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09/05/2009

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IL BARI (E CHE BARI!) TORNA IN SERIE “A”

Clicca per Ingrandire Il Bari è in “A”! E senza toccare il pallone, senza giocare un solo minuto. Effetto riflesso della vittoria della Triestina in casa del Livorno, agguerrito avversario dei pugliesi per eventuali play off. Il vertice della classifica infatti recita, dopo l’anticipo Livorno-Triestina: BARI 73 punti, Parma 68, Livorno 62, Brescia 60, e via via tutte le altre. Il Bari in A, dopo otto lunghi anni di purgatorio cadetto, proprio nel giorno che ricorda la traslazione delle ossa di San Nicola e i baresi dedicano al loro Patrono… sperando sempre in un miracolo.

E il miracolo è arrivato! Con l’intercessione dei triestini, è vero, ma la squadra dei Matarrese deve ancora giocare la sua partita (sabato 9 col Piacenza; ndr) e non è detto poi che dovrà dare tutti i meriti alla squadra di mister Maran. Quindi oggi il “tecnico dei primati”, come lo ha definito qualcuno, Antonio Conte (leccese doc! - foto del titolo) farà giocare la partita ai suoi sull’onda di un risultato ormai acquisito, di un traguardo imprevisto dato che all’inizio gli accordi con la società erano di gettare le fondamenta per un prossimo salto nella massima serie. E invece…

Ma sentiamo cosa ha detto il trainer dei “galletti” dal ritiro di Piacenza. “E’ stata la vittoria del gruppo. Ed è una grande festa per la città. Io sono cattolico perciò sono particolarmente felice che si possano festeggiare insieme la promozione della squadra e il patrono di Bari, San Nicola”.

Barreto Kamata Caputo Guberti Kutuzov: le perle di una scacchiera che Conte è riuscito a costruire tessera dopo tessera con pazienza e tenacia, senza ovviamente dimenticare gli altri che hanno supportato degnamente i cinque dell’Orsa Maggiore. Un filotto di sedici risultati utili consecutivi ha segnato il momento della convinzione. Iniziato il 28 febbraio, quando i biancorossi si sono trovati in vetta alla classifica, ha lanciato la squadra in quell’atmosfera in cui si comincia a sentire profumo di altra serie.

Nulla ha intaccato tale capacità di comprendere che “non si era secondi a nessu-no”, neanche la sconfitta interna contro il Parma, altra concorrente al gran salto, che ancora spera. Neanche le voci che all’improvviso si sono alimentate intorno a un probabile abbandono del mister per veleggiare verso lidi ben più prestigiosi (si parla, ancora insistentemente, di Juventus). Adesso il ritorno nella serie che conta, con la speranza che tutti, società in testa, sappiano mantenerla nel tempo. Pensieri che verranno dopo, dopo la festa cominciata appena a Livorno la partita è terminata, protraendosi per tutta la notte. Una festa più lunga di quella dei Mondiali vinti dall’Italia in Germania.

Piero Giannini

 Redazione

 

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