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10/06/2009

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DIRITTI UMANI: UN DRAPPO BIANCO A CALENA

Clicca per Ingrandire Le prof.sse Carla De Nunzio (docente di ruolo nella Scuola Superiore a Lecce, presidente dell'Associazione Ideale Osservatorio Torre dì Belloluogo – Lecce) e Teresa Maria Rauzino (docente di ruolo nella Scuola Superiore a Rodi Garganico e giornalista, presidente del Centro Studi "Giuseppe Martella" – Peschici) portano alla “gentile attenzione” di S. E. Sig. Presidente delia Repubblica Italiana, S. E. Rev.ma Mons. Arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, S. E. Sig, Prefetto di Foggia, Sig. Ministro degli Esteri della Repubblica Italiana, Sig. Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Sig. Ministro per i Rapporti con le Regioni, Sig. Presidente della Regione Puglia, Sig. Presidente della Provincia di Foggia, Sig. Questore di Foggia, Sig. Comandante Provinciale dei Carabinieri – Foggia, Sig. Comandante Provinciale del Corpo Forestale dello Stato – Foggia, Sig. Sindaco di Foggia, Sig. Sindaco di Lecce, Sig. Sindaco di Peschici (Fg), Sig. Sindaco di Rodi Garganico (Fg), e per conoscenza delle Associazioni culturali e umanitarie della Puglia, degli Organi di Stampa, l’ATTO SIMBOLICO "Un drappo bianco a Kàlena per la libertà di Aung San Suu Kyi" (Premio Nobel per la Pace 1991, Premio Internazionale Torre di Belloluogo 2009, 30 maggio 2009), dedicato ad una Persona che soffre, nella ricorrenza del suo 64° compleanno, presso un Monumento in abbandono e rovina, l’Abazia di Santa Maria di Kàlena - Piana di Peschici (Fg), dal significato unicamente umanitario e culturale, e che si attuerà domenica 14 giugno 2009 alle 18.

Si leva da uno dei luoghi più sacri della Terra di Puglia, presso le amate vestigia dell'Abazia di Santa Maria di Kàlena, nella piana di Peschici (Fg), sul Gargano, l'atto simbolico umanitario e culturale dedicato a una Persona che soffre, accanto a un Monumento carico di Fede, Arte e Cultura, che versa miserevolmente in stato di abbandono e rovina. Un atto simbolico che si esprime attraverso un gesto umile, ma intensamente carico di significato: l'esposizione di un drappo bianco - bianco come l'innocenza, bianco come la purezza, bianco come la sacralità della persona umana, bianco come la sacralità dei luoghi prescelti - per rivolgere al Signore la preghiera perché Egli vinca la malvagità e la ferocia degli uomini e restituisca la libertà e la vita alla prigioniera inerme, Signora Aung San Suu Kyi, e a tutte le persone innocenti ingiustamente incarcerate per colpa della brutalità e della ferocia umana.

La vita è sacra e intangibile!
Aung San Suu Kyi libera!

Carla De Nunzio - presidente Associazione Ideale Osservatorio Torre dì Belloluogo
Teresa Maria Rauzino - presidente Centro Studi "Giuseppe Martella "


LA SCHEDA = Figlia del generale Aung San e di Khin Kyi, la sua vita è travagliata già dai primi anni di vita. Suo padre, uno dei principali esponenti politici birmani, dopo aver negoziato l'indipendenza della nazione dal Regno Unito nel 1947, fu infatti ucciso da alcuni avversari politici nello stesso anno, lasciando la bambina di appena due anni, oltre che la moglie Khin Kyi e altri due figli, uno dei quali sarebbe morto in un incidente.

Dopo la morte del marito, la madre divenne una delle figure politiche di maggior rilievo in Birmania, tanto da diventare ambasciatrice in India nel 1960. Aung San Suu Kyi fu sempre presente al suo fianco, la seguì ovunque ed ebbe la possibilità di frequentare le migliori scuole indiane e successivamente inglesi, tanto che nel 1967, a Oxford, conseguì la prestigiosa laurea in Filosofia, Scienze Politiche ed Economia. Continuò poi i suoi studi a New York e nel 1972 cominciò a lavorare per le Nazioni Unite. In quel periodo conobbe anche uno studioso di cultura tibetana, Micheal Aris, che l'anno successivo sarebbe diventato suo marito e padre dei suoi due figli, Alexander e Kim.

Ritornò in Birmania nel 1988 per accudire la madre gravemente malata e proprio in quegli anni il generale Saw Maung prese il potere e instaurò il regime militare che tuttora comanda in Myanmar. Fortemente influenzata dagli insegnamenti del Mahatma Gandhi, Aung San Suu Kyi sposò la causa del suo paese in maniera non-violenta e fondò la Lega Nazionale per la Democrazia, il 27 settembre 1988. Neanche un anno dopo le furono comminati gli arresti domiciliari, con la concessione che se avesse voluto abbandonare il paese lo avrebbe potuto fare. Proposta rifiutata.

Nel 1990 il regime militare decise di chiamare il popolo alle elezioni e il risultato fu una schiacciante vittoria della Lega Nazionale per la Democrazia di Aung San Suu Kyi, che sarebbe quindi diventata Primo Ministro. Tuttavia i militari rigettarono il voto e presero il potere con la forza annullandolo. L'anno successivo Aung San Suu Kyi vinse il premio Nobel per la Pace e usò i soldi del premio per costituire un sistema sanitario e di istruzione, a favore del popolo birmano.

Gli arresti domiciliari le furono revocati nel 1995, ma rimaneva comunque in uno stato di semi libertà, non poté mai lasciare il paese, perché in tal caso le sarebbe stato negato il ritorno in Myanmar, e anche ai suoi familiari non fu mai permesso di visitarla, neanche quando al marito Michael fu diagnosticato un tumore, che di lì a due anni, nel 1999, lo avrebbe ucciso lasciandola vedova.

Nel 2002, a seguito di forti pressioni delle Nazioni Unite, ad Aung San Suu Kyi fu riconosciuta una maggiore libertà d'azione in Myanmar, ma il 30 maggio 2003 il dramma: mentre era a bordo di un convoglio con numerosi supporters, un gruppo di militari aprì il fuoco e massacrò molte persone e solo grazie alla prontezza di riflessi del suo autista, Ko Kyaw Soe Lin, riuscì a salvarsi, ma fu di nuovo messa agli arresti domiciliari. Da quel momento la salute di Aung San Suu Kyi è andata progressivamente peggiorando, tanto da richiedere un intervento e vari ricoveri.

Il "caso" Aung San Suu Kyi ha incominciato a essere un argomento internazionale, tanto che gli Stati Uniti d'America e l'Unione Europea hanno fatto grosse pressioni sul governo del Myanmar per la sua liberazione, ma gli arresti domiciliari furono rinnovati per un anno nel 2005 e ulteriormente rinnovati nel 2006 e nel 2007. Tuttora Aung San Suu Kyi è agli arresti domiciliari. Per quanto sta facendo per la causa del popolo birmano, alcune prestigiose Università in Europa e in America vogliono assegnarle lauree Honoris Causa, per il suo grande impegno civile e per la difesa dei diritti umani e della pace.

Il 9 novembre 2007, Aung San Suu Kyi ha lasciato la sua abitazione dove era confinata agli arresti domiciliari e ha incontrato il ministro nominato ad hoc dalla giunta militare al potere per il dialogo con l'opposizione, il ministro dei trasporti Aung Kyi. Un dirigente della Lega nazionale per la democrazia ha detto che Suu Kyi ha anche incontrato tre esponenti del suo partito, che non incontrava da tre anni. Per il suo impegno a favore dei diritti umani il 6 maggio 2008 il Congresso degli Stati Uniti le ha conferito la sua massima onorificenza: la Medaglia d'Onore.

Il 3 maggio 2009, John William Yethaw, cittadino americano mormone, raggiunge a nuoto la casa in cui è costretta agli arresti domiciliari attraversando il lago Inya. Il 14 maggio la giunta militare arresta e processa (18 maggio) Aung San Suu Kyi per violazione degli arresti domiciliari. Il termine dei domiciliari e la liberazione dell'attivista birmana dall'ultimo arresto sarebbero scaduti il 21 maggio. Secondo buona parte della stampa internazionale e la stessa Lega nazionale per la democrazia, l'impresa di Yethaw è stato il pretesto fornito alla giunta militare per mettere fuori gioco Aung San Suu Kyi prima di sottoporre il popolo birmano alla votazione di un referendum per l'approvazione di un testo costituzionale che, di fatto, sancisce la continuazione del potere dei militari sotto forme civili, escludendo del tutto la Lega nazionale per la democrazia. (Wikipedia)


 Comunicato

 

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  Commenti dei Lettori:

-- 11/06/2009 -- 07:49:38 -- TERESA MARIA

ADESIONI Ciao Terry (Teresa Maria Rauzino), ti invio la mia adesione, e ti auguro un grande successo. Baci Andrea Chiapella Argentina .... Sarò presente anche io, idealmente, a Piana di Peschici! Fausto Rossetti Città della Pieve (Pg)

-- 11/06/2009 -- 07:52:38 -- TERESA MARIA

L'Associazione Culturale "Punto di Stella" aderisce. Il Presidente Piero Giannini Il Circolo Culturale "Giulio Ricci" e il Centro Studi "Grotta Paglicci" di Rignano Garganico aderiscono all'iniziativa. Angelo Del Vecchio .... Il Distretto Culturale DAUNIA VETUS aderisce all'iniziativa e plaude all'impegno dei promotori e degli organizzatori dell'articolata manifestazione di solidarietà. Cordialità Antonio V. Gelormini .... .... Ancora una volta Kàlena assurge a simbolo di pace e di cultura, nel mentre giace completamente abbandonata e si vorrebbe costruire nelle sue vicinanze la 167. Fatto, quest'ultimo, contro il quale ci opporremo con tutte le nostre forze e con la forza della ragione. Michele Eugenio Di Carlo ....

-- 11/06/2009 -- 07:53:24 -- TERESA MARIA

Confermo adesione del Gruppo Archeologico Garganico "S. Ferri" alla manifestazione "Un drappo bianco a Kàlena" in favore del Premio Nobel birmano. Il Direttore del G.A.G. Valentino Piccolo

-- 11/06/2009 -- 07:54:44 -- TERESA MARIA

ADESIONI PERVENUTE: Comunico la mia adesione "ideale". Auguro successo alla lodevole iniziativa. Cordialissimi saluti ing.Adolfo Zamboni

-- 11/06/2009 -- 07:55:50 -- TERESA MARIA

ADESIONI PERVENUTE AL CENTRO STUDI MARTELLA: aderisco volentieri all'iniziativa,. Mi sarà, purtroppo , difficile essere presente a Calena domenica sera, perché sarò costretto a stare a S. Giovanni Rotondo per motivi familiari. Auguro un'ottima riuscita della manifestazione, Matteo Siena (Società storia patria Puglia sez.Vieste)

-- 11/06/2009 -- 07:56:42 -- TERESA MARIA

ADESIONI ATTO SIMBOLICO: Spero di poterci essere. Ho già sottoscritto richiesta scarcerazione per Aung, quindi terrei tanto a proseguire nel mio appoggio morale. Un abbraccio Enzo Campobasso

-- 11/06/2009 -- 07:58:17 -- TERESA MARIA

ADESIONE ATTO SIMBOLICO AGENZIA SINERGIE DI VIESTE: Purtroppo io quel giorno sarò impegnata con l'organizzazione di un evento ma divulgherò il più possibile l'informazione. Approfitto per farti tanti complimenti per la tua tenacia e determinazione. Se ci fossero più persone come te il nostro Gargano sarebbe sicuramente migliore. Buon lavoro Francesca Toto

-- 11/06/2009 -- 07:59:53 -- TERESA MARIA

ADESIONE ATTO SIMBOLICO PROF. TIBALDESCHI DA MILANO : Io non sono un’associazione ma mi associo tanto volentieri in spirito alla manifestazione contro la barbarie. Con un caro vivissimo saluto. Carlo Tibaldeschi

-- 11/06/2009 -- 08:01:31 -- TERESA MARIA

ADESIONE (dall'Università degli Studi di Trieste). Magnifica iniziativa. Liana Bertoldi Lenoci

-- 11/06/2009 -- 14:02:17 -- TERESA MARIA

COMUNICAZIONE PROF. LICINIO PERVENUTA AL CENTRO STUDI MARTELLA: Aderisco convintamente all'iniziativa (anche se non potrò partecipare alla manifestazione domenica). Raffaele Licinio, direttore del Centro di Studi Normanno-Svevi dell'Università di Bari

-- 11/06/2009 -- 14:08:04 -- TERESA MARIA

ADESIONE PERVENUTA DA LECCE: «Salentomegalitico.it, nelle persone di Stefano Delle Rose e Silvia Arcaini, aderisce all'iniziativa dedicata al Premio Nobel birmano,che si terrà domenica 14 giugno presso l'Abbazia di S. Maria di Kàlena, sul Gargano. Non potendo essere fisicamente presenti, lo saremo col cuore e con lo spirito». Stefano Delle Rose e Silvia Arcaini (Lecce)

-- 12/06/2009 -- 10:39:29 -- TERESA MARIA

Adesione a UN DRAPPO BIANCO A CALENA: "Messapi.info aderisce e partecipa a questo autentico "ponte ideale" tra il cuore della Puglia e l'Umanità che soffre per la mancanza di Libertà, a causa della repressione autoritaria e totalitaria". Beniamino Piemontese - curatore di Messapi.info

-- 13/06/2009 -- 17:48:16 -- TERESA MARIA

MESSAGGIO DALLA CITTA' DI SAN NICANDRO GARGANICO: "Aderisco con entusiasmo alla vostra iniziativa. Un drappo bianco non è un segno di resa, ma il segno di una speranza che non muore. Non solo. E’ anche un simbolo di resistenza. Resistenza alla sopraffazione della violenza sulla ragione, della bruttura sul bello, del giusto sull’ingiusto. Aung San Suu Kyi è questo e molto altro ancora. E la vostra iniziativa è testimonianza, ma è anche memoriale. Nella mia città oggi festeggiamo i Santi Patroni. Un manifesto con l’effige di questa straordinaria donna dipingerà anche le strade di San Nicandro, in questa eco di parole e bandiere, musica e rabbia. Non è una forzatura dire, qui ed ora, che negli occhi di quella donna ci sono le ansie di giustizia e di libertà di tutti quelli che oggi ci chiedono di essere dalla parte giusta della vita. Un grande abbraccio Costantino Squeo Sindaco della Città di San Nicandro G.co"

 
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