice etnomusicale e folklorica Giovanna Marini - una delle figure più importanti nello studio, nella ricerca e nell'esecuzione della tradizione musicale popolare italiana (foto 1 sotto; ndr) - allo scopo di "immortalare" e salvaguardare la vera tradizione locale. Tradizione cui è strettamente legato lo stesso cantore carpinese.

Sul palco del Carpino Folk Festival Maccarone raggiunge il suo apice. Bravo come nessuno a instaurare un feeling col pubblico, domina l'evento, saluta tutti ("paesani e furestieri"), recita i suoi sonetti e poi via, con le sue rare doti cattura l'attenzione del pubblico fin dal primo istante e lo porta senza nessun calo d'attenzione fino al gran finale. Suonatore di chitarra francese, diventa un vero Cantore della musica popolare a seguito del compiacimento del capostipite del gruppo dei “Cantori di Carpino”, Andrea Sacco, e dopo aver brillantemente superato la prova della propria comunità di appartenenza che in lui si identifica.

Con la sua chitarra “a lato” non aveva nulla da invidiare alle rock star della beat generation che la chitarra la portavano “a tracolla”. Ciao zì’ Antonio, dopo tanto vagare tu, la tua rivoluzione, hai avuto la fortuna di vederla passare da Carpino.

Antonio Basile

PS. Nei giorni scorsi aveva, insieme ad Antonio Piccininno, ricevuto l'ultimo attestato il Premio “Carlo Nobile”. Per lui, gravemente malato, aveva ritirato il premio suo figlio. Queste le motivazioni lette per l'occasione: “Antonio Piccininno e Antonio Maccarone sono i pilastri viventi della musica popolare della nostra penisola. L'età dei due componenti storici di questo gruppo del Gargano è garanzia di originalità della loro musica, veramente tradizionale, testimonianza autentica di un patrimonio di cui sono i più genuini interpreti. I brani del loro repertorio sono l'esempio della forma più tipica del canto garganico, il sonetto, che rientra nel modello dello strambotto meridionale. La parte centrale di questo repertorio è costituito dalla "Canzone", la vera serenata italiana che si avvale di un'ampia libertà vocale consentita dalle particolari tonalità della chitarra battente.

“Antonio Piccininno e Antonio Maccarone rappresentano la diversità musicale e culturale della Capitanata che diventa ricchezza e patrimonio culturale capace di produrre spettacoli indimenticabili che lasciano una traccia positiva e indelebile sull'identità e sul modo di essere del nostro territorio nella memoria dei fortunati spettatori, quindi uno dei nostri migliori biglietti da visita. Interpreti della musica popolare e suonatori di nacchere e chitarre battenti e francesi, ma anche intrattenitori. cabarettisti e showman a tutti gli effetti, Piccininno e Maccarone grazie alla loro maggiore dote stilistica e artistica, quella dell’improvvisazione recitativa e canora, catturano l’attenzione della platea sin dal primo istante e la portano, senza alcun calo d’attenzione, fino al gran finale.

“Potendo disporre di una memoria viva di un repertorio di tradizione orale imponente, tutto sempre e comunque immediatamente disponibile nella loro mente, i due cantori di Carpino creano e cantano brani ogni volta nuovi e irripetibili nella sequenza, attraverso l’accostamento di sonetti e strofette tra loro come coreografiche e spettacolari granate di poesia lanciate dal palco verso di noi.”

NB. Per chi volesse partecipare, i funerali si terranno stamane a Carpino alle 9.30

 Uff. Stampa Ass. Cult. “Carpino Folk Festival”

 

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