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30/03/2008

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Sviscerata al convegno di Peschici la Legge 353 (art.10)

Clicca per Ingrandire Il ripristino del patrimonio vegetazionale, edilizio e produttivo-aziendale delle zone di Peschici colpite dal disastroso incendio del 24 luglio, va supportata da una base giuridico-legislativa idonea oggi garantita dalla L. 353/2000. La sua analisi (in particolare dell’art.10 - interventi di ripristino forestale e ambientale) è stata al centro di un convegno organizzato dalla Scuola di specializzazione per le professioni legali dell’Università di Foggia, dal consiglio dell’ordine avvocati di Lucera, dall’associazione avvocati garganici e dal Comune di Peschici. All’incontro, svoltosi in un hotel locale, sono intervenuti esperti di diritto e ingegneria ambientale e rappresentanti delle istituzioni che hanno portato significativi contributi di carattere tecnico per l’approfondimento delle problematiche giuridico-scientifiche relative alla rigenerazione naturalistico-ambientale delle aree distrutte dal fuoco. Ecco la sintesi di alcuni interventi.
Antonio Muscio (rettore Università di Foggia) - Mi auguro che i qualificati interventi che seguiranno possano indirizzare il legislatore.
Franco Tavaglione (sindaco di Peschici) - La legislazione deve farci capire in che modo dobbiamo muoverci per ricostruire il nostro territorio. Abbiamo richiesto l’attivazione del Fondo di Solidarietà dell'Ue in relazione all’incendio boschivo del 24 luglio, ma l’Europa ha risposto con una dichiarazione d'inammissi-bilità della richiesta. Dobbiamo dunque far tesoro delle indicazioni che verranno da questo incontro sulla corretta applicazione dell’art. 10.
Ersilia Nobile (sindaco di Vieste) - Il Gargano costituisce un territorio che con la sua vocazione turistica deve diventare ecosostenibile. Le leggi devono consentirci un recupero ambientale finalizzato ai flussi turistici che chiedono mare pulito e boschi verdi. Il Gargano ha bisogno di affrancarsi dall’immagine di un territorio semidistrutto dagli incendi. Le esigenze dell’ambiente devono dunque coniugarsi con quelle dell’economia e dello sviluppo, nel contesto di un’attenta pianificazione.
Enrico Follieri (Università di Foggia) - La 353 è una legge-quadro, cioè una normativa con cui lo Stato detta una serie di principi fondamentali che le Regioni devono recepire. La finalità è la protezione e conservazione di ambiente ed ecosistemi. Pone quindi divieti di natura pianifi-catoria (vietato cambiare destinazione d’uso delle zone percorse dal fuoco per almeno 15 anni), edificatoria (impossibile effettuare per 10 anni interventi di tipo residenziale), sulle attività di pascolo, caccia, rimboschimento e ingegneria ambientale sostenute da fondi pubblici. La Corte Costituzionale afferma: ambiente, valore che attraversa più materie.
M.Alessandra Sandulli (Univer-sità Roma Tre) - La ratio della 353 è disincentivare abusi edilizi e realizzazione di strutture o infrastrutture destinate ad attività produttive. Inoltre, quando una catastrofe è riconosciuta tale, per il rimboschimento e la sistemazione del territorio non è indispensabile attendere risorse finanziarie europee, poiché lo Stato interviene concedendo un’adeguata sovvenzione. Di conseguenza, non è detto che senza il finanziamento Ue nulla si possa realizzare.
Bruno Petrucci (Ministero Ambiente e Tutela di territorio e mare - Direzione protezione natura) - Compito del Ministero è pianificare le aree statali boschive per la protezione e prevenzione. Il piano ministeriale è un pacchetto che successivamente si passa alle Regioni. Circa la 353, va sottolineato che il legislatore vuole coinvolgere al massimo i cittadini - anche quelli del Comune più piccolo - nella tutela e difesa del territorio. Da questo punto di vista, va rivolto un invito a progettisti, tecnici e Parco del Gargano affinché s'impegnino a inviare al Ministero tutte le informazioni possibili al fine di sostenere la pianificazione di efficaci interventi di difesa territoriale contro incendi e alluvioni. Occorre diventare guardiani attivi del proprio territorio, altrimenti corriamo il rischio di perderlo.
Alberto Azzena (Università di Pisa) - Il Consiglio di Stato ha stabilito che l’assetto della 353 è razionale, ma io di razionalità in questa normativa non ne vedo. Basti pensare al fatto che per 10 anni nelle zone devastate dal fuoco non è possibile rialzare la testa. Siamo all’assurdo! Il difetto di analisi giuridica e tecnica produce mostri. Non si può andare avanti così! Le leggi devono pertanto essere migliorate. Il territorio garganico, con la sua bellezza e la sua recente sfortuna, ha il merito di porre in una nuova luce il problema della tutela ambientale e paesaggistica.
Ombretta Di Giovine (Università di Foggia) - L’incendio è un reato previsto già nei codici preunitari e trasmesso poi ai codici Zanardelli e Rocco. L’incendio mette in pericolo l’incolumità pubblica ma tende anche a devastare l’ambiente naturale, ma non può essere perseguito con i classici strumenti del diritto penale. Dal punto di vista ideologico, la 353, tutelando ambiente e boschi, segna il passaggio della cultura legislativa da una visione antropocentrica a una concezione in cui le risorse ambientali la fanno da padrone. A mio avviso, vi è incapacità da parte della gente di comprendere il valore ambientale e paesaggistico di questa zona. Occorre un’educazione al rispetto dell’ambiente, già prevista dalla legge, poiché esso deve diventare, più che un bene di tutti, un bene in sé.
Carmine Stallone (presidente Provincia di Foggia) - Leggi come la 353 devono aiutarci a dare un futuro alla terra garganica, che alcuni criminali hanno voluto colpire a morte.
gianluigi cofano

 "punto di stella" APRILE 2008

 

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