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03/04/2009

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IL “VENERDI SANTO” DI ROSETO COMPIE 165 ANNI

Clicca per Ingrandire Il prossimo 10 aprile (foto del titolo, particolare del manifesto; ndr), la Sacra rappresentazione del Venerdì Santo di Roseto Valfortore compirà 165 anni. E’ uno degli eventi religiosi più antichi e suggestivi del Mezzogiorno d’Italia. Fu istituita nel 1844 dalla Congrega del Carmine, grazie alla volontà e all’impegno di Vito Capobianco, il capostipite di una famiglia che ancora oggi, pur vivendo da molte generazioni a Napoli, continua a partecipare ogni anno ai riti della Pasqua rosetana.

La processione del Venerdì Santo, a Roseto Valfortore, ha diverse particolarità. Pur essendo una rappresentazione vivente, con la partecipazione di oltre 50 figuranti, la tradizione locale vuole che Gesù, la Madonna e San Giovanni non siano interpretati da persone e per le strade sfilino le loro statue: di cartapesta, nel caso del Cristo, mentre le icone della Vergine e del Santo sono il frutto dell’antica arte napoletana delle statue in conocchia.

Altra particolarità della manifestazione è data dal percorso in salita, come a riprodurre il cammino della Via Crucis verso il sacrificio compiuto da Gesù. La processione comincia alle 10 partendo dalla Chiesa di Santa Maria Lauretana. E’ la banda musicale di Roseto ad aprire la processione con l’inno che il maestro Donatelli compose nel 1882, un’opera intitolata “E’ morto il Re dei Re”, che il complesso bandistico rosetano esegue da 127 anni solo in questa occasione.

Il Cristo, nel suo cammino, è scortato da 13 cavalieri (foto 1 sotto) che interpretano il ruolo dei soldati romani a cavallo. Lungo il percorso e alla sua fine, il Figlio di Dio troverà la Veronica (foto 2), la donna che gli asciugò il viso carezzandolo di compassione, incontrerà San Giovanni, poserà il suo sguardo sulla Madonna e sarà avvicinato col cuore da Giuseppe D’Arimatea e dal discepolo Nicodemo. Infine, saranno le tre Marie (la Vergine, Maria Maddalena e Maria di Cleofa), a gettarsi ai suoi piedi mentre sulla croce Gesù compirà il suo sacrificio caricando sulle proprie spalle i peccati del mondo.

Un ruolo importantissimo, all’interno dell’antico rito, è riservato ai bambini. In processione, vestiti di bianco, portano i simboli della Passione di Cristo: il gallo, i chiodi, il calice, le scalette e altri emblemi della Via Crucis. Giunti sul calvario, gli stessi bambini indossano una fascia nera, mentre le Marie si velano il capo in segno di lutto aprendo la scena alla Pietà.

Imponente e suggestiva la rappresentazione della sepoltura del Cristo, con un catafalco alto 5 metri (foto 3), portato a spalla da 12 persone, alla cui sommità alcuni bambini molto piccoli (foto 4) interpretano il ruolo degli angioletti. Per la processione del Venerdì Santo, a Roseto Valfortore tornano decine di famiglie originarie del paese che risiedono in tutta Italia. Quest’anno, ricorrendo il 165esimo anno della Sacra rappresentazione, la partecipazione del paese sarà ancora più numerosa e sentita.

 Uff. Stampa Comune Roseto V.

 

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