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28/03/2008

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Amministrative peschiciane: l"identikit del primo cittadino

Clicca per Ingrandire Gran fermento per le amministrative peschiciane: 5 papabili e altrettante liste. Ci piacerebbe che impegno e accanimento profusi a stilarle continui nella fase gestionale, a prescindere da chi sarà il sindaco. Peschici attraversa un periodo delicato che lascia immaginare un futuro per nulla roseo o quantomeno tranquillo: bisogna intervenire in modo serio e radicale per ricostruirla e salvaguardarne l’immagine. Moltissimi gli interventi da effettuare a favore di questa cittadina spesso violentata, in tutti i sensi. Solo cecità e ottusità potrebbero contrapporsi a tale verità, ormai sotto gli occhi di tutti. E non ci riferiamo solo al rogo del 24 luglio, che ha messo ancora più a nudo “situazioni” prima “celate” dal verde, o al mancato accesso al fondo di solidarietà Ue per cui lo scaricabarile continua, ma al quadro generale: mancanza di un arredo urbano, strade dissestate, lavatrici, frigoriferi, divani... che fanno bella mostra, quasi strategicamente, lungo gli accessi più trafficati, un porto che langue, assenza d'attrezzature sportive per i giovani. E il rosario potrebbe sgranarsi all’infinito.
Chi dovrebbe essere il futuro sindaco? Chi non promette nuove Montecarlo o Portofino, aeroporti o altre fantasticherie, ma voglia bene a Peschici e ai peschiciani come figli (chiediamo troppo?), che, squadra compresa, non abbia scheletri nell’armadio, si rimbocchi le maniche e con coraggio miri alla sua rinascita.
Attenzione: la gente è stanca, delusa da promesse non mantenute e sogni mai avverati, c’è bisogno di certezza per stemperare paure e amarezze diventate nostre compagne di vita, che non danno spazio a pensieri tranquilli. Bisogna destarsi con l’aiuto e l’impegno di tutti, e credere che dopo una brutta caduta è possibile alzarsi e ricominciare.
Non si può più pensare solo a poltrone e potere, qualcuno s’impegni a percorrere con coraggio e volontà una strada in salita. Ci sarà pure chi con serietà saprà impegnarsi coi peschiciani e con loro percorrere non il viale del tramonto ma di ricostruzione e rinascita, per non rischiare una nuova Macondo... o dobbiamo scomodare Diogene e il suo lanternino? °°°°° GABRIELE DRAICCHIO

 Redazione

 

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