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15/06/2009

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CALENA CROLLA!

Clicca per Ingrandire E' di pochi giorni fa la notizia che il tetto di copertura dell'altare dell'Abbazia di Kàlena è crollato. Le travi di legno sono cadute sull'altare e il loro peso consistente ha impedito agli operai di rimuoverle a mano. Ho avuto modo di vedere l'accaduto durante la manifestazione “Un drappo bianco a Kàlena per la libertà di Aung San Suu Kyu”. La porta dell'Abbazia era purtroppo chiusa quindi non ho foto migliori di quelle che vedete. In attesa di ulteriori sviluppi della situazione vi rimando al prossimo aggiornamento.

Domenico S. Antonacci (testo e foto)

 Magazine Carpino Folk Festival

 

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  Commenti dei Lettori:

-- 17/06/2009 -- 08:57:29 -- ANTONIO

La situazione di Calena così com'è non fa onore a nessuno! Ad oggi abbiamo raccolto solo provocazioni! Coloro che sono preposti alla tutela ed alla cura di importanti e significativi gioielli della Storia di fronte allo stato di degrado e di abbandono in cui versa l'Abbazia di Calena dovrebbero solo vergnognarsi e dimettersi dai loro incarichi a causa della loro inerzia.

-- 17/06/2009 -- 09:14:14 -- ANTONIO

Mi riferisco a chi rappresenta gli Enti tenuti a salvaguardare e tutelare il proprio patrimonio e la propria immagine, ed a quei soggetti che hanno precise funzioni o compiti da svolgere per evitare che l'incuria,la distruzione e quant'altro possano colpire Beni di Interesse Storico-Artistico-Religioso e Culturale di un'intero Paese.

-- 17/06/2009 -- 09:23:00 -- ANTONIO

Questi dovrebbero vergnognarsi ed agire di conseguenza. A cosa aspettano? Per, per, darsi una mossa? Gli stessi non sono degni di ricoprire ed occupare ruoli e funzioni pagati con i soldi dello Stato; i cui stipendi vengono regolarmente incassati alla scadenza di ogni mese e, dunque, di restare comodi ai posti di comando; quei comandi che sono previsti ed organizzati proprio per Legge per tutelare, salvaguardare, e curare quanto rappresenta la Memoria, lo Spirito,la Storia e la Cultura di un Popolo. Mentre nella realtà un Bene Storico si sbriciola sotto i nostri occhi e gli occhi di quanti possono constatare direttamente l'oblio ed il degrado di uno scenario oggi, per colpa di chi non adempie, pericolante, fatiscente, desolante e triste. Privo quasi di senso e di utilità.

-- 17/06/2009 -- 09:43:11 -- ANTONIO

Chi non fa, chi non svolge, il proprio dovere e non si preoccupa di far rispettare e osservare le Leggi, o non prescrive i dovuti adempimenti da porre in essere, in tempo, per evitare il peggio, è al tempo stesso autore e fonte di un'ulteriore degrado, nonchè di altrettante mancanze.

-- 17/06/2009 -- 11:14:05 -- ANTONIO

Il crollo è un'ulteriore provocazione ed un'ulteriore vergogna. Un affronto!

-- 18/06/2009 -- 00:53:49 -- ANTONIO

Un affronto al buonsenso; ed un'offesa ed una provocazione di sfida verso quanti da anni si impegnano in modo gratuito e spontaneo per mobilitare e sensibilizzare gli Enti Pubblici al fine di farli inetrvenire e fargli prestare aiuto, attraverso la messa a disposizione di risorse e finanziamenti della Collettività-pubblici, in favore di un bene da salvare dalla distruzione. in quanto già versa in un forte degrado, e che rappresenta comunque per tutti un'importante pezzo di Storia Locale e Mondiale da conservare e rutelare.

-- 18/06/2009 -- 01:10:38 -- ANTONIO

L'ennesimo crollo di parte dell'abbazia è la prova certa che dimostra quanto sia grave la irresponsabilità e la negligenza che esiste intorno un'importante Bene Storico. E quanta scarsa tutela e scarsa attenzione vengono dedicati al Bene stesso da parte di chi dovrebbe vigilare ed intervenire per dovere e scongiurare la sua distruzione; anche perchè oggi, dopo anni di convegni, di conferenze, di dibattiti e di incontri istituzionali la questione di Calena e la conoscenza dell'esistenza del suo degrado sono noti a tutti ed il tutto è diventato da anni di dominio pubblico.

-- 18/06/2009 -- 17:11:21 -- ANTONIO

Se Calena crolla è perchè qualcuno dorme!

-- 19/06/2009 -- 12:38:01 -- ANTONIO

Negati, quasi del tutto, sono gli Usi Civici ed i Diritti della Popolazione di Peschici. Agli albori Calena era abitata. I Monaci offrivano ospitalità e riparo, nonchè assistenza Spirituale e Morale, ai Cittadini di Peschici ed a tutti i Pellegrini che si rivolgevano loro. Anche durante i periodi di guerra l'Abbazia era abitata. Oggi, invece, è in stato di degrado, disabitata e sempre chiusa. Non è più possibile per i Cittadini di Peschici attingerVi nemmeno una bevuta d'acqua. E nemmeno darVi un'occhiata! Buio e desolante, poi, è l'imbrunire, triste e tenebrosa è altresì la Notte. Non vi è nè una luce, accesa, e nemmeno un cartello che indichi e dica questa (Abbazia) una volta era (rappresentava) il luogo ed il simbolo della Speranza e della Vita.

-- 19/06/2009 -- 12:53:47 -- ANTONIO

Immersa nella Piana (pianura) di Calena l'Abbazia era fiorente in tutto. Calena era vitale sia per l'economia che per lo Spirito. La sua realtà di un tempo costituiva al tempo stesso il motore e la leva dell'esistenza dell'essere, sia nativo di Peschici, e non solo. La sua importanza era legata, e pari, a quella dell'Abbazia di Montecassino, poichè insieme ad essa ne costituiva, un tempo, un'unica essenza. Calena era uno dei più importanti punti geografici di riferimento, e meta di incontri. Calena costituiva una delle Vie di collegamento attraverso cui il Mondo stesso si collegava con sè medesimo. Intorno al luogo Calena vi era sempre un via vai di gente e quasi sempre si respirava aria di festa. Intorno a Calena, infatti, oltre alle esigenze legate allo Spirito e alla Fede sono nati usi, tradizioni, vale a dire diritti civici. Oggi purtroppo negati e rinnegati.

-- 20/06/2009 -- 01:19:33 -- ANTONIO

Chi percorre ai giorni nostri, cioè ogni giorno, la strada che costeggia le Antiche mura dell'Abbazia di Calena, e passa proprio vicino ai luoghi oggi oggetto di osservazioni e resoconti, si rende testimone, osservatore, diretto della conoscenza dell'esistenza di una realtà affatto festosa o di festa. Chi osserva con i propri occhi l'Abbazia chiusa ed in parte crollata ottiene un riscontro soprattutto di solitudimne, degrado, e stato di abbandono, che lo portano a respirare ed a vivere un'aria ed un'atmosfera di profoda tristezza. In altri termini constata miseria e desolazione. E soprattutto nota aasenza di vita e di custodia.

-- 20/06/2009 -- 02:43:41 -- ANTONIO

Uno scenario di desolazione e di abbandono; Tetti diroccati, degrado in genere, e soperattutto una cattiva immagine di Calena e per il paese.

-- 20/06/2009 -- 02:49:51 -- ANTONIO

La situazione di Calena, così com'è è un pessimo biglietto da visita per tutto il paese che documenta e dimostra per il degrado visibile a tutti come Peschici non sia meritevole di essere considerato un'Ente denominato paese turistico. Tutelare la propria Immagine ed i propri tesori è compito principale di un'Ente territoriale. La propria richezza è per Peschici, ed è da ricordare a tutti, è insita nel proprio fascino, il quale è custodito a sua volta nella propria caratteristica e nella propria Antichità. Lasciar crollare o cancellare-dimenticare le proprie memorie significa per Peschici autodistruggersi. Ecco perchè Calena merita un'intervento importante, più incisivo e diretto, da parte della stessa Peschici. Anche con il ricorso all'esproprio. In quanto chi lo detiene negli anni ha già fatto ciò in danno della popolazione del relativo Comune, negando e rinnegando alla stessa ogni buonsenso e qualsiasi osservanza-rispetto-riconoscimento dei diritti e usi civici propri e comunali.

-- 20/06/2009 -- 03:32:06 -- ANTONIO

Inoltre tutta la piana di Calena, cioè la pianura di Peschici, ha subito profonde trasformazioni che hanno segnato in modo molto incisivo qualsiasi armonia ed aspetto del territorio. Peschici non può più rimanere a guardare e restare in disparte, anche perchè oggi paga in termini di Immagine oltre a subire trasformazioni ed limitazioni di ogni sorta. Intaccando l'Immagine di Peschici e limitando la sovranità territoriale di un Comune non si fa altro che toccare il futuro del paese stesso. E' così che è necessario distinguere i ruoli tra il privato ed il pubblico in modo di ripristinare le rispettive competenze e così le dovute responsabilità da rispettare.

 
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