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10/03/2009

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“SALVIAMOLI DA UNA LENTA AGONIA”

Clicca per Ingrandire “I nostri rappresentanti seguano l’esempio dei molisani: dopo aver ottenuto il giusto ristoro per i centri interessati dal progetto della diga di Piano dei Limiti, la Regione Molise è riuscita ad approvare anche la legge sui Piccoli Comuni”. E’ quanto dichiara il sindaco di Carlantino, Vito Guerrera (foto sotto; ndr), a proposito della legge pugliese sui Piccoli Comuni, quadro normativo la cui definitiva approvazione è bloccata da due anni in attesa che il Consiglio Regionale dia il via libera.

La legge molisana, invece, è stata approvata la settimana scorsa e riguarda tutti i Comuni della regione fino a mille abitanti. La “proposta legislativa per la tutela e la valorizzazione dei piccoli comuni pugliesi”, infatti, dopo l’approvazione della Commissione Affari Istituzionali del Consiglio regionale pugliese (datata marzo 2007) e dopo aver superato anche l’esame della Commissione bilancio è in attesa solo dell’approvazione definitiva da parte dell’Assemblea.

A differenza di quella molisana, nel caso pugliese i destinatari della legge sono tutti i Comuni al di sotto dei 3mila abitanti (circa un quinto del totale) in cui insistono situazioni di marginalità socio-economica e infrastrutturale. “Si tratta di una legge importante - prosegue Guerrera - che può restituire fiducia anche agli abitanti di queste piccole comunità che non credono più nella politica e confidano sempre meno nelle istituzioni. A noi non interessano i finanziamenti fini a se stessi, piuttosto ci servono interventi per lo sviluppo sociale ed economico, per rilanciare in maniera definitiva i nostri centri che rischiano l’estinzione”.

La proposta di legge regionale mira a contrastare la marginalità dei Piccoli Comuni e le loro difficoltà socio-economiche, contrastando concretamente il fenomeno dello spopolamento e salvaguardando il governo del territorio. Anche la legge nazionale per i Piccoli Comuni è ferma al Senato da circa due anni. Nell’aprile 2007 era passata alla Camera all’unanimità ma, arrivata a Palazzo Madama, si è arenata nonostante siano giunte all’ex-presidente del Senato, Franco Marini, centinaia di delibere di consigli comunali che chiedevano una rapida calendarizzazione della legge.

LA BATTAGLIA DI CARLANTINO = Carlantino è un piccolo centro in provincia di Foggia, posto tra le colline che sorgono al confine col vicino Molise. In linea d’aria dista solo 7 chilometri da San Giuliano di Puglia, comune molisano devastato dal sisma del novembre 2002. Secondo l’ultimo censimento (2001) conta 1.294 residenti. Nel 1991 il paese era abitato da 1.449 abitanti. Negli anni ’60, il piccolo centro abitato che si stende ai piedi di Monte San Giovanni era popolato da circa 2mila persone. La situazione economica e demografica del paese è stata aggravata dal terremoto del novembre 2002, con cento ordinanze di sgombero dalle case danneggiate, nonché dalle alluvioni del gennaio 2003, quando sono state tredici le abitazioni evacuate per la frana che ha interessato una vasta zona del paese. Un terzo dei residenti ha superato i 65 anni d’età. Invecchiamento della popolazione e denatalità contribuiscono a rendere costante il fenomeno della cosiddetta “desertificazione” demografica. Dal Sud, e soprattutto dai centri minori del Mezzogiorno d’Italia, si continua a emigrare. Gli ultimi dati a disposizione sono drammatici: secondo una ricerca effettuata dal Coordinamento dei Piccoli Comuni, nel 2007 sono stati 10mila i cittadini dei centri minori del Meridione che hanno scelto di trasferirsi nel Nord. Disoccupazione, spopolamento e invecchiamento della popolazione continuano a esporre i piccoli comuni al rischio “estinzione”. La rabbia e lo sconforto dei sindaci è causata in particolar modo dall’ingiustificato ritardo, da parte del Senato, nell’approvazione della legge nazionale per i piccoli comuni, ultimo tentativo per salvare le micro comunità urbane. Una legge inizialmente condivisa da tutti, che poteva risolvere diversi problemi per evitare l’abbandono dei piccoli comuni, ma che, dopo l’approvazione da parte della Camera, è ferma a Palazzo Madama senza motivo.

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